Lubiana, il referendum non frena Krsko 2. Conferme sui costi: 9,3 miliardi
LUBIANA. Una nuova conferma, che arriva dall’estero, a riprova che il progetto è realistico e fattibile, anche dal punto di vista dell’impegno finanziario. “Krsko 2” sta tornando di prepotente attualità in Slovenia in vista dell’autunno, stagione che si prospetta caldissima a Lubiana sul fronte del nuovo reattore, in particolare per la messa in agenda di un referendum che, con altissima probabilità, confermerà il massiccio sostegno popolare all’atomo.
Il colosso pubblico sloveno Gen Energija
Il tema Krsko 2 è stato riproposto con forza dal colosso pubblico sloveno Gen Energija, responsabile per lo sviluppo del progetto della nuova centrale. Gen Energija si è mossa dopo notizie arrivate dalla Repubblica Ceca, Paese a vocazione nucleare che ha selezionato, tra non poche polemiche e controversie, il gigante sudcoreano Khnp per la costruzione di due nuovi reattori alla centrale di Dukovany, battendo la concorrenza dei francesi di Edf e degli americani di Westinghouse, non a caso tutti attori in corsa anche in Slovenia per Krsko 2. Edf e Westinghouse hanno tuttavia annunciato ricorsi. Khnp ha prevalso, in Cechia, promettendo la realizzazione di un reattore da 1.000 Mw per “soli” 7,9 miliardi. Si tratterebbe, ha spiegato così Gen Energija, di cifre in linea con quelle attese da Lubiana, che per Krsko 2 ha messo in conto un investimento tra i 9, 3 e i 15,4 miliardi di euro a seconda della potenza prevista, tra i 1. 000 Mw e i 1. 650 Mw, calcolata l’inflazione attesa nei prossimi anni.
9,3 miliardi per una unità di capacità identica
Da qui «l’importanza» dei numeri che arrivano da Praga, dato che «le stime interne» già sviluppate in Slovenia parlano appunto di «9,3 miliardi per una unità di capacità identica» a quella ceca, ha spiegato così l’amministratore delegato di Gen Energija, Dejan Paravan. Stime, ha anticipato Paravan, che saranno ulteriormente limate da uno studio internazionale commissionato dall’azienda e «che sarà reso pubblico prima del referendum» consultivo «su Krsko 2», in modo da dare agli sloveni tutte le informazioni necessarie per una scelta il più possibile consapevole.
Studi ormai completati
Sloveni che, sulla carta, sono stati rassicurati anche su altri fronti, dopo che Gen Energija ha presentato anche il succo di altri studi ormai completati. E che sono tutti «a favore del progetto», ha informato l’agenzia di stampa slovena Sta. Tra questi, quello sul «rischio alluvioni», con l’ingegnere Pia Fackovic Volcanjk che ha riassunto che i volumi del fiume Sava e di altri corsi d’acqua nell’area di Krsko «non possono in alcun caso mettere a rischio la seconda unità» futura della centrale. La collega Kaja Zupancic ha invece messo nero su bianco che le incognite derivanti dall’importazione di combustibili per il nucleare sono minori rispetto a quelli fossili, con «sufficienti riserve di uranio a livello globale». Un terzo studio ha suggerito la necessità di un potenziamento dei depositi di rifiuti radioattivi, una volta che Krsko 2 sarà operativa.
Piano ambientale e costruzione
Nel frattempo, ha spiegato la Sta, Gen Energija sta lavorando anche ad altri studi, che dovrebbero essere pubblicati a settembre-ottobre, su varianti, piano ambientale e di costruzione, prima del referendum previsto a novembre. E i sondaggi più recenti parlano di un 70% di sloveni a favore di Krsko 2, con i maggiori partiti schierati pro nuovo impianto. Impianto, ricordiamo, che Lubiana spera di completare entro il 2038. Secondo quanto ha informato la Sta, negli ultimi mesi Lubiana avrebbe archiviato l’idea di un doppio reattore, prediligendo invece l’opzione del reattore singolo con una potenza di circa 1. 650 Mw. —