“Credo nella buona fede delle persone e nella giustizia. E la giustizia non va apprezzata solo quando decide come noi riteniamo debba decidere. Io credo nella giustizia, credo negli organi che devono prendere decisioni e che le prendono in base a ciò che ritengono corretto”. Alla trasmissione El HormigueroRafa Nadal ha parlato così di Jannik Sinner – attualmente impegnato agli Us Open – in riferimento alla sua positività al Clostebol per contaminazione involontaria. “Se non lo hanno sanzionato, hanno visto in maniera chiara che non doveva essere sanzionato. Non credo che non sia stato punito perché è Sinner ed è numero 1 al mondo”. Parole di conforto e vicinanza nei confronti dell’altoatesino, al centro di discussioni e polemiche nelle ultime settimane. Il tennista spagnolo ha poi aggiunto: “Conosco Jannik, non penso proprio che avesse intenzione di doparsi“.
Le perplessità di Alcaraz e Djokovic
Nei giorni scorsi non erano mancati i punti di vista di altri tennisti sulla questione, come le criptiche e tentennanti dichiarazioni dei due big Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. “Credo che ci siano degli aspettiche noi non sappiamo di tutta vicenda, ma se lasciano giocare Jannik un motivo ci sarà”, aveva commentato dubbioso lo spagnolo. Il serbo, invece, ha voluto spostare la vicenda su un concetto di equità nei confronti degli altri tennisti: “Sono i casi come quello di Sinner il motivo per il quale abbiamo fondato la Ptpa (l’associazione giocatori da lui creata ormai qualche anno fa), che sostiene sempre protocolli equi, protocolli chiari per approcci standardizzati a questo tipo di casi. Capisco che la frustrazione dei giocatori sia dovuta alla mancanza di coerenza“.
Gli attacchi di Kyrgios e le accuse di Halep Non solo Alcaraz e Djokovic. Altri colleghi sono stati più schietti e diretti nella loro opinione: “Non credo che si tratti di una semplice difesa. Penso che sia qualcosa di molto chiaro ed evidente. È stato giudicato in modo totalmente diverso, ho sofferto molto. Io ho aspettato a lungo e non mi sembra giusto. Credo che tutti gli atleti debbano avere lo stesso trattamento indipendentemente dal fatto che siano numero 1 o numero 200“, aveva detto Simona Halep, l’ex numero uno del circuito Wta, tornata in campo solo da qualche mese dopo che la sua squalifica per doping è stata ridotta da 4 anni a 9 mesi. E poi c’è Nick Kyrgios. Prima su X e poi a Espn, non si è di certo risparmiato sul caso Sinner: “Ridicolo, che sia stato accidentale o pianificato. Ti hanno fatto fare due test con una sostanza (steroide) proibita… dovresti stare via per 2 anni. Le tue prestazioni sono migliorate. Crema per massaggi… Sì, bella”.
I risvolti della vicenda sul caso Sinner Il medicinale contente il Clostebol – agente anabolizzante e sostanza proibita dall’Itia – è il Trofodermin ed era stato acquistato il 13 febbraio dal preparatore atletico di Sinner, Umberto Ferrara, in una farmacia di Bologna. La crema era stata portata negli Usa: il suo (ormai ex) fisioterapistaGiacomo Naldi aveva utilizzato la pomata per rimarginare un taglio al dito durante il periodo dell’Indian Wells. Negli stessi giorni, il fisioterapista aveva poi massaggiato Sinner contaminandolo involontariamente. In che modo? Il tennista soffre di dermatite al piede e alla schiena, quindi spesso sono presenti dei piccoli tagli cutanei: proprio durante i massaggi di routine, la pelle avrebbe assorbito il Clostebol che Naldi aveva sul dito.
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