Mario Benedetti, un nome imprescindibile della letteratura uruguayana (traduzione di Emilio Coco)
Mario Benedetti nasce nel 1920 a Paso de los Toros da genitori di origine italiana. È senza dubbio la figura più conosciuta internazionalmente della generazione del 45. Ha scritto Fernando Aínsa: “Benedetti affonda le sue radici nella storia e nella cronaca quotidiana degli avvenimenti che la promuovono”. In possesso di una facilità che cerca la complicità del lettore, Benedetti fa entrare la colloquialità e la spigliatezza nel discorso, avvicina la costruzione poetica alla parlata della gente, restituisce al vastissimo pubblico lettore tropi che gli appartenevano di diritto. Ricorre a espressioni e segni dell’oralità come elementi indispensabili per costruire la sostanza e il ritmo del suo verso altamente comunicativo.
Seguito con devozione da milioni di lettori di tutto il mondo, stimato da una buona parte della critica e screditato dall’altra, è un nome imprescindibile nella letteratura uruguayana del XX secolo. Fondatore della rivista Marginalia, narratore, poeta, giornalista, drammaturgo e saggista, è autore di una cinquantina di libri tradotti in 23 lingue. Nel 1973, dopo il colpo di stato e l’avvento della dittatura, a causa del suo appoggio ai movimenti marxisti, dovette lasciare il suo incarico all’Università e abbandonare il paese, rifugiandosi a Cuba, in Argentina, in Perú, in Messico e in Spagna dove pubblica il romanzo in versi El cumpleaños de Juan Ángel (1971), La muerte y otras sorpresas (1968) e alcune opere teatrali. Sempre in Spagna dà alle stampe la sua opera maestra, il romanzo Primavera con una esquina rota (1982) sui temi dell’esilio e della prigionia politica.
Tornato in Uruguay nel 1983, inizia il periodo che egli definisce desexilio, tema di molte delle sue opere. Nel 1986 riceve il Premio bulgaro Hristo Botev, per la sua opera di poeta e saggista, e nel 1987 viene premiato a Bruxelles con la Fiamma d’oro di Amnesty International. Nel 1989 è decorato con la medaglia Haydeé Santamaría dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel 1997 è insignito del titolo di Dottore Honoris causa dall’Università di Alicante. Il 31 maggio 1999 riceve il Premio Reina Sofía di Poesia Iberoamericana e il 29 marzo del 2001 la fondazione José Martí gli attribuisce il Premio Iberoamericano José Martí. Il 19 novembre del 2002 viene nominato cittadino onorario di Montevideo. Nel 2004 gli viene assegnato il Premio Etnosur. Muore nella sua casa di Montevideo all’età di 88 anni.
E. C.
CURRICULUM
El cuento es muy sencillo
usted nace
contempla atribulado
el rojo azul del cielo
el pájaro que emigra
el torpe escarabajo
que su zapato aplastará
valiente
usted sufre
reclama por comida
y por costumbre
por obligación
llora limpio de culpas
extenuado
hasta que el sueño lo descalifica
usted ama
se transfigura y ama
por una eternidad tan provisoria
que hasta el orgullo se le vuelve tierno
y el corazón profético
se convierte en escombros
usted aprende
y usa lo aprendido
para volverse lentamente sabio
para saber que al fin el mundo es esto
en su mejor momento una nostalgia
en su peor momento un desamparo
y siempre siempre
un lío
entonces
usted muere.
*
CURRICULUM
La storia è molto semplice
lei nasce
contempla tutto afflitto
il rosso blu del cielo
l’uccello migratore
il goffo scarafaggio
che schiaccerà decisa
la sua scarpa
lei soffre
reclama per il pranzo
e anche per abitudine
e dovere
piange estenuato
senza alcuna colpa
finché dal sonno non è screditato.
lei ama
si trasfigura e ama
per un’eternità così effimera
che anche l’orgoglio le diventa tenero
e il suo cuore profetico
si converte in macerie.
lei impara
e usa quel che ha imparato
per diventare lentamente saggio,
sapere che alla fine il mondo è proprio questo
nel suo miglior momento è nostalgia
nel suo peggior momento è un abbandono
e sempre
un grande imbroglio
e allora
lei muore.
***
PASATIEMPO
Cuando éramos niños
los viejos tenían como treinta
un charco era un océano
la muerte lisa y llana
no existía
luego cuando muchachos
los viejos eran gente de cuarenta
un estanque era océano
la muerte solamente
una palabra
ya cuando nos casamos
los ancianos estaban en cincuenta
un lago era un océano
la muerte era la muerte
de los otros
ahora veteranos
ya le dimos alcance a la verdad
el océano es por fin el océano
pero la muerte empieza a ser
la nuestra.
*
PASSATEMPO
Eravamo bambini
i vecchi avevano intorno a trent’anni
una piccola pozza era un oceano
e la morte per noi
non esisteva
diventati ragazzi
i vecchi erano gente sui quaranta
lo stagno era un oceano
la morte solamente
una parola
quando poi ci sposammo
gli anziani erano quelli sui cinquanta
un lago era un oceano
la morte era la morte
ma degli altri
adesso veterani
siamo in possesso della verità
alla fine l’oceano è l’oceano
ma la morte inizia a essere
la nostra.
***
HISTORIA DE VAMPIROS
Era un vampiro que sorbía agua
por las noches y por las madrugadas
al mediodía y en la cena.
Era abstemio de sangre
y por eso el bochorno
de los otros vampiros
y de las vampiresas.
Contra viento y marea se propuso
fundar una bandada
de vampiros anónimos,
hizo campaña bajo la menguante,
bajo la llena y la creciente
sus modestas pancartas proclamaban,
vampiros beban agua
la sangre trae cáncer.
Es claro los quirópteros
reunidos en su ágora de sombras
opinaron que eso era inaudito
aquel loco aquel alucinado
podía convencer a los vampiros flojos,
esos que liban boldo tras la sangre.
De modo que una noche
con nubes de tormenta,
cinco vampiros fuertes
sedientos de hematíes, plaquetas, leucocitos,
rodearon al chiflado, al insurrecto,
y acabaron con él y su imprudencia.
Cuando por fin la luna
pudo asomarse
vio allá abajo
el pobre cuerpo del vampiro anónimo,
con cinco heridas que manaban,
formando un gran charco de agua,
lo que no pudo ver la luna
fue que los cinco ejecutores
se refugiaban en un árbol
y a su pesar reconocían
que aquello no sabía mal.
Desde esa noche que fue histórica
ni los vampiros, ni las vampiresas,
chupan más sangre,
resolvieron
por unanimidad pasarse al agua.
Como suele ocurrir en estos casos
el singular vampiro anónimo
es venerado como un mártir.
*
STORIA DI VAMPIRI
Era un vampiro che succhiava l’acqua
tutte le notti e sul far del mattino
a mezzogiorno e a cena.
Era astemio di sangue
dal che l’umiliazione
degli altri vampiri
e delle vampiresse.
Superando ogni ostacolo
decise di fondare
un movimento di vampiri anonimi,
fece la sua campagna con la luna calante,
con quella piena e crescente
i modesti striscioni proclamavano
bevete acqua vampiri
il sangue è cancerogeno.
Ovviamente i chirotteri
riuniti nella loro agora d’ombre
decisero che questo era inaudito
quel mentecatto quell’allucinato
avrebbe convinto i vampiri deboli
quelli che dopo il sangue bevono una tisana.
Dimodoché una notte
con nubi tempestose
cinque forti vampiri sitibondi
di emazie, piastrine, leucociti
accerchiarono il pazzo, il sovversivo,
facendo fuori lui e la sua imprudenza.
Quando infine la luna
si poté affacciare
laggiù vide
il corpo inerte del vampiro anonimo
con le cinque ferite sanguinanti
che formavano una gran pozza d’acqua,
quel che la luna non poté vedere
fu che i cinque aguzzini
si erano rifugiati dentro un albero
per riconoscere malvolentieri
che quello non aveva un cattivo sapore.
Da quella notte che passò alla storia
né i vampiri, né le vampiresse
succhiano sangue,
avendo essi deciso
all’unanimità di bere l’acqua.
Come suole avvenire in questi casi
l’insolito vampiro anonimo
è venerato come un martire.
***
FUTUROS
Sin previo aviso
como un pobre milagro
me visitó el futuro
triste apenado
como si al fin hubiera comprendido
que no genera expectativas
¿y eso por qué?
quizá porque en la nada
virtual del universo
los futuros se cruzan
como mundos de fuego
inútiles
vacíos
*
FUTURI
Senza preavviso
come un povero miracolo
mi visitò il futuro
triste abbattuto
come se avessi alla fine capito
che non genera aspettative
e questo perché?
Forse perché nel nulla
virtuale dell’universo
i futuri s’incrociano
come mondi di fuoco
inutili
vuoti
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