La sindaca di Voghera prende la tessera di Fratelli d’Italia: «Ispirata da Giorgia Meloni»
VOGHERA. «Io, come Giorgia»: Fratelli d’Italia voleva il vicesindaco, si ritrova una sindaca. Paola Garlaschelli da lunedì, tardo pomeriggio, è una sindaca di Fratelli d’Italia. Sullo sfondo le prossime comunali la cui data deve essere ancora fissata: alla primavera del 2025, ma sarebbero sei mesi in meno di consiliatura, o nella primavera 2026, quindi prolungandola. Il ministero dell’Interno non ha ancora preso una decisione perché la questione appare decisamente controversa. Qualunque sia la data, sembra prospettarsi la possibilità di un Garlaschelli bis, anche se lei ha tergiversato sull’argomento senza dare risposte nette.
Intanto, arriva la mossa Garlaschelli. L’annuncio, nel suo studio di commercialista, in via Emilia, seduta al fianco dell’onorevole Carlo Maccari, coordinatore regionale del partito; della deputata Paola Chiesa e del presidente provinciale, il consigliere regionale Claudio Mangiarotti e di tutto il gruppo del partito. Presentandola viene ricordato come, nel 2020, Paola Garlaschelli sia stata eletta «sindaco civico alla guida della coalizione di centrodestra con una vittoria al ballottaggio con il 66,29%». Era quello il verdetto delle amministrative vogheresi, benedette, in piazza Duomo, dal leader della Lega Matteo Salvini e con Fratelli d’Italia che ai tempi contava il 6,9 per cento e la Lega il 24. I rapporti di forza sono cambiati; la sindaca ha, ora, scelto con chi stare, via la casacca “civica”.
«Annuncio la mia decisione di aderire a Fratelli d’Italia, ispirata dal pragmatismo e dalla voglia di unire il centrodestra espressi dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un’autorevole guida del Paese. Meloni è la prima donna a capo del Consiglio dei Ministri, io sono la prima donna sindaco di Voghera. Entrambe pensiamo al merito e alle competenze come leve per lo sviluppo e di un governare pragmatico»: da Roma a Voghera, Paola Garlaschelli alza subito l’asticella.
Lei, come la Meloni: l’annuncio è quello di una leader. Non più “civica”: «Essere stata civica – dice – mi ha insegnato l'importanza del dialogo e del confronto, ma ho maturato la consapevolezza che per ottenere risultati più significativi e duraturi è fondamentale poter contare su una squadra politica strutturata e coesa». Quella di Fdi che definisce come «un partito che condivide i valori del pragmatismo e della responsabilità che considero essenziali per amministrare al meglio la nostra città».
L’ingresso di Paola Garlaschelli riceve il plauso del coordinatore regionale Maccari, che poi annota come «quello di oggi è il primo di una serie di avvicinamenti a Fdi di figure “civiche” in tutta la regione, ma abbiamo detto anche tanti “no”», ricordando di aver discusso dell’ingresso di Garlaschelli con il responsabile nazionale del partito, Giovanni Donzelli.
La deputata Chiesa non ha dubbi: «Questa adesione sono certa produrrà valore aggiunto: da oggi abbiamo una nuova sorella d’Italia». Per Mangiarotti: «La scelta di Garlaschelli è un segnale del buon lavoro svolto».
Tutti contenti in Fdi? A parole sì, anche se l’arrivo della sindaca si svela a ridosso del vivace faccia a faccia con il segretario cittadino Vincenzo Giugliano che lamentava scarso dialogo interno e che, soprattutto, chiedeva un rimpasto per il posto di vicesindaco. La sindaca, intanto, pare, stesse tracciando, con i vertici di Fdi, la sua nuova traiettoria politica. Giugliano, ne prende atto, e, facendo intuire il buon viso a cattivo gioco dice: «So che Paola ha chiesto più volte di entrare nel partito. Fdi si conferma attrattivo per la serietà e la concretezza. In questi mesi abbiamo sottolineato la necessità di un riequilibrio politico all’interno della maggioranza. L’adesione del sindaco conferma il fondamento delle nostre richieste». Giugliano dovrà ora gestire una delegazione di maggioranza con 4 consiglieri (lui incluso), due assessori. E un sindaco. Il partito cresce e il gioco si complica.