E’ morto Pasquale Di Tomaso, sindacalista della Pavia operaia
PAVIA. Schietto, grintoso, ironico. Così Pavia ricorda Pasquale Di Tomaso, che si è spento martedì all’età di 79 anni. Era ricoverato al San Matteo di Pavia per problemi cardiaci. Di Tomaso - come ricorda la nota ufficiale della sezione pavese di Rifondazione Comunista - ha attraversato la storia della sinistra comunista nella nostra città, prima in Lotta Continua, poi in Democrazia Proletaria e poi nel Partito della Rifondazione Comunista. Origini molisane, era emigrato in terra pavese alla fine degli Anni Sessanta stabilendosi al quartiere Santa Teresa, a cui è sempre rimasto affezionato. Giovane operaio alla Saiti e per un anno alla Snia Viscosa, era poi entrato alla Necchi, dove ha iniziato l’attività sindacale e dove è stato protagonista delle vertenze nel drammatico periodo che sarebbe poi sfociato nella chiusura dell’azienda. E’ andato in pensione nel 2000, dopo 31 anni alla Necchi. Ed è stato tra i promotori della cooperativa Uniti per il lavoro, che è riuscita a dare, per anni, nuove opportunità a molti operai rimasti senza un impiego.
L’ultima sua uscita pubblica era stata lo scorso maggio in via Indipendenza, dove da presidente del Sindacato di Base e memoria storica del sindacalismo pavese aveva partecipato all’inaugurazione della Casa dei diritti: così è stata ribattezzata la storica sede del Sindacato di Base che nei decenni precedenti aveva ospitato la sede di Lotta continua, poi la cooperativa Arti e mestieri, quindi i Verdi, i radicali e la Flmu (Federazione lavoratori metalmeccanici uniti): «Vogliamo lasciare qualcosa che abbiamo creato insieme, soprattutto pensando ai giovani, perché raccolgano il testimone e vadano avanti con nuove iniziative – aveva detto Di Tomaso – siamo venuti qui come Lotta continua nel 1971 e dopo lo scioglimento ci siamo aperti a tante realtà».
Le lotte alla Necchi
Come delegato di fabbrica, Di Tomaso ha lottato molto per scongiurare la scomparsa dell’azienda pavese e dopo la chiusura si è dato da fare perché gli operai rimasti senza lavoro trovassero un’occupazione. Era nata così la cooperativa Uniti per il lavoro che svolgeva mansioni per il Comune. Gli anni alla Necchi sono stati momenti in cui ha cominciato a rendersi protagonista anche di grandi lotte sindacali, prima come delegato della Fim-Cisl per poi passare alla Cub e successivamente fondare il sindacato di base Pavia, di cui ancora faceva parte accanto alla presidente Sabina Bertolini. «Desidero esprimere il più sincero cordoglio per la scomparsa del nostro carissimo compagno Pasquale Di Tomaso. È stato un grande sindacalista, da sempre impegnato in battaglie condotte con ardore a difesa dei diritti dei lavoratori – afferma Bertolini –. Lascia un’impronta indelebile in ognuno di noi perché era un uomo che ha sempre vissuto la sua vita con grinta e grande passione, che ha creduto davvero negli ideali di democrazia e libertà. Ricordo con affetto il suo modo di porsi, cordiale ma non troppo con chi non lo meritava, ma comunque sempre rispettoso delle opinioni degli altri».
Dalla sezione di Rifondazione Pavese il ricordo umano di una persona sempre attiva. «Di lui ricordiamo le tante serate passate a discutere nella sede in Corso Garibaldi – si legge nella nota –, le moltissime manifestazioni a cui non mancava mai e i numerosi interventi in consiglio comunale spesso sostenuti dalla presenza degli ex-operai della Necchi. Ancora per le ultime elezioni comunali a Pavia ci ha sostenuto nella raccolta firme per la presentazione della nostra lista».
L’impegno politico
Consigliere comunale di Rifondazione comunista all’epoca della giunta guidata da Piera Capitelli (dal 2005 al 2009), nonostante avesse ricevuto molte richieste per tornare a candidarsi, non aveva mai accettato, preferendo lavorare nel sindacato. Ma il suo impegno politico era cominciato come consigliere del quartiere San Giovannino (quando ancora i quartieri erano 9) nelle file di Democrazia Proletaria. Quindi dal 2000 al 2005 aveva bissato il suo impegno, ma come rappresentante di Rifondazione Comunista, con i quartieri già ridotti a cinque e San Giovannino era diventato Pavia Est. Aveva anche rianimato la ex-sede di Lotta Continua in viale Indipendenza. Domani alle 9, alla casa funeraria in via Ciapessoni, Di Tomaso sarà salutato con una cerimonia laica. Lascia la figlia Cristina e nipoti Milena, Federico e Nicholas. —