«Spero di tornare presto nella bella Pavia»: il videomessaggio di Gianni Morandi
«Com’era bella Pavia con le osterie sul Ticino e tanti amici che ogni tanto sento ancora. E’ stato un periodo incredibile, bellissimo. Spero di tornarci presto». Dal salotto della sua casa bolognese il videomessaggio di Gianni Morandi arriva sul maxi-schermo nel cortile del Broletto, per la serata finale di Ticinum Festival.
Fino all’ultimo in tanti hanno sperato di vederlo comparire all’improvviso sul palco, ma gli applausi sono scrosciati lo stesso anche alla fine del video inviato al sindaco Michele Lissia e che, con tenacia, Giacomò Aricò è riuscito a procurarsi, dopo l’intervista inedita inclusa nel libro Il genio di Gianni Morandi geniere a Pavia 1967-1968, pubblicato da Univers edizioni.
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Il gruppo ormai affiatato di amici che lo scorso anno ha firmato il volume Pavia Ripresa – (Alessandro Peroni, Giacomo Aricò, Marco Mariani e Luigi Riganti, ai quali si è aggiunto questa volta Iucu) – domenica sera ha realizzato un evento speciale fatto dimusica, immagini, racconti.
Rinverdendo così i ricordi dei tantissimi presenti che il Gianni nazionale l’avevano visto di persona, giovanissimo e in divisa. Come i fratelli del panificio Bassani, Giuseppe e Araldo che rifornivano la caserma, domenica in platea con la copia del 45 giri Ciao Pavia- siamo le pantere. E come i tanti che hanno canticchiato le canzoni evegreen rivisitate dai musicisti sul palco (Peroni, Riganti, Matteo Mariani, Massimo Vercesi con le voci di Alice D’Isanto e Massimo Ursini) in versione rock e new wave, con più grinta ed energia.
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Spezzoni di film girati da Morandi e da Laura Efrikian - galeotto fu il set del musicarello In ginocchio da te del 1964 che li fece incontrare – hanno accompagnato gli spettatori negli anni Sessanta, quelli in cui Pavia aveva ancora le fabbriche e due grandi caserme militari, Rossani e Bixio.
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Proprio alla ex Bixio di piazza del Lino, che oggi con il nome di San Tommaso ospita il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università, Morandi ha prestato servizio per un anno come geniere.
Alla cancellata in ferro che si apriva sulla piazza d’armi e oggi è occupata dai tavoli degli studenti, si aggrappavano i fan del cantante bolognese per vederlo, strappargli un autografo, un saluto. Perché Morandi era già famoso ( e anche già sposato). C’è una foto in bianco e nero sulla Provincia Pavese dell’epoca che ben descrive la scena. Le pagine del quotidiano del resto sono state una fonte privilegiata per gli autori, insieme alle testimonianze di tanti pavesi.
Gli articoli raccontavano la vita pavese di Morandi, di quando ha cantato al Pertusati o giocava a biliardo in trattoria. E poi alcune foto inedite, concesse dall’archivio Novelli: per la libera uscita si faceva confezionare gli abiti su misura da Maurizio Novelli, fino a diventare ospite fisso in famiglia. Alla raccolta di documentazione, fotografie e video, oltre agli autori, hanno collaborato anche Maria Cristina Regali, della Biblioteca Universitaria (per la ricerca nelle Teche Rai), Mariateressa Dellaborra, Federico Gnocchi e Walter Casali (che ha curato anche la prefazione) .
«Spero di tornare presto a Pavia» si è sbilanciato Gianni Morandi nel videomessaggio. In quella che «è stata la mia casa per un anno» lo aspettano, magari già all’inizio del 2025, dopo che avrà spento - l’11 dicembre - le 80 candeline.