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Сентябрь
2024

Roberto Antonelli lascia a sorpresa la corsa al tris nell’Ascom Monfalcone

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MONFALCONE Il passo indietro, imponderabile fino a quel momento, arriva due minuti dopo le 16 e si materializza con un messaggino sul display. È il vertice uscente dell’associazione mandamentale dei commercianti, Roberto Antonelli, titolare del Lola’s sexy shop di via 4 novembre, a digitarlo: «Dopo attenta riflessione, ritiro la mia candidatura a presidente di Ascom Monfalcone, per motivi esclusivamente personali». Ragioni che «però andrebbero a incidere sul sodalizio, in quanto non posso più garantire l’esigenza di ricoprire tale ruolo per tutta la durata del mandato: è mia intenzione ritirarmi dal commercio e godermi la pensione». Infatti «il primo obiettivo di un presidente dev’essere l’impegno continuativo del suo operato, per tutti e cinque gli anni di incarico, come ho fatto io negli ultimi otto».

Sipario su Antonelli. E vittoria a tavolino (sempre che qualcun altro non si faccia frattanto avanti) al proprietario del Filo di paglia, Davide Comolli, in questa corsa alla presidenza di Ascom ormai in solitaria. E dove storicamente non ci sono mai state gare “interne”, almeno non in anni recenti. E pure stavolta, alla fine, dovrebbe andare così, dopo l’ultimo colpo di scena.

Fin qui l’ufficialità. Ma se il messaggino viene letto in filigrana, si finisce col notare, per esempio, che non è stata spesa dall’uscente una parola d’augurio all’entrante. Il classico “Buon lavoro” che, quando ci si lascia senza attriti, arriva come la panna sul cono gelato. Niente fair play. Perché? E allora ci si deve per forza affidare alle voci di corridoio, che interpretano la mossa di Antonelli come una risoluta decisione davanti a una campagna, per il rinnovo associativo, che non avrebbe lesinato veleni. Così, piuttosto che continuare a prender colpi sotto la cintola, magari rischiando il tappeto, meglio uscire da campioni. Per le gole profonde, Antonelli paga soprattutto la posizione di apertura ai negozianti bengalesi. Solo così si spiega la giravolta, ché fino allo Sbaracco l’ormai ex vertice s’era mostrato come valido candidato al tris, del tutto intenzionato a vender cara la sua pelle.

Poi, negli ultimi giorni, qualcosa s’è incrinato. Il pettegolezzo deve aver lambito la sua figura e lui, che non ci sta perché non ha nulla da guadagnarci e tanto meno da perdere, ha optato per il buen retiro. Non gli si perdona, così dicono, l’aver portato una ventina di bengalesi dentro l’Ascom. Un controsenso. Perché se a lungo la categoria s’è negli anni interrogata su come migliorare le vetrine dei negozi etnici o su come render partecipe la compagine ai regolamenti, creando uniformità sul territorio, si capisce bene che l’unica via percorribile è proprio quella di estendere la vita associativa a questi imprenditori, che in città esistono e anzi si sono nel tempo moltiplicati.

Pertanto, ed è la riflessione in fondo dello stesso Antonelli, se qualcuno l’ha vista come una lesa maestà è perché non ne ha ponderato i risvolti pratici, invero riconosciuti da molti. Oltretutto il titolare di Lola’s s’è posto come un infaticabile vertice e in questi otto anni ha trascorso almeno mille giornate in sede, cosa non banale per un titolare di partita Iva. Resta intanto in sella ad Ascom servizi, vedremo per quanto. E non è detto che l’uscita di scena sia tout court. A chi lo vedrebbe come un buon candidato alle prossime comunali, lui risponde sibillino: «Chissà, nella vita mai dire mai...». Qualcuno già lo corteggia.—

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