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Сентябрь
2024

I mille occhi al Miela di Trieste aprono al concorso con “Henry Fonda for President"

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È la sua prima volta in assoluto, dopo 22 anni in cui ha proposto stili, generi, estetiche sempre diverse, tanto da entrare subito nel vivo già dall’inaugurazione di stasera. Tornano I mille occhi, dal 18 al 22 settembre al Teatro Miela di Trieste, e con loro debutta la novità più importante dell’edizione XXIII: un Concorso internazionale, con tanto di anteprime italiane, una internazionale e una mondiale, suggellato anche da un premio che sarà decretato dal pubblico.

Mai banale nelle scelte, la selezione d’esordio è caduta su opere che, spiegano gli ideatori, «si prendono cura di raccontare, ricostruire, aprire nuove prospettive sulla storia e le storie del cinema».

Otto film che, in modalità di stile differenti com’è tipico del festival fondato da Sergio M. Grmek Germani, rievocano con medesimo affetto e dedizione vicende vissute da registi e interpreti, a volte anche difficili da credere: a iniziare da “Henry Fonda for President” , che aprirà ufficialmente I mille occhi alle 20. 30 alla presenza del suo autore, Alexander Horwath.

L’ex direttore di Viennale, al timone del Museo austriaco del cinema di Vienna, ha concepito sul leggendario attore di “Sfida Infernale” un saggio che è come un prisma per leggere la storia americana.

” Cinema sul cinema” regalerà anche altri ritratti, inediti, curiosi, su personaggi noti o altri tutti da scoprire: venerdì ad esempio si andrà dalla gioiosa evocazione della Bruce Lee-mania raccontata dai suoi tanti emuli, “Enter the Clones of Bruce” (ore 21) all’ibrido “Pero” di Damjan Kozole, sulla tragica vita di un attore superstar in patria, lo sloveno Peter Musevski (ore 18). Questo pomeriggio, per iniziare, brilla uno sguardo verso una vera pioniera, incredibilmente semi-sconosciuta eppure considerata la regista donna più prolifica della storia del cinema Usa: Dorothy Arzner, la cui rocambolesca esistenza è celebrata da una coppia di cineaste francesi alle 16.

È questa la sorpresa maggiore del festival diretto per il quarto anno da Olaf Möller e Giulio Sangiorgio, per una proposta a ingresso libero ancora una volta caleidoscopica e fuori dagli schemi: non è un caso l’intrigante manifesto firmato dall’illustratore Maurizio Lacavalla, in chiave noir a rimandare a un segmento, da domani, dedicato al rapporto tra cinema italiano degli anni di Piombo e influssi kafkiani, da “L’udienza” di Marco Ferreri domani alle 21 a “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy domenica alle 16. Un altro percorso (curato da Dario Stefanoni) e intitolato “Il pianeta della stanchezza”, evolve dalla riscoperta del cinema animato di un grande scultore, Toni Fabris, accompagnando il recupero della sua opera - su tutti il pionieristico e ancora profondamente attuale “Gli uomini sono stanchi”.

Come fuori dagli schemi sarà domani, in anteprima mondiale in loop nel foyer del Miela, un film-fiume che sfiora gli 800 minuti: è “Non c’è Nessuna Dark Side” di Erik Negro.

Due gli omaggi a figure di critici che – in conformità alla sensibilità del festival – sono anche cineasti, sin dalla scrittura ma anche direttamente su pellicola: prosegue la retrospettiva dedicata al francese Louis Skorecki, premio Anno Uno 2023, con la prima italiana del sadiano Eugénie de Franval, e si celebra la figura di Adriano Aprà, con la proiezione di due opere del grande studioso italiano.

Quella di chiusura sarà una giornata importante, a iniziare, nel pomeriggio, dai richiami a figure di spicco del territorio: dall’omaggio al collezionista e studioso triestino Diego de Henriquez, passando per la divertente satira di “Il pecoraro” firmata Lelio Luttazzi, che propone un’alternativa al «logorio della vita moderna», per arrivare a Silvano Agosti e all’organizzazione di quel incredibile “Volo” in aereo su Trieste con i pazienti dell’ospedale psichiatrico.

Ma sarà una giornata illuminata anche dall’arrivo a Trieste di Yervant Gianikian, a ricevere il Premio Anno Uno assegnato a lui e alla scomparsa compagna di arte e di vita Angela Ricci Lucchi: «due cineasti fuori dall’ordinario celebrati in tutto il mondo». Indipendenti, sperimentali, della coppia si vedrà l’ultima tappa del loro percorso artistico d’indagine su storia e memoria, “Frente a Guernica” , alle 20. 30, mentre l’omaggio continuerà in tv con una notte di Fuori Orario dei due capitoli di “I diari di Angela” . —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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