Incendio devasta una casa a Vigonza, ipotesi dolo: indagini sul caso via Rigato
Tragedia sfiorata ieri notte in via Rigato a Peraga: un incendio ha messo a rischio una famiglia, ora indagano gli investigatori. Il rogo avrebbe avuto origine da un’auto in garage e in poco tempo si è esteso a un secondo veicolo e alla villetta. Momenti drammatici per un padre, una madre e tre bambini, di cui uno di pochi mesi. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Ad accorgersi delle fiamme è stata la donna, che si era svegliata e ha salvato tutta la famiglia.
I vigili del fuoco sono accorsi da Padova, Abano e dal distaccamento volontari di Borgoricco con tre autopompe, altrettante autobotti e 20 operatori. Carbonizzate una Opel Astra e una Renault Zoe, le squadre sono riuscite a circoscrivere le fiamme evitando che avvolgessero tutto l’edificio, comunque già gravemente danneggiato. Le cause dell’incendio sono al vaglio del Nia (Nucleo investigativo antincendio) della direzione interregionale dei vigili del fuoco.
Per l’intera giornata di ieri sul posto ci sono state le pattuglie della stazione dell’Arma di Pionca di Vigonza, del Norm e della sezione Rilievi. «Non rilasciamo dichiarazioni», ha detto la donna, solo la madre di lei ha esclamato: «È una cosa incredibile, pazzesca, non abbiamo parole». Fra le ipotesi, infatti, ci sarebbe anche il dolo. L’incendio ricorda quello della notte del primo maggio sempre in via Rigato, quando andarono a fuoco le auto del capo ufficio tecnico del Comune di Vigonza Enzo Ferrara.
Allora si era parlato non solo di dolo, ma pure di intimidazione, di ritorsione e di vendetta. Diversi gli elementi di similitudine tra i due casi. Gli investigatori, tra le varie ipotesi, stanno considerando la vicenda relativa a un’area di via Rigato, sgomberata con la forza pubblica dalla Questura nella primavera scorsa in esecuzione di una sentenza del Consiglio di Stato che aveva riscontrato un abuso edilizio.
La famiglia che ieri notte ha subito l’incendio risulta tra i denuncianti l’abuso e negli scorsi mesi aveva segnalato di aver ricevuto delle minacce. Emergono poi delle singolari coincidenze dal momento che ieri mattina in Tribunale a Padova era fissata l’udienza proprio per questa vicenda, su richiesta della denunciante che ora si ritrova al casa bruciata.
Grande la preoccupazione dei residenti di via Rigato, molti dei quali tempo fa avevano sottoscritto una petizione: «L’altra notte ho chiamato i carabinieri perché c’era qualcosa che non andava – racconta un residente, che chiede l’anonimato – Persone che guardavano un po’ attorno. Ho paura che sia una storia lunga». Interpellato al telefono, Teo Arcolin, familiare dei titolari dell’area sgomberata prende le distanze da quanto accaduto: «Non ne sapevo nulla, non saprei cosa dire – afferma – Mi viene da ridere perché sembra che noi siamo sempre il male di quella strada, da dove ci hanno cacciato 4 mesi fa.
Per me quella via è dannata, più distante ci sto meglio è, sono veramente stomacato da quella vicenda. Sono solidale con questa famiglia perché questi eventi per me sono veramente esecrabili». Ancora: «Non voglio esprimere nessun giudizio. Ho già espresso agli inquirenti e a chi di dovere e con questo mi riservo tutto il resto. Di sicuro Arcolin Teo non è citato in tribunale, io parlo solo per la mia persona, non ho udienze in essere».
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