La Nuova Venezia, quarant’anni tra le persone: la riunione di redazione aperta al pubblico
Il cuore pulsante di un giornale sono i suoi lettori. Oltre cento persone, martedì mattina, hanno spento le quaranta candeline della Nuova Venezia, nel chiostro di M9. Se di solito sono i giornalisti a dare la caccia alla notizia, correndo sul posto, tuffandosi in un fiume di chiamate, questa volta la notizia è arrivata dentro la redazione. Istituzioni, forze dell’ordine, associazioni di categoria, comitati, cittadini hanno preso parte alla riunione che ha lasciato le stanze della redazione di via Poerio per spostarsi all’aperto. «La forza di un giornale è di stare dentro la comunità, dentro un territorio e farne parte insieme ai lettori, a chi ne costituisce il tessuto», prende in mano il microfono il direttore Luca Ubaldeschi, «un territorio articolato, che ha tantissimi volti che cerchiamo di raccontare tra i simboli della carta, del mondo digitale. Il gruppo Nord Est Multimedia è nato per rappresentare con uno sguardo attento questa parte d’Italia». Geografie da tracciare, come invita l’inserto con dodici sguardi d’autore, da Paolo Costa a Fulvio Ervas passando per la “divina” Federica Pellegrini, che la Nuova ha dedicato ai lettori con una copertina ad hoc che prova a riassumere in un filo di matita il suo territorio.
Il saluto del prefetto
Prima ancora della discussione delle notizie del giorno, il microfono è passato tra il pubblico. Tra le autorità, ha portato il suo saluto il prefetto Darco Pellos. «Una realtà come quella di Venezia è un’eccellenza, un privilegio. Va custodita, insieme a tutta la città metropolitana che ha caratteristiche molto consistenti», afferma Pellos, «È fondamentale parlare di che cos’è l’informazione, dell’articolo 21 della nostra Costituzione: spesso lo diamo per scontato, ma la maggioranza dei Paesi non ha questo privilegio. Dobbiamo essere grati alla Costituzione, la poliedricità dell’informazione è importante. I giornalisti meritano un plauso, per la loro capacità di ascoltarci e di stare nel territorio, sulle strade. Lo siamo anche noi».
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I lettori
Nel fruscio delle pagine, qualcuno prende il coraggio di rompere il ghiaccio. «Ringrazio la Nuova per questa iniziativa», dice Sergio Firpo, «vengo dal quartiere di Altobello. Vogliamo un giornale dei cittadini, che parli alla città e la ascolti: la Nuova riesce a raccogliere i bisogni delle persone, è un giornale che sta vicino alla gente».
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Leonardo Muccioli vive a Tessera e racconta di stare lontano dai social, non è né su Facebook né su Instagram: «Sono un po’ all’antica», sorride, «se non fosse per la Nuova, non riuscirei a informarmi. Grazie a chi ci dà voce». E a proposito di voce, quella che sale come un coro è che ci siano sempre più iniziative di apertura alla città. «Fatene altre», sottolinea Giorgio Rocelli del Comitato Quartiere Pertini, «le istanze devono avere un altoparlante. C’è il Comune che ci ascolta, certo, ma la carta stampata arriva dove la voce non riesce». Il microfono è passato di persona in persona, dando voce anche alla comunità bengalese fortemente radicata in città.
Il saluto dell’amministrazione e del presidente Zaia
«Grazie di essere tra la gente», esordisce l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga, portando i saluti di tutta l’amministrazione, “ma soprattutto grazie alla redazione per aver assunto questi ragazzi giovani. Da anni lavoravano come freelance, la notte vi ringrazio per aver dato loro uno stipendio sicuro. Il vostro lavoro serve alle persone».
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Lungo il pomeriggio, poi, si sono moltiplicati i messaggi di auguri, innanzitutto dal presidente della Regione Luca Zaia. «La Nuova Venezia compie 40 anni di vita», sottolinea il presidente, «Da quattro decenni porta nelle edicole e ai suoi lettori informazione di qualità e professionalità. Auguri di buon compleanno alla testata, a tutti i suoi giornalisti attuali e a quelli che hanno contribuito nel tempo a realizzare questo giornale». Di geografia in geografia, nelle acque della Laguna, lungo le calli tortuose, nel vivo del tessuto rubano mestrino, nel cuore della provincia, sui fiumi, tra le fabbriche: la Nuova si racconta. Stringe la mano ai lettori. E, in primis, ascolta.