La corrida
EDITORIALE – I Friedkin lo hanno fatto ancora. Scontenti dell’andamento della squadra, padre e figlio hanno convocato di buon ora Daniele De Rossi nel loro ufficio per comunicargli la decisione di interrompere anzitempo il rapporto lavorativo. Una scelta, se possibile, ancora più impopolare di quella presa con Mourinho qualche mese fa.
Ma stavolta non ci sono zuccherini per la piazza, perchè al posto di De Rossi arriva Juric. Con buona pace di chi sperava di consolarsi con Allegri o Klopp. La scelta è chiara: ci si affida a un traghettatore. Nessun nuovo progetto, contratto di un anno per il tecnico croato, e poco importa se la stagione è soltanto agli albori.
E se la pezza è peggiore del buco, a rendere tutto davvero preoccupante è soprattutto il modo in cui viene gestito il club. Nessuno parla, ad eccezione dell’allenatore. Nessuno spiega in che direzione sta andando la Roma. E se prima c’era un monumento del calcio come Josè Mourinho a reggere la baracca, la musica è notevolmente cambiata quando la proprietà ha deciso di privarsi di lui.
Ora che anche il parafulmine De Rossi è stato rimosso viene da chiedersi cosa ne sarà di questa Roma. Un club affidato a gente che di calcio sembra saperne poco o nulla. Che se prima aveva scelto di andare incontro alla passione della gente, ora decide di calpestarla, arrivando a umiliare una bandiera del club, mettendolo da parte con un’anonima “nota” pubblicata in secondo piano nella home del sito.
La breve storia di Daniele De Rossi, scelto originariamente per placare la rabbia di una piazza fortemente legata alla figura carismatica di Mourinho, finisce dopo una manciata di gare dall’inizio della stagione. In barba a tre anni di contratto e di un progetto annunciato con grandi speranze dai Friedkin, che con il loro improvviso dietrofront certificano il proprio grossolano errore. La discutibile scelta di Juric è l’ultimo tassello di una serie di vicende (dal caso Dybala a quello Zalewski) gestite in modo dilettantesco da questa dirigenza.
“De Rossi rischia di fare la fine di Mourinho“, aveva detto profeticamente Francesco Totti, ma in pochi gli avevano creduto. E invece anche a DDR è toccato l’ingrato destino di lasciare Trigoria da indesiderato. Ora sotto con Juric, catapultato di punto in bianco in una realtà pirandelliana, e in uno spogliatoio pronto a fagocitare un altro tecnico nel caso di scelte poco gradite ai suoi senatori. In bocca al lupo.
Giallorossi.net – Andrea Fiorini
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