Ivrea, allarme sui conti del Comune: per il 2025 quasi 1 milione in meno
Ivrea
La spending review imposta dal Governo si abbatterà sui Comuni creando non pochi problemi. Un taglio previsto per gli enti locali di 250 milioni quest’anno e per un totale di 1 miliardo e 250 milioni fino al 2028. In Comune a Ivrea la spia rossa si è accesa già da qualche settimana, da quando è in fase di stesura il bilancio di previsione del 2025. Il taglio sarà di 125mila euro per ogni anno. A questi si aggiungono aggravi di spesa che per il prossimo anno rischiano di pesare sulle casse comunali per quasi un milione di euro. Che su un bilancio di 25 milioni significa il 4%. Non poca cosa, insomma.
Il sindaco Matteo Chiantore è intervenuto sull’argomento, giovedì mattina, ospite alla trasmissione Tagadà di La7 condotta da Tiziana Panella. «A fronte di un Governo che fa fatica a declinare le parole tagli e sacrifici, temo che a pagare saranno ancora una volta i Comuni che da oltre dieci anni vedono immutati i trasferimenti statali – ha detto Chiantore -. Ora ci troviamo a fare i salti mortali per chiudere il bilancio di previsione 2025 e le aspettative per il 2026 e 2027 sono ancora peggiori. Stiamo facendo il possibile per mantenere i servizi inalterati, ma la faccenda si fa sempre più complicata e questo i cittadini lo devono sapere. Perché da un lato si dice che non aumenteranno le tasse, ma poi si riducono le risorse destinate ai Comuni».
I sacrifici di cui parla da giorni il ministero dell’economica Giancarlo Giorgetti, bacchettato a più riprese da tutti i partiti della maggioranza, rischiano però di riversarsi in gran parte sui comuni. «La situazione è grave – spiega il sindaco -. Perché ai 125mila euro che ogni anno dovremo inviare allo Stato come contribuzione alla finanza pubblica, si aggiungono una serie di aumenti di spesa di cui dobbiamo farci carico per una cifra che sia aggira tra i 900mila e 1 milione di euro. Parlo di almeno ulteriori 125mila euro per il riscaldamento degli edifici pubblici dovuti al passaggio dell’Iva dal 5 al 22%. Ci sono ulteriori 250mila euro per la revisione dei contratti di fornitura a causa dell’adeguamento all’inflazione. Infine, ipotizziamo almeno 380mila euro in più per la retribuzione dei dipendenti comunali per via dell’aumento contrattuale. Una misura sacrosanta per i lavoratori ma che ricade interamente sugli enti locali che a fronte di nuove uscite non riceveranno altrettanti trasferimenti statali, fermi ormai da tempo immemore». Ivrea a dicembre 2023 contava 156 dipendenti per una spesa annua di 4,7 milioni.
L’obiettivo dell’amministrazione guidata da Chiantore resta quello di mantenere inalterati i servizi offerti ai cittadini. «Paradossalmente davanti a questi aumenti e alla contribuzione imposta dal Governo dovrei chiudere la piscina o il teatro - dichiara provocatoriamente Chiantore -. Certo, si possono sempre aumentare le tasse e tagliare le spese se non si vogliono ridurre i servizi, ma anche su questo fronte noi la nostra parte l’abbiamo già fatta. Ivrea ha attivato da tempo i patti di collaborazione con i cittadini per la manutenzione del verde pubblico, abbiamo posticipato, quando è possibile, l’accensione degli impianti di riscaldamento abbassando le temperature massime negli edifici pubblici. Abbiamo ritoccato verso l’alto le tariffe dei parcheggi a pagamento, così come per l’Imu, già molto alta. Sulla Tari non abbiamo margini di manovra perché quello che si incassa si spende». «Abbiamo ridotto il fondo di svalutazione crediti e attivato le notifiche on line per le cartelle esattoriali - conclude il sindaco - Ivrea non è stata ferma in questa in anni aspettando improbabili aumenti di trasferimenti statali. Però ora siamo arrivati a un punto di non ritorno».