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Октябрь
2024

Dal Friuli alla Fiorentina, ecco Pietro Comuzzo e la vittoria sul Milan

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C’è un friulano che ha già battuto il Milan. L’ha fatto prima della sosta, risultando tra i migliori in campo. Una prova che ha rappresentato il picco di questo avvio di stagione, in cui è diventato inamovibile nella Fiorentina e ha conquistato la prima convocazione in Under 21. Il calcio italiano sta scoprendo Pietro Comuzzo, sandanielese doc, il più giovane difensore centrale titolare in Serie A.

I suoi 19 anni e 5 mesi sono un dettaglio, perché il talento sbocciato in viola ha la testa da adulto: è concentrato sui prossimi passi da compiere, sa dove vuole arrivare (il sogno è l’Europeo con l’under) e ha opinioni interessanti. «Nel mio ruolo bisogna prima di tutto sapere difendere», dice.

Comuzzo, sei partite da titolare in Serie A, il rinnovo con la Fiorentina sino al 2028, l’azzurro della U21: la prima parte di annata sportiva è andata oltre le sue aspettative, vero?

«Non mi aspettavo che tutto ciò avvenisse assieme. Durante il ritiro mister Palladino mi aveva parlato, sottolineando come fossi un ragazzo su cui poter lavorare. Ho giocato dall’inizio nella prima di campionato col Parma, quindi l’allenatore mi ha riconfermato. E per me è stata quasi una sorpresa. Col tempo è arrivato il posticipo serale col Milan, il match più importante di quelli affrontati sinora».

All’inizio Palladino adottava la difesa a 3, quindi è passato a 4. Lei ha dimostrato di sapere stare in entrambi i sistemi.

«Mi trovo bene in tutti e due, sia da marcatore nel reparto a 3, sia da centrale nella linea a 4. In quest’ultima avevo già giocato con il precedente tecnico, Vincenzo Italiano. È stato un inizio di stagione da sogno: sono contento che mister Palladino ha creduto in me. Voglio ripagare la sua fiducia».

Fiducia le è stata data anche dallo staff dell’Under 21, che l’ha promossa dall’U20 la scorsa settimana. Come valuta l’esperienza in azzurro a Trieste con l’Irlanda? Non ha giocato, ma ha respirato l’aria del gruppo.

«La chiamata è arrivata a sorpresa e ho raggiunto un bel collettivo, dove si lavora forte. Ho ritrovato Bove, mio compagno di squadra in viola, e Bianco, che era con noi prima di passare a Monza».

Dal 12 al 29 giugno 2025 l’Italia giocherà gli Europei di categoria in Slovacchia: non ha prenotato impegni, vero?

«No, con la professione che svolgo ho imparato a pensare solo al giorno dopo. È il mio sogno esserci, lavoro per questo: per migliorare, per poter giocare sempre, per far parte dell’U21».

Denis Fiorin, responsabile del vivaio del Pordenone quando lei passò alla Fiorentina, è sempre rimasto impressionato dalle sue qualità difensive. È il suo punto forte?

«Il duello con l’attaccante è ciò che preferisco, mi esalta. Chi gioca nel mio ruolo deve prima di tutto saper difendere. Mi sono molto impegnato su questo aspetto. Poi, certo, il centrale deve anche essere in grado di impostare la manovra e a riguardo sto lavorando».

Gioca nel cuore del reparto arretrato a 19 anni e 5 mesi: allora è vero che i giovani possono fare bene e che hanno solo bisogno di fiducia?

«Se non sbagliamo noi, chi? Chiediamo fiducia e ci alleniamo duramente affinché ci venga concessa. Certo, serve anche fortuna, e bisogna cogliere l’occasione al volo».

Il 29 dicembre c’è Juventus-Fiorentina, dove potrebbe trovare di fronte il suo coetaneo Yildiz, un altro 19enne titolare. Si aspetta una bella sfida?

«Certo. L’ho già incontrato in Primavera ed è già uscito un bel duello. Me ne aspetto tante così. Già è stato un sogno marcare calciatori come Leao e Morata».

Il centravanti spagnolo è il più forte incontrato sinora?

«Dico un attaccante con cui mi alleno tutti i giorni: Kean. È difficile da contrastare, è una forza della natura».

Da San Daniele alla Fiorentina, passando per Tricesimo, Udinese e Pordenone: come ricorda gli inizi in viola?

«Non è stato facile, anche se il club è al top a livello giovanile, anche per le strutture. A 14 anni lasciai casa, approdando a Firenze con mio fratello gemello Francesco. Aver condiviso con lui quest’esperienza è stato importante. Le nostre strade si sono poi divise, ma siamo sempre in contatto. È la persona per me più importante, ci aiutiamo. Poi gioca anche lui (con la Pro Fagagna in Eccellenza, ndr)».

Alla Fiorentina ha avuto ottimi allenatori: Galloppa e Aquilani nelle giovanili, Italiano la scorsa stagione che l’ha fatta debuttare in Italia e nelle coppe.

«Il primo mi vedeva come capitano (con l’U16 e U17, ndr). Il secondo in Primavera aveva dato una bella impronta di gioco, ci divertivamo. Italiano mi ha dato fiducia tra i “grandi”, dal ritiro dell’estate 2023 in poi. Con lui ho esordito tra i grandi in amichevole col Newcastle».

Comuzzo, ma come ha festeggiato tutti questi traguardi, centrati in così poco tempo?

«Festeggiato è un “parolone”! Penso al presente. Rimango sul pezzo, è una caratteristica di famiglia».




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