Jonathan Milan, la sua missione mondiale: proverà a vincere l’inseguimento
Ballerup Sport Arena, Copenaghen. Jonathan Milan questo pomeriggio punta a vincere il Mondiale dell’inseguimento individuale su pista, l’ultimo tassello di una carriera tra i velodromi che gli ha già portato una maglia iridata con il quartetto nel 2021, due argenti e un bronzo nell’inseguimento sempre ai Mondiali, oltre all’oro e al bronzo olimpico nel quartetto.
Obiettivo maglia iridata anche perchè in Danimarca non ci sarà il signore quasi incontrastato dei quattro chilometroi nell’ultimo decennio: Filippo Ganna, anche se almeno Ethan Hayter, britannico già protagonista del quartetto e sprinter del Team Ineos, oggi ha gambe buone per metterlo in difficoltà.
Il campione friulano della Lidl Trek, quest’anno 13 vittorie tra i pro tra cui tre tappe al Giro d’Italia e due alla Tirreno Adriatico, tuttavia sta bene. Certo al termine di una stagione formidabile, che gli ha portato anche il bronzo col quartetto alle Olimpiadi di Parigi a inizio agosto, la stanchezza è tanta, ma una decina di giorni di lavoro al velodromo di Montichiari, agli ordini del ct degli azzurri Marco Villa, ha ridato un buon smalto al pistard, uscito deluso dagli Europei su strada in Belgio, dove era tra i grandi favoriti, e anche fiaccato un po’ dall’influenza.
Come stanno le sue gambe? Villa, il ct, condottiero e artefice della rinascita azzurra nei velodromi nell’ultimo decennio, dice che la punta di diamante della spedizione azzurra in Danimarca sta bene. Lui da Copenaghen ci fa sapere con una spettacolare espressione friulana che lo caratterizzano che la forma c’è “plui o mancul” dice.
E quando il campione dice così vuol dire che sta bene. Il Mondiale individuale è l’ultimo trofeo che gli manca. Arriva da una serie impressionante di risultati nei velodromi: nel 2020 all’esordio ai Mondiali di Berlino, una settimana prima del lockdown, fu quarto, l’anno dopo a Roubaix argento dietro all’americano Lambie, ora riciclatosi cyclor sulla barca Usa di Coppa America. Nel 2022, poi, a Parigi fu secondo nella finale memorabile vinta da Ganna che, cinque giorni dopo aver frantumato il record dell’ora, polverizzò anche quello dei quattro km correndo in 3’59”636.
Un anno fa, uscito felice ma distrutto dal suo primo Giro d’Italia, a Glasgow il friulano fu terzo, mentre in finale sempre il solito Ganna fu autore di una rimonta clamorosa sull’inglese Bigham prendendosi il sesto titolo di una strepitosa carriera. È chiaro, senza Ganna, ora Milan “vede” la maglia iridata. In Danimarca ha un’occasione irripetibile per prendersi la seconda maglia iridata dopo quella conquistata a Roubaix col quartetto due mesi dopo il trionfo olimpico di Tokyo. Per non perdersi il pomeriggio-sera ieri sono sbarcati in terra danese anche i genitori del campione, Elena e Flavio. Oggi, dalle 14.45, sono in programma le qualificazioni. I primi due classificati dalle 20.40 si giocano l’oro. Milan vuole essere tra quei due.