Sinner: “Ero stanchino”. E adesso Alcaraz (Nizegorodcew). Sinner batte ancora l’orgoglio di Djokovic (Strocchi). Nadal li incorona: “Jannik e carlos le stelle più brillanti” (Crivelli). La negligenza di Halep e lo stop di nove mesi. Ma per Jannik è diverso (Cocchi)
Sinner: “Ero stanchino”. E adesso Alcaraz (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Jannik Sinner sa solo vincere. In ogni torneo, che sia uno Slam, un ATP, un`esibizione o una partita a burraco con il team. In qualsiasi maniera: dominando, rimontando, passeggiando o soffrendo. L’indiscusso numero 1 del mondo, nella semifinale del Six Kings Slam, ha superato Novak Djokovic 6-2 6-7(0) 6-4 in un match bellissimo e spettacolare di fronte al nutrito pubblico di Riyad. Jannik ha dovuto affrontare molte difficoltà: break subiti, doppi falli, stanchezza, nervosismo, qualche errore banale. Sinner ha però reagito a ogni singolo challenge del match alla sua maniera: ribellione e successo. E ora in finale, domani, troverà Alcaraz che ha battuto Nadal. «Io e Novak avevamo giocato pochi giorni fa la finale a Shanghai – ha spiegato l`azzurro – e siamo giunti qui un po` stanchi. Abbiamo provato ad alzare il livello entrambi, conoscendo bene i punti deboli e di forza l`uno dell`altro». Non finirà negli annali, essendo un match di (ricchissima) esibizione, ma Jannik è riuscito a sconfiggere Djokovic per la quarta volta consecutiva, nonché quinta nelle ultime sei.
Sinner, così come accaduto contro Medvedev due giorni fa, parte a razzo. Servizio incisivo, grandi risposte, pochissimi errori gratuiti. La profondità dei colpi è ai limiti della perfezione. Djokovic è in balia dell`avversario, sorride (quasi) incredulo. Jannik domina, sembra poter cambiare ritmo a proprio piacimento. Risultato: 6-2 senza storia. Nel secondo parziale Nole prova a scappare via, ma Sinner rientra immediatamente. Si arriva al 6-2 5-4 Jannik, con l`azzurro avanti 0-30 sul servizio del serbo. Il match sembra finito ma Djokovic piazza la zampata del vecchio campione. Si giunge al 6-6: Jannik, per una volta nella vita (è dunque umano!), si smarrisce: 7-0 per Nole e primo tie-break in carriera perso dall`altoatesino senza conquistare alcun punto. A inizio terzo set Jannik si riprende immediatamente, dimostrando (come al solito) una forza mentale incredibile, ma Djokovic realizza il contro break. Il servizio di Sinner è titubante, aumentano a dismisura i doppi falli. In risposta, però, il numero 1 del mondo è una macchina e torna avanti (4-3) procurandosi alla battuta la palla del 5-3. L’azzurro scherza mi fuoco con due smorzate non eccelse e un paio di smash e volée non chiusi. Djokovic si riporta sul 4-4, aizza il pubblico e Sinner sembra voler distruggere la racchetta; si calma in tempo, ma la sensazione di nervosismo è palese. Momento di crisi? Nemmeno per sogno. È come se nella vita di Jannik il passato non esistesse, come giocasse da sempre e per sempre lo stesso punto: il prossimo. Facile a dirsi, difficile a farsi per chiunque, naturale per Sinner. […]
Sinner batte ancora l’orgoglio di Djokovic (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Ha fatto tutto il possibile per prendersi una rivincita che attende da Malaga 2023, ma alla fine Novak Djokovic ha dovuto inchinarsi di nuovo, per la quarta volta consecutiva, a sua maestà Jannik Sinner. Appena quattro giorni dopo la finale nel Masters 1000 di Shanghai, il n.1 del mondo ha sconfitto ancora il vincitore di 24 Slam, colui che ha trascorso il maggior numero di settimane in assoluto al vertice della classifica (428, di cui 122 consecutive). L’azzurro si è imposto col punteggio di 6-2 6-7 (0) 6-4, in 2 ore e 27 minuti, così da raggiungere l`ultimo atto del “Six Kings Slam”, l`esibizione più ricca di sempre (1,4 milioni di euro il “gettone” di partecipazione a ciascuno dei protagonisti, 5,5 milioni di euro il premio per il vincitore) inserita nel cartellone dei Riyadh Season, i festeggiamenti della città iniziati lo scorso fine settimana. «Sarà una grande partita», aveva detto Jannik mercoledì dopo aver travolto Daniil Medvedev riguardo al remake ravvicinato con il serbo. E lo è stata davvero, specialmente a livello di intensità e ritmo negli scambi. E questo anche per merito del 37enne di Belgrado, a sua volta presentato al pubblico saudita come un eremita in grado di dominare la gravità, gli elementi atmosferici e lupi minacciosi attorno a sé. Ma non in questo caso la… Volpe, capace di conquistare una partita faticosa e dispendiosa, nella quale ha dovuto fare i conti con una serie di alti e bassi. Davanti a spalti gremiti Sinner ha cominciato l`incontro come aveva finito quello di 24 ore prima, dettando legge con la sua profondità di palla: risultato un eloquente 6-2. Però Djokovic in avvio di seconda frazione ha piazzato un break, allungando sul 2-0, prima di essere ripreso sul 2-2. Da quel momento, dopo un primo set a senso unico, è stata partita vera, lottata e tirata, in cui in un`avvincente commistione tra fantasia e realtà Nole si è dimostrato il custode di un elisir di eterna giovinezza e di eterna competitività. Ritrovando il servizio e la precisione nei fondamentali, Djokovic ha portato la sfida al 3° grazie a un tie-break dominato. E nonostante un fastidio alla spalla nel parziale decisivo ha messo paura all`azzurro, costretto a fronteggiare due palle-break sul 3-2 per il rivale. Ma proprio quando sembrava in difficoltà (ha subìto due volte un immediato contro-break) Jannik ha saputo trovare le energie e la qualità per spuntarla, chiudendo il discorso con il punteggio di 6-2 6-7 (0) 6-4. «È stato un match davvero duro, dopo quello disputato pochi giorni fa a Shanghai. Nonostante fossimo entrambi un po` stanchi abbiamo provato a giocare ogni punto al meglio – ha detto il n.1 ad Andrew Castle -, l`abbiamo presa seriamente cercando anche di fare qualcosa di diverso in campo. Abbiamo commesso qualche errore, certo, è normale, nel tennis succede. Ho giocato un paio di diritti che mi hanno permesso di riprendere in mano la situazione. Di solito sono calmo, però anche a me può capitare di sentirmi teso e nervoso, specie quando sono stanco. Punto a chiudere al meglio la stagione e questo torneo, cercherò di offrirvi il miglior spettacolo possibile. Sono sicuro, la finale sarà una partita molto divertente». […]
Nadal li incorona: “Jannik e carlos le stelle più brillanti” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Una bella serata. L`ha definita così Carlos Alcaraz, a rimarcare il clima di festa e l`atmosfera sospesa più vicine a una serata di gala che a una partita di tennis. Ce n`era motivo, d`altronde, perché il risultato avrebbe in ogni caso lasciato tutto il proscenio agli ultimi fuochi di Rafa Nadal, fresco di annuncio di ritiro. Lascerà il tennis dopo le Finali di Coppa Davis di novembre, sperando di alzarla per l`ultima volta (e sarebbe la sesta) insieme al fenomeno di Murcia che venne indicato come suo erede naturale fin da quando si affacciò imberbe sul circuito. A Riad va dunque in scena l`eterno duello tra passato e presente […]. Rafa e Carlos si sono sfidati tre volte in partite ufficiali, e il vecchio leone maiorchino è avanti 2-1, ma oggi la differenza di condizione atletica, di motivazioni, di reattività, di esplosività di palla è troppo marcata perché potesse regnare l`equilibrio. Eppure Nadal, da straordinario campione, ha onorato lo spettacolo estraendo dal suo spirito agonistico ormai al tramonto alcuni colpi sensazionali, provando a rimanere attaccato al match fino alla fine, guadagnandosi un`altra porzione di rispetto planetario e l`ammirazione del giovane avversario: «Nadal rimane sempre Nadal, ho cercato di giocare al mio miglior livello perché sapevo sarebbe stata una partita difficile, sapevo che dovevo essere concentrato. certo, è difficile pensare che Rafa non giocherà più. Mancherà a tutti e soprattutto a me: è il mio idolo, per lui mi sono avvicinato al tennis. Adesso giocheremo la Coppa Davis, dove vorrò passare quanto più tempo in sua compagnia come è successo qui in Arabia. Il suo ritiro è stato un momento triste per il nostro sport». A fine partita, con un doveroso strappo al protocollo, si fermeranno entrambi in campo per l`intervista di rito: «Penso che Carlos diventerà ancora più forte – le parole di Nadal – ha giocato una bellissima partita, ma sta giocando benissimo negli ultimi anni. Io ho provato ad essere competitivo, penso comunque di aver disputato un buon match anche se non è stato abbastanza per vincere». Alla vigilia, del resto, era arrivata la benedizione nadaliana sulla nuova rivalità del tennis: «Sinner e Alcaraz stanno andando davvero bene, sono ancora molto giovani ma stanno già ottenendo grandi risultati. Hanno già dei record impressionanti. Sia Carlos sia Jannik hanno qualcosa di speciale, sicuramente aiuteranno gli altri ad essere migliori. Hanno iniziato la loro carriera con dei dati impressionanti, spero che possano essere liberi da infortuni, sono sicuro che faranno carriere fantastiche». Per lui, l`avventura araba si chiuderà domani nella finale per il terzo posto, un amarcord contro il rivale di 60 battaglie, Djokovic: «È un giocatore che mi ha spinto ai più alti livelli, al limite, e credo sia una sensazione reciproca. Con un avversario così forte dovevamo migliorarci entrambi per continuare a essere competitivi».
La negligenza di Halep e lo stop di nove mesi. Ma per Jannik è diverso (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Nei giorni in cui si sta istruendo l`arbitrato del Tas sul caso Jannik Sinner, il Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna ha pubblicato le motivazioni della sentenza che ha ridotto la squalifica di Simona Halep. La giocatrice rumena, ex numero 1 al mondo e campionessa di Roland Garros e Wimbledon, oltre che degli Internazionali di Roma, era stata condannata a quattro anni di squalifica dalla Itia per essere risultata positiva al Roxadustat, una sostanza che aumenta i livelli di emoglobina nel sangue e per irregolarità nei valori del passaporto biologico. Il suo caso, però, è molto diverso da quello dell`altoatesino. Simona Halep, che è già tornata in campo ma la cui carriera è ormai compromessa, ha fatto immediatamente ricorso e lo ha parzialmente vinto: il collegio del Tas, a marzo, ha ridotto la squalifica a 9 mesi per negligenza. La Halep, attraverso i suoi legali, è riuscita a dimostrare che il Roxadustat era contenuto in un nuovo integratore che aveva assunto durante lo US Open del 2022 e acquistato dalla sua fisioterapista, consigliato dal preparatore dell`Accademia Mouratoglou e dal suo coach a quel tempo, Patrick Mouratoglou. Si è trattato, dunque, di assunzione involontaria, perché la giocatrice non sapeva che l`integratore fosse contaminato. Il ricorso ha accertato che la giocatrice non ha cercato di migliorare le prestazioni attraverso la sostanza proibita, ma è stata ritenuta responsabile di una mancanza di attenzione su quello che la fisioterapista le aveva dato. Se da una parte la Wada, nel suo ricorso, ha chiesto per Sinner da uno a due anni di sospensione per negligenza, il caso dell`altoatesino è completamente differente da quello della ex numero 1 al mondo. Il procedimento che ha portato all`assoluzione di Sinner da parte della Itia, che si era avvalsa di tre diversi esperti dell`antidoping per le indagini, ha stabilito che la contaminazione di Jannik è avvenuta attraverso lo spray cicatrizzante usato dal fisioterapista Giacomo Naldi (Trofodermin) su indicazione del preparatore Umberto Ferrara, che aveva acquistato il prodotto in una farmacia di Bologna. Naldi si era ferito a un mignolo e, trattando Sinner senza guanti, gli ha trasmesso tracce di Clostebol, sostanza contenuta nello spray. Sinner, però, non sapeva che fosse stato usato quel farmaco, non poteva essere consapevole del rischio e quindi prevederlo. La contaminazione involontaria, in questo caso, è completamente diversa rispetto all`integratore usato da Simona Halep. Inoltre, Giacomo Naldi, osteopata, e Umberto Ferrara, laureato in Chimica e Tecnologie farmaceutiche hanno conoscenze mediche adeguate, per cui Sinner era portato a fidarsi. Difficile dunque accusare l`azzurro di non essersi circondato di uno staff preparato da ogni punto di vista. Non essersi rivolta a un team competente è invece quello che è stato contestato a Simona Halep che, assumendo un nuovo integratore, non testato, si è assunta un rischio importante. […] La tennista ha utilizzato questo prodotto volontariamente, fidandosi del consiglio dei collaboratori, ma nulla è avvenuto a sua insaputa. I 9 mesi di squalifica sono stati ritenuti una pena adeguata al grado di responsabilità. I due casi, dunque, non sono assolutamente assimilabili. […]