Fabiana Bianchini, l’addio alla Spes Belluno e alla pallavolo dopo vent’anni
Spes, addio. Per la prima volta da quindici anni, ai blocchi di partenza dei campionati di volley bellunesi non c’è la Spes Belluno. La società della presidente Fabiana Bianchini, 20 anni come dirigente, gli ultimi 9 alla guida del club di via dei Dendrofori, ha chiuso i battenti.
Le atlete si sono sparse per la provincia: chi a Feltre e Sedico in prima squadra, chi a Limana per l’Under 16 Elite; alcune delle piccole al New Dolomiti Volley per l’U13, il grosso del gruppo (una cinquantina oltre a tutti i bambini del minivolley) alla Pallavolo Castion, che sta vivendo una profonda fase di rinnovamento.
Si chiudono 15 anni intensi, dal record di 350 tesserati alla cessione del maschile al Belluno volley, passando per le pagine più difficili (la perdita della B2 è una tra queste) e per il mancato accordo con Pallavolo Sedico e Pallavolo Belluno che avrebbe dovuto portare, rivela Bianchini, alla nascita dell’SBS Volley.
Presidente, ma è proprio finita?
«Dopo il Covid abbiamo assistito ad un crollo della vocazione al volontariato. Poca disponibilità di aiutare da parte dei genitori degli atleti ed atlete che sono sempre stati una forza preziosa per garantire un buon funzionamento della macchina organizzativa associativa, inoltre la riforma dello sport, volta a professionalizzare il settore, mi ha fatto decidere a malincuore di rinunciare ad andare avanti. Ero pronta ad affiancare chiunque avesse voluto prendere il mio posto e continuare l’attività, che anche nell’ultimo anno vedeva comunque più di 80 tesserate solo di atlete femmine, ma non c’è stato nessun riscontro positivo. In contemporanea c’è stata anche la scadenza della convenzione in essere con il Comune di Belluno per l’utilizzo della sede e del campo presso la Spes Arena. Insomma, tutta una serie di segnali che mi hanno fatto capire che era il momento di lasciare».
Spes Belluno è nata nel 2009 per volontà della dirigenza della Spes Conegliano (poi rilevata dall’Imoco)...
«L’idea era di fare pallavolo giovanile e allo scopo era stato inglobata la PGS volley che allora contava più di un centinaio di atlete e un neonato settore maschile che seguivo personalmente. Venivo da cinque anni passati alla Pallavolo Belluno dove avevo avuto modo di sviluppare competenze specifiche per l’implementazione di un settore giovanile di qualità anche grazie all’allenatore che è sempre stato ispiratore del progetto, ovvero Zoris Furmenti».
Il momento più bello?
«Uno dei più belli è stato quando nel 2016 siamo riusciti ad approdare al campionato nazionale con il gruppo U14 maschile, impresa non facile visto che in regione abbiamo realtà pallavolistiche di alto livello con cui non è mai facile competere».
Il più difficile?
«Ce ne sono stati, ma sicuramente la faccenda del 2015 che ha portato alla perdita della serie B2 femminile, dopo una disputa in procura federale con l’allora presidente Paolo Gamba. È stata molto pesante ed impegnativa per tutte le parti coinvolte. Al tempo avevamo circa 350 tesserati. E poi il periodo Covid, che ho mal sopportato non trovandomi per nulla d’accordo con tutte le misure governative presentate al tempo, e ricordo pure che avevamo la squadra U18 maschile che stava disputando un campionato regionale di alto livello che purtroppo è stato interrotto».
L’accordo tra Belluno Volley e Spes Belluno per il settore giovanile maschile?
«L’accordo storico con il Belluno Volley era doveroso viste le ambizioni della società. Con Sandro Da Rold ci eravamo trovati veramente in sintonia l’anno dell’approdo in A3, visto che loro avevano una prima squadra, ma non erano in grado con le loro forze di garantire quel settore giovanile che la Lega Volley chiedeva per formalizzare l’iscrizione. E le multe erano salate. Ero e resto convinta che le realtà del giovanile e della prima squadra, quando è di alto livello, debbano rimanere separate per meglio garantire lo sviluppo del lavoro in entrambi gli ambiti».
Come mai?
«La gestione di un’attività giovanile non è come la gestione della prima squadra. Ci sono prerogative e obiettivi totalmente diversi e a volte, pure in contrasto tra loro. Potendolo fare ritengo che ci dovrebbero essere due società che naturalmente siano in connessione molto stretta tra loro, con una programmazione pluriennale condivisa. Quando ho iniziato a fare la dirigente, alla fine del 2003, la dirigenza dell’allora Pallavolo Belluno Executive di Mirco Barp aveva provato sul campo cosa volesse dire non avere nessun settore giovanile e la necessità di crearlo. Per fortuna da allora non ci siamo mai fermati e, sebbene nel 2022 abbia ceduto interamente il comparto maschile al Belluno Volley, lo stesso prosegue a gonfie vele anche grazie alla struttura che con esso si è trasferita “di là”, che era già solida e rodata, almeno da un punto di vista organizzativo».
Nell’ultimo periodo è rimasto soltanto il settore femminile…
«C’era meno impegno, ma non meno passione, anche se è stato impossibile trovare una via di sviluppo comune con altre realtà del territorio e lo scorso anno sono stata molto delusa dal fallimento del dialogo con i sodalizi che hanno fondato l’SB Volley, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi SBS Volley. Avevo già avvisato tutti che per me sarebbe stato l’ultimo anno e, non trovando nessuno che volesse fare il presidente, ho iniziato a dialogare con altre società per poter garantire di proseguire un certo tipo di lavoro per le nostre ragazze».
Ma quindi è solo un anno sabbatico oppure è davvero la fine di un progetto?
«Per quanto mi riguarda sicuramente dopo 20 anni sento l’esigenza di dedicarmi ad altro, anche perché ho già un’azienda impegnativa da mandare avanti e altri progetti di vita da sviluppare. Abbiamo fatto tanto in 15 anni di lavoro e ringrazio tutte le persone che ci hanno creduto e aiutato a sviluppare questo progetto, dai tanti allenatori che sono stati alla Spes Belluno negli anni ai presidenti che si sono succeduti, Angelo Caneve, Gino D’Incà, Paolo Gamba, fino alla sottoscritta, ai dirigenti che mi hanno sempre accompagnato in questo percorso: Michele Martini, Franco Conigliello e quelli che nelle ultime stagioni si sono adoperati, Barbara Bristot, Maurizio Bortot, Francesco Rosso, tutti i segnapunti, tutti i collaboratori, i genitori, lo storico sponsor Hyundai D’Incà. Un pensiero speciale va a Laura Casarin che ci ha lasciato da poco e a Sandro Rebeschini, già vicepresidente del settore femminile, a cui va un abbraccio speciale. Per citare una frase di Michele Martini ad ogni inizio stagione, a tutto il movimento bellunese, buona pallavolo a tutti».