Sì all’abbattimento di lupi e orsi, approvato l’emendamento in Senato
Mentre la Provincia di Belluno con la vicepresidente Silvia Calligaro rilancia l’allarme-lupi, nel dibattito al Senato sulla legge Montagna è stato approvato ieri un emendamento dei senatori Durnwalder e Unterberger della Svp che introduce la possibilità, su base regionale e delle province autonome, di «stabilire il tasso massimo di prelievi di orsi e lupi».
Prelievi che sta a significare abbattimenti. Prevede, infatti, che «con decreto del ministro dell’Ambiente, d’intesa con il ministro dell’Agricoltura, si definisca annualmente, su base regionale o delle province autonome, il tasso massimo di prelievi tale da non pregiudicare il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della specie Canis lupus». In altre parole è la prima applicazione in Italia del declassamento dello status di protezione del lupo da parte dell’Unione europea.
La legge
Oggi il lupo non si può cacciare. Deve essere modificata la legge nazionale. Oggi si può solo procedere alla cosiddetta dissuasione sparando pallini di gomma, ma su autorizzazione dell’Ispra e quindi del ministero dell’Ambiente, da parte della Polizia provinciale e non dei cacciatori. E in ogni caso esclusivamente nei confronti dei lupi ritenuti “confidenti”, ossia che si avvicinano alle persone.
L’emendamento pone quindi le Regioni nelle condizioni di poter agire velocemente tutte le volte che la presenza dei grandi carnivori rappresenti un pericolo.
Ma l’Unione Europa non ha ancora concluso il percorso legislativo che fa seguito al declassamento, poi dovrà essere Roma a legiferare nel merito. Il consiglio europeo si è espresso a favore, ma la direttiva Habitat non è stata ancora modificata. Dice il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti: «Guardiamo ora con fiducia alla Camera (che dovrà approvare definitivamente il Ddl Montagna, ndr), ma questo primo sì del Senato ci conforta e conferma che la direzione intrapresa è quella giusta e che dobbiamo continuare a seguirla, con determinazione e unità di intenti».
Gli ambientalisti
Le associazioni animaliste hanno già preso posizione. Contro, naturalmente: «L’emendamento approvato segna di fatto la riapertura della caccia al lupo e pone le basi per l’eradicazione della specie dal territorio italiano» dichiara l’Enpa, l’ente nazionale protezione animali.
Che insiste: «Contrariamente a quanto sostenuto dai fautori di questo scempio, la norma ammazza-lupi mette l’Italia ancora una volta in rotta di collisione con Bruxelles ed espone il nostro Paese a una nuova procedura di infrazione: se la Commissione Europea dovesse ravvisare che l’emendamento con il quale i senatori hanno assecondato le assurde richieste degli allevatori è contrario al diritto europeo, tutti i cittadini italiani potrebbero essere costretti a pagare sanzioni milionarie» avverte Massimo Vitturi, responsabile della Lav.
Eppure, come ribadisce la vicepresidente della Provincia Calligaro, la situazione nel Bellunese è pesante: «La Polizia provinciale ha messo in atto le azioni di monitoraggio e dissuasione degli esemplari definiti confidenti, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente».
La Polizia provinciale effettua il rilievo delle predazioni entro le 24 ore dall’accadimento. Ha il compito di monitorare e rilevare la presenza del lupo fornendo i dati alla Regione, che li trasmette al ministero dell’Ambiente, a cui spetta ogni altra decisioni in merito alla gestione di questo selvatico. E sta effettuando con la supervisione dell’Università di Sassari i censimenti e la raccolta degli indici di presenza del lupo.