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Ноябрь
2024

A Belluno il primario di Chirurgia Ricagna va in pensione, Candioli è il sostituto

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Quindici anni alla guida del reparto di Chirurgia: l’Ulss 1 Dolomiti perde un altro pezzo da Novanta. Il primario Fabio Ricagna lascia il Dipartimento chirurgico di Belluno per andare in pensione.

Da oggi il suo sostituto è il dottor Salvatore Candioli, in attesa del concorso per il nuovo primario, il cui bando scade il 9 novembre: «Lascio una équipe strutturata e molto capace», sottolinea Ricagna, «ma i periodi di interregno devono essere brevi». «Tempo pochi mesi e nomineremo il nuovo direttore», spiega il direttore generale dell’Ulss Giuseppe Dal Ben. Per quanto riguarda i primari dell’Ulss, al momento manca quello del Suem, mentre sarà nominato a giorni il primario di Neurologia di Feltre

I problemi del personale

La difficoltà, spiegano sia Ricagna che Dal Ben, non è nel trovare medici, «quanto piuttosto infermieri e operatori sociosanitari, ma è un problema nazionale e va anche oltre». Un’ottantina quelli che mancano negli ospedali bellunesi, secondo Nursing up: «La Regione sta lavorando molto per trovare infermieri, anche cercando all’estero oltre che agendo sulla parte economica. Questo tipo di ricerca è nelle loro mani», spiega Dal Ben.

«La professione degli infermieri», aggiunge Ricagna, «sta cambiando, nel futuro assumeranno sempre più compiti che ora vengono svolti dai medici, e gli Oss faranno cose che ora fanno gli infermieri.

Di fronte a tutto questo bisogna premiare le professionalità, anche dal punto di vista economico. Se un infermiere lascia la professione e preferisce la fabbrica, servono delle soluzioni».

I numeri

Quando Fabio Ricagna è arrivato a Belluno come primario di chirurgia nel 2009, i medici in reparto erano sette, ora sono undici e ne servirebbero almeno un paio in più. E sarebbero necessari molti più infermieri, in modo da poter attivare altri posti letto.

«Ho preso servizio il primo gennaio 2009 e sono venuto in reparto proprio quel giorno, primo dell’anno», ricorda il primario. Mentre faceva conoscenza del suo nuovo posto di lavoro, in reparto è arrivato in ricognizione anche il direttore generale Faronato.«D’altra parte non si può chiedere agli altri di fare qualcosa che non si è disposti a fare, compreso lavorare il primo dell’anno».

Chirurgia era un reparto piuttosto problematico: «C’era una situazione non semplice, c’erano stati troppi cambi. I primari arrivavano e si fermavano poco tempo, due o tre anni. Era fondamentale dare continuità e far crescere l’équipe, crescendo poi insieme a loro».

Una squadra giovane, grazie anche alla convenzione con l’Università di Padova che ha permesso negli anni di mandare a Belluno dei giovani specializzandi «che vengono qui ad imparare, restano sei mesi e magari poi tornano quando si fanno i concorsi. Una convenzione con Padova che ha ripagato».

I dati del reparto

Alcuni numeri dell’attività della Chirurgia di Belluno. I ricoveri nel 2023 sono stati 1.022, mentre nei primi otto mesi del 2024 sono già arrivati a 769, trend in crescita. Le prestazioni ambulatoriali l’anno scorso sono state 4.232, mentre da gennaio a settembre hanno toccato quota 3.605, in linea con l’anno precedente.

Gli interventi eseguiti nel 2023 sono stati 1.236, nei primi nove mesi di quest’anno sono già 1.370. «Un aumento», spiega il primario, «legato all’attivazione di nuovi ambulatori come quello delle patologie della parete addominale e l’oncodermatologia chirurgica».




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