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Ноябрь
2024

Palude Venezia, la procura si oppone alla scarcerazione dell’ex assessore Boraso

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La Procura ha dato parere negativo alla scarcerazione dell’ex assessore Renato Boraso - come conferma l’avvocato difensore Umberto Pauro - ma la decisione finale sull’istanza presentata dalla difesa per trasformare la detenzione in arresti domiciliari spetta al giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza, che ancora non ha depositato il proprio provvedimento.

Era stata la stessa Procura, su richiesta della difesa, a chiedere al gip di disporre una perizia medica per valutare le condizioni di Boraso: il perito ne ha confermato le precarie condizioni di salute e l’eventuale rischio di infarto, non ritenendo comunque incompatibile il regime carcerario a patto di un attento e costante monitoraggio.

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Si attendono le decisioni dei gip: nella sua istanza, l’avvocato Pauro ha evidenziato che non c’è rischio di fuga o inquinamento delle prove, dal momento che Boraso è dimesso da mesi.

L’ex amministratore è in carcere dal 16 luglio, indagato dai pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini per 12 casi di corruzione e turbativa e di aver favorito imprenditori amici per ottenere questo o quell’appalto, questa o quella autorizzazione in cambio di danaro - o, quantomeno, di averci provato - facendo pressione sugli uffici.

C’è anche il capitolo lo vede indagato in concorso in corruzione insieme al sindaco Brugnaro, al direttore generale Morris Ceron, al capo di gabinetto Derek Donadini per i presunti tentativi di vendere l’area dei Pili (di proprietà di una società di Brugnaro) al magnate di Singapore Chinag Chiat Kwong.

Tutti i protagonisti hanno negato. Il sindaco non ha ancora ricevuto l’invito della Procura ad essere interrogato, pur essendosi più volte difeso pubblicamente da quel video che lo mostra mentre propone all’investitore anche le planimetrie dei Pili assicurando che può farvi ciò che vuole. “What you want”, traduce Ceron. Solo un incontro come tanti altri con un imprenditore interessato a investire, ha sempre sostenuto Brugnaro.

La Procura si appresta a chiudere a giorni l’inchiesta. Giovedì 31 ottobre i pm hanno interrogato per tre ore Fabio Cacco, ex dirigente comunale e ora responsabile appalti di Avm. Nei giorni scorsi anche il dg Giovanni Seno aveva risposto alle domande dei pm, difendendosi dall’accusa di aver in qualche modo agevolato l’impresa di pulizie e di vigilanza “amiche” dell’assessore ai trasporti Boraso.

Dalle carte di “Palude” Cacco emerge come un dirigente legato a Boraso, che al telefono intercettato, diceva: «Tu sai chi è il nuovo responsabile gare e contratti, Fabio Cacco. È stato trasferito dal Comune di Venezia, dall’ufficio gare e contratti da me, direttamente in Avm. Invece di essere il controllore… non può fare il controllore del controllato!». Boraso lo diceva a Gaetano Castellano, titolare dell’agenzia di vigilanza privata, in occasione di una gara per la “guardiania”. In quell’occasione - sostiene la Procura - l’assessore alla Mobilità aveva fatto in modo di rassicurarlo, chiedendo al suo ex sottoposto di avere «una visione sul territorio».




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