Fenice, la prima sotto il segno dello sciopero: pressing ministeriale per Colabianchi
La Fenice in mezzo al guado con lo sciopero dell’Otello verdiano che il 20 novembre dovrebbe aprire la nuova stagione lirica ancora in forse, in attesa del giudizio dell’assemblea dei dipendenti.
E la scelta del nuovo sovrintendente che prenderà il posto di Fortunato Ortombina - già designato per la Scala di Milano e il cui contratto scadrà tra pochi mesi - ancora condizionata dalla forte pressione ministeriale per la scelta di Nicola Colabianchi, attuale e discusso sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, per cui “spinge” in particolare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sua amica personale.
È il risultato dell’incontro avvenuto giovedì 31 ottobre tra i vertici della fondazione, presente il presidente e sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) del teatro, che aveva sul tavolo innanzitutto la possibilità di scongiurare lo sciopero della prima del 20 novembre, che sarebbe il terzo consecutivo. Dopo quello della prima della Turandot di Puccini il 30 agosto scorso e quello del dittico «La fabbrica illuminata» di Luigi Nono e Erwartung di Arnold Schönberg che doveva andare in scena il 13 settembre, in occasione del centenario della nascita di Nono e dei 150 anni di quella di Schönberg.
Una linea dura e pura delle rappresentanze sindacali del teatro con le Segreterie Territoriali Cgil Slc Cisl Fistel Uil Uilcom Fials che hanno parlato di «cronica incapacità della Direzione del Teatro La Fenice di mantenere corrette relazioni sindacali, rendendosi spesso protagonista di atteggiamenti lesivi nei confronti dei lavoratori e del fatto che «la Direzione interpreta le norme contrattuali del settore a sua discrezione e a danno dei lavoratori».
Tra i motivi della protesta anche il mancato completamento della pianta organica. Ieri, però, da parte della fondazione, sotto la spinta di Brugnaro, ci sono state delle aperture su alcuni benefici economici e sulle collaborazioni esterne dei professori d’orchestra rispetto alle attuali norme contrattuali.
Martedì le parti si rivedranno per stendere il verbale della parziale intesa raggiunta e poi starà all’assemblea dei dipendenti del teatro giudicare se sia sufficiente per ritirare lo sciopero già proclamato per la prima dell’Otello. M
a si è parlato, appunto, anche della questione del nuovo sovrintendente. Brugnaro ha confermato che nella lista dei papabili c’è appunto il nome di Colabianchi - che a Cagliari vive una situazione delicata, con una “guerra” in corso con i sindacati che denunciano favoritismi tra i dipendenti e un’inchiesta aperta già da tempo dalla Procura della Repubblica di Cagliari che indaga su presunte assunzioni pilotate e presunti episodi di assenteismo dell’ente culturale - assieme ad altri.
Tra di essi non c’è il direttore generale della Fenice Andrea Erri, di cui pure si era parlato. Pur senza nominarlo, Brugnaro infatti ha detto che Ortombina non si è creato un possibile successore interno. La figura dunque sarà ancora quella di un sovrintendente che ricopra anche il ruolo di direttore artistico.Ma sulla scelta Brugnaro non è sembrato disposto ad andare allo scontro con Roma, se continuerà a spingere per Colabianchi.