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Ноябрь
2024

Elia Nuzzolo: «Non posso dimenticare il primo ciak sul ponte Coperto»

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«Questo è stato il mio primo ruolo da protagonista: per questo sarà per me un ricordo che legherò sempre a Pavia, una città che mi rimarrà nel cuore».

Inizia così la nostra chiacchierata con Elia Nuzzolo, l’attore classe 2000 che, interpretando Max Pezzali nella serie “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno” sta ora riscuotendo lo stesso successo che nel 1992 travolse il cantante degli 883 di cui ha vestito i panni. Una storia che oltre 30 anni dopo si ripete, partendo ancora una volta da Pavia.

Elia, per Pavia questa serie è stata una grande festa. Che atmosfera hai respirato sul set? Cosa ti ha colpito dei pavesi?

È stato molto bello sentire il loro calore, ai set, soprattutto in esterna, eravamo sempre circondati dalla gente, si vedeva che erano tutti curiosi e emozionati. Personalmente, anche parlando con qualche comparsa, mi sono sentito molto supportato, mi si avvicinavano molte persone che mi raccontavano di aver conosciuto Max da giovane e quindi me lo descrivevano nei dettagli. Mi hanno aiutato, dandomi delle dritte molto importanti per me. Interpretare Max Pezzali esattamente nei luoghi dove è vissuto e che lo hanno ispirato per le sue canzoni è stato un onore e un’esperienza immersiva molto emozionante.

Hai avvertito un po’ di responsabilità?

Certo, ho cercato di ascoltarle e fare tesoro delle loro indicazioni. Spero di esserci riuscito, ripagando anche il loro affetto, perché mi sono sentito davvero accolto dalla città.

Che angolo di Pavia porti di più nel cuore una volta che la telecamera si spegneva?

Direi il ponte Coperto, non solo perché per me è l’emblema della città, ma perché ha rappresentato il mio primo impatto con Pavia appena sono arrivato. Ricordo che la prima sera che stavo a Pavia con la troupe abbiamo cenato in un ristorante vicino al ponte. Io lo guardavo e mi immaginavo già le scene che avrei girato di lì a due mesi. Ero spaventato e eccitato allo stesso tempo, per questo collegherò sempre il ponte a quelle emozioni.

ll primo ciak è invece stato in via Mentana, in sella al ‘Ciao’. Mi ricordi quel momento? Quello della tua prima sequenza in assoluto…

La ricorderò per sempre, è il momento in cui Max è uscito con Silvia (la ragazza che ama, interpretata da Ludovica Barbarito, ndr.) e urla tutta la sua felicità. Ero agitato, era la mia primissima scena, l’abbiamo ripetuta molte volte, è stato un bel battesimo. Devo dire che nelle prime due settimane di riprese a Pavia ho fatto soprattutto scene in movimento, sul Ciao, o sull’ambulanza, avevo poche battute da recitare. Per me è stato un modo intelligente per iniziare ad ambientarmi a Pavia.

In quella scena c’era Sydney Sibilia a guidarti.

Lo considero davvero un genio, è una fonte continua di idee. Anche in corsa, durante le riprese magari cambia qualcosa nella sceneggiatura. Lavorare con lui per me è stato un regalo.

Max Pezzali invece ti ha seguito per la parte delle canzoni. Devo dire che anche la tua parlata è molto simile alla sua, sei stato bravo a non scadere in un’imitazione.

Non ho lavorato direttamente sulla sua parlata, ma mi ha aiutato lavorare con lui sulla parte del canto. Abbiamo cercato di trovare un compromesso tra la mia e la sua voce provando le canzoni. Poi parlando mi sono reso conto che non riuscivo ad arrivare più vicino di tanto alla vera voce di Max. E lì mi sono fermato, evitando appunto l'imitazione vera e propria per mantenere più naturalezza.

Oltre alla prima sequenza c’è stata un’altra scena che ti è rimasta particolarmente impressa?

La prima che mi viene in mente la scena del bacio con Silvia lungo il Ticino, è stata molto emozionante. Ricordo che c’era un evidente difficoltà per via delle zanzare: era l'ora del tramonto e abbiamo dovuto aspettare perché eravamo davvero assaliti dagli insetti (ride, ndr.). Dopo un’oretta però siamo riusciti a girare la scena, che tra l’altro rappresenta uno snodo importante del primo episodio: ci tenevo davvero molto a farla bene

Lì il fiume e il ponte Coperto che fa da sfondo è bellissimo.

È stato magico, credo sia l’immagine più bella di Pavia di tutta la serie. Quella scena la ricorderò sempre con profondo affetto.




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