Focolaio di aviaria, a San Giorgio abbattuti con l’azoto 25 mila tacchini: azienda sigillata per 42 giorni
Sono stati soppressi tra il pomeriggio di mercoledì 30 e la mattinata di giovedì 31 ottobre, con l’irrorazione di azoto, i 25 mila capi di tacchini dell’Azienda agricola Emilio Nalon di San Giorgio di Nogaro, tra i quali era stata scoperta l’influenza aviaria. Successivamente si è proceduto con lo smaltimento nell’impianto di incenerimento a biogas di Morsano al Tagliamento della Salgaim Ecologic, nel quale sono stati trasportati con appositi container. Una operazione, questa, che dovrebbe porre fine, dopo la bonifica degli allevamenti, a questa vicenda iniziata una decina di giorni fa con la morte dei primi animali.
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Ora i capannoni dell’allevamento, attentamente sanificati, saranno sigillati e tali resteranno per 42 giorni, dopo saranno sottoposti a una nuova sanificazione e poi, ovviamente se tutto sarà in regola, dovrebbero essere di nuovo fruibili.
Come spiega Stefano Nalon, che aiuta la madre Armida Toffano, proprietaria dell’Azienda agricola, nella gestione dello storico allevamento, «tutto è avvenuto sotto stretto controllo del veterinario inviato dall’Asl, che ha stazionato costantemente in azienda per seguire le operazioni: dalla soppressione con l’azoto, al trasporto all’inceneritore. Ogni mezzo utilizzato nelle varie operazioni (camion, muletti e altro) – rimarca Nalon – è stato attentamente sanificato, mentre gli addetti hanno operato con i dispositivi previsti dal protocollo di sicurezza disposto dal Servizio di prevenzione della Regione che si rifà a quanto stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Inoltre ogni container carico delle carcasse è stato sigillato alla partenza dal veterinario di Asufc, e poi ricevuto all’impianto di incenerimento da un altro veterinario che ha controllato che i sigilli siano intatti, e quindi, come da procedura, è iniziato lo smaltimento».
Nalon sottolinea inoltre che «per tutelare i dipendenti dell’azienda, in via del tutto preventiva, abbiamo voluto che venissero sottoposti ai tamponi e che si facessero inoculare il vaccino antinfluenzale. Preciso – dice – che prima che l’influenza possa contagiare l’uomo ci sono due step di trasmissione: prima il virus contagia i maiali e solo successivamente l’uomo. Comunque intendo far ripetere i tamponi più avanti, sempre per tutelare i nostri dipendenti».
Ricorda ancora che «quando l’ultimo tacchino sarà portato via verranno sanificati i capannoni: nella seconda sanificazione, verranno sottoposti di nuovo anche i mezzi, il cortile, e tutta l’area: nell’occasione verranno giù 8 squadre di una ditta di Forlì, esperta nella sanificazione e la bonifica, tutto sotto la vigilanza dall’azienda sanitaria».
Come si ricorderà, tutto era iniziato mercoledì della scorsa settimana, quando i proprietari dell’azienda agricola hanno trovato morti quattro animali, e il giovedì un’altra decina, fatto questo che li ha immediatamente insospettiti anche perché segnalazioni di casi di aviaria erano arrivate dall’Emilia Romagna, dal Veneto, e dal ritrovamento di due uccelli infetti morti a Latisana e all’Isola della Cona.
Immediatamente avevano segnalato il ritrovamento dei tacchini morti al veterinario, ma se la mortalità è dello 0,2% la competenza passa all’azienda sanitaria. Subito erano arrivati i veterinari che avevano portato via parti dei tacchini per sottoporle ad analisi, che vengono eseguite a Padova. Lunedì sera è arrivata la conferma ai sospetti: gli animali erano positivi. La Regione ha riunito l’unità di crisi e isolato il sito.