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Ноябрь
2024

Rapine, violenze e multe per 140mila euro: così la figlia tormentava la madre 77enne

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VOLPIANO. «Durante questo processo è emerso il dramma di una famiglia». È il pm Ludovico Bosso a sintetizzare nella maniera più efficace un procedimento penale in cui la figlia 45enne, difesa dall’avvocata Franca Sapone, è stata condannata a 3 anni e 11 mesi di carcere, oltre a 2.500 euro di multa, per aver rapinato e maltrattato sua madre 77enne. Gli episodi partono dal 2017 e finiscono nel 2023, dopo l’applicazione di un divieto di avvicinamento.

L’avvocata di parte civile Beatrice Rinaudo, in discussione, descrive lo struggimento di una madre «che presenta querela perché non ne può più, perché finché il padre era vivo non c’era modo di arginare loro figlia. Le sue condotte sono degenerate con un crescendo di pericolosità: siamo passati da furti di denaro nella società di famiglia a quelli in casa, con uso della violenza. Di tutte le persone chiamate a testimoniare, nessuna voleva essere davvero qui. Sono stati tirati per i capelli».

Un’intera famiglia, dunque, ha avvertito il peso di questo processo. Rivolgersi alla giustizia, però, è stato necessario.

La 45enne, infatti, abusava da molti anni di sostanze stupefacenti. La continua ricerca di soldi, l’aveva condotta a rubare nell’azienda di famiglia.

Quei furti, però, non erano oggetto di questo processo, perché non erano stati denunciati. La famiglia, tuttavia, si è vista costretta a licenziare la donna. Le aveva però già comprato una casa, sempre a Volpiano.

Nel frattempo il padre della 45enne si è ammalato. Per non lasciare la figlia senza sostentamento, la madre ha pensato di assumerla come badante. Una scelta infausta, purtroppo. Perché in un crescendo di violenza, come testimoniato anche dal cugino e da altri parenti, la donna ha cercato di impossessarsi di soldi, anelli, bancomat. Tutto quello che trovava, in pratica. Una volta ha persino rubato un tavolino di casa.

Almeno dal 2019 al 2023 - il divieto di avvicinamento è arrivato a maggio -, la 45enne prendeva regolarmente l’auto della mamma. Spesso, a sua insaputa. Stando alle produzioni dell’avvocata Rinaudo, arrivate poco prima della discussione, ha preso una serie inenarrabile di multe. Non solo, quando arrivavano le notifiche a casa, le nascondeva. Così la madre è venuta a sapere dell’esistenza di cartelle esattoriali per oltre 140mila euro solo quando la figlia è andata via, con il divieto di avvicinamento. Il collegio presieduto dalla giudice Stefania Cugge ha comunque condannato la donna risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali in sede civile, assegnando inoltre una provvisionale di 15mila euro. Il problema è che le multe, per cui è stato fatto un certosino lavoro di accesso agli atti da Rinaudo e i suoi collaboratori, sono state prodotte solo poco prima delle discussione e non facevano parte del capo di imputazione. Sarà il giudice civile, ora, a stabilire chi dovrà pagarle.

Tra gli episodi più spiacevoli c’è sicuramente quello avvenuto a due settimane dalla morte del padre. Per l’attività di assistenza al padre, la donna chiedeva ancora 300 euro alla madre. Al suo rifiuto ha cercato di sfilarle gli anelli dalle dita, costringendo l’anziana signora a scappare dal figlio al piano superiore, dove è stata aiutata dalla baby sitter.




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