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Ноябрь
2024

Ubriaca e drogata al volante quando uccise un motociclista

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Tre anni e 8 mesi di reclusione. È la pena patteggiata da Federica M., 25 anni, originaria di Bassano del Grappa, ma residente a Feltre. La giovane donna – il 21 agosto di due anni fa in Valcavasia a Pederobba – si schiantò con la sua Mazda 5 contro la motocicletta sulla quale viaggiavano Mario Bittante, 64 anni, pensionato di Asolo, e la moglie Maria Cristina Dallefrate, 60 anni. L’udienza s’è tenuta ieri mattina, davanti al giudice delle udienze preliminari Carlo Isidoro Colombo. I familiari della vittima (assistiti dall’avvocato Annachiara Pavan per conto di Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella gestione di incidenti stradali) hanno intrapreso una causa civile per ottenere il risarcimento del danno.

Secondo quanto stabilito dagli agenti della polizia Stradale nel sangue della donna furono trovate tracce di anfetamine e cocaina e un valore alcolemico pari a 0.82 grammi per litro di sangue.

L’automobilista, forse a causa di un colpo di sonno, perse il controllo del suo veicolo che invase la corsia opposta schiantandosi contro l’Aprilia Atlantic 500 su cui viaggiava Bittante, noto per il suo impegno nella Protezione civile, e la moglie. Per Federica M., la cui madre scrisse una lettera aperta ai giornali per chiedere perdono alla famiglia Bittante, il giudice ha anche applicato la pena accessoria della revoca della patente di guida.

Il tragico incidente avvenne nel pomeriggio di una domenica estiva come tante. Bittante e la moglie erano in sella al loro scooter e stavano percorrendo la provinciale 26, in direzione di Cavaso quando, improvvisamente, si trovarono di fronte la Mazda 5 condotta dalla giovane donna che invase la loro corsia di marcia. Inevitabile lo schianto. Nell’urto, lo scooter finì nel fossato che costeggia la carreggiata.

Nonostante l’immediato intervento del 118 e i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari, Bittante morì sul posto per le gravissime lesioni riportate, mentre la moglie Maria Cristina fu trasportata in elicottero al Ca’ Foncello di Treviso in condizioni molto gravi.

Come emerge dalla relazione tecnica dell’ingegner Massimo Conti, consulente incaricato dal pubblico ministero Massimo De Bortoli di fare luce sulla dinamica dell’incidente, la causa tecnica dell’incidente fu l’invasione di corsia della conducente della Mazda.

«Dagli esami tossicologici è emerso che l’imputata si è messa alla guida sotto l’effetto di amfetamine, cocaina e con un tasso alcolemico pari a 0,82 g/l – commenta Fabio Viale, responsabile Giesse della sede di Castelfranco Veneto – a tutto questo si devono aggiungere le poche ore di sonno per aver passato la nottata del sabato fuori casa. Una condotta a dir poco irresponsabile che ha stravolto un’intera famiglia. La moglie della vittima, oltre al dolore incolmabile per la perdita del marito, ha dovuto subire l’amputazione di un braccio e di una gamba».




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