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Ноябрь
2024

Effetto Eco, il podcast del futuro al Trieste Science+Fiction

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Ha appena debuttato nella serie del momento, “Citadel: Diana” di Prime Video, dov’è Gabriele, manipolatoria spia che addestra la protagonista in un futuro dominato da agenzie supersegrete. Ma già oggi è alle prese con un nuovo personaggio altrettanto speciale, in un avveniristico podcast targato Audible: la piattaforma di audiolibri del colosso Amazon ha puntato dritta sul Trieste Science+Fiction Festival scegliendolo come rampa di lancio nazionale per suoi due nuovi tecnologici prodotti, le serie audio “Effetto Eco” e “1984” . Testimonial d’eccezione – in quanto protagonista della prima – è l’attore romano Filippo Nigro, che sabato alle 16 sarà allo Sci-Fi Dome di piazza della Borsa insieme alla co-interprete Fatima Romina Alì, introducendo la produzione i suoi retroscena.

Domenica invece, stesso luogo stessa ora, si scoprirà “1984” dalle dirette voci degli interpreti Eduardo Scarpetta e Rosa Diletta Rossi: un adattamento dal capolavoro di George Orwell scritto per l’audio e che, alle musiche, vanta una rockstar come Matthew Bellamy, il frontman dei Muse. Un’esperienza audio innovativa che mixa crime ed elementi soprannaturali, un mistero da risolvere in otto puntate: al centro, “Effetto Eco” cala un uomo dai molti tormenti, a caccia di un serial killer ma alle prese, allo sesso tempo, con un lacerante dissidio interiore, in lotta con se stesso.

«La storia è ambientata a Torino ed è di fatto un thriller – racconta Nigro –: il personaggio che interpreto, Max, è un ex poliziotto che ha subito un trauma terribile: quello di perdere l’amata figlia. In seguito, ha perso anche il lavoro riducendosi a fare il metronotte nella Torino by night. Verrà quindi coinvolto da Fausto (interpretato da Francesco Pannofino ndr), suo ex collega, a risolvere una serie di misteriosi casi. Fausto, infatti, è l’unico a sapere che Max non è un uomo qualsiasi, ma con un dono molto particolare: si è reso conto di riuscire a percepire delle voci legate a certi spazi. All’inizio, quelle di poche ore prima; poi fino a qualche giorno prima: per rendersi gradualmente conto, alla fine, di poter andare indietro nel tempo ad ascoltare il passato. Ciò avrà aspetti positivi e negativi: tra questi ultimi, subirà ogni volta un indebolimento perdendo addirittura parte della memoria. Infatti non è un “superpotere” , il suo, tutt’altro: Max è un personaggio amaro, sente solo questi residui di voci che galleggiano nello spazio, cosa che si rivelerà incredibilmente utile nella risoluzione dei casi che affronterà con Fausto. E vorrà parallelamente risalire all’identità del killer di sua figlia».

La tensione del thriller, lo stupore del soprannaturale: tutto questo è “Effetto Eco” , ma cosa lo rende un podcast diverso da quelli che conosciamo? Un sistema di registrazione a tripla microfonazione creato per l’Audible Original ha permesso agli attori di recitare senza essere vincolati a un leggio. Se si aggiunge una post-produzione altamente creativa e tecnica, l’esperienza per l’ascoltatore è profonda, coinvolgente, immersiva. «Con l’archetto e i tre microfoni la situazione muta, anche psicologicamente – riflette –. È stata un’esperienza affascinante, interessante anche perché parte del nostro lavoro nasce dalla memorizzazione del testo, ripetendolo anche 19 volte fino al paradosso che la parola stessa si svuota di senso: qui quel lavorare sulla memoria non c’è e ne sei tranquillizzato. E soprattutto il lavoro importante, oltre a quello sulla voce, è quello che fai sul tuo immaginario. Ne esce una sorta di “radiodramma moderno” che trovo stimolante per un attore, per gli accenti di sfumature che offre, sganciandoti dai vincoli della messinscena classica, permettendoti di muoverti libero nello spazio. E io di mio già mi muovo parecchio! Non hai il tuo viso, non hai il tuo corpo, sei in un ambiente vuoto, ad esempio in un garage deserto, al buio. Allora lo devi immaginare, pensare, vivere. E a me questo piace. Cerco sempre nuovi progetti che ti migliorano e questo “modello antico ma moderno” mi ha insegnato cose nuove facendomi anche divertire».

E la fantascienza del Trieste Science+Fiction? «Sempre amata. Specifico che mi piace quella dei romanzi di Asimov, non dei film Marvel! Ero di quei pischelli che si appassionavano a “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick, ma anche a “Star Trek” . Mi hanno affascinato anche perché le ho trovate profetiche: “Blade Runner” ha lasciato in me un segno indelebile. E, se vogliamo, anche il mio Gabriele di “Citadel: Diana” si muove oltre il presente, in un mondo utopico nel 2030».




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