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Ноябрь
2024

Schiaffi alla figlia che va male a scuola, un papà a processo

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PAVIA. Due schiaffi al volto, dopo l’ennesimo brutto voto a scuola. L’adolescente, sentita dal magistrato, ha ripercorso quell’episodio, ma anche le sfuriate del padre rispetto ad altri suoi comportamenti, come il fatto di passare tanto tempo sui social e le richieste di «mettere la testa a posto». Scenate che, secondo l’accusa, avrebbero travalicato i confini di una educazione solo troppo severa, fino a trasformarsi in vere e proprie violenze.

Alla fine il genitore, un 45enne di Pavia, si trova a processo: la difesa l’altra mattina ha chiesto il giudizio abbreviato davanti al giudice Luigi Riganti. L’uomo è accusato di maltrattamenti e lesioni dopo la denuncia della madre della ragazza, che aveva 14 anni all’epoca dei fatti, risalenti allo scorso anno.

Il capo di imputazione si concentra sull’episodio degli schiaffi, che sarebbe avvenuto quando la ragazza, oggi iscritta a un istituto superiore di Pavia, faceva la terza media. Il giudice ha rinviato per la discussione a un’altra udienza. Da quanto si è saputo l’adolescente è ora affidata al Comune di Pavia, anche se collocata dalla madre, e la situazione è vigilata dai Servizi sociali.
La ricostruzione
Per tutelare la minore si omettono tutti i dettagli che potrebbero portare a una sua identificazione. Si sa, comunque, che la famiglia vive a Pavia, anche se i genitori sono separati. Il caso giudiziario si inserisce in un rapporto conflittuale tra il padre e la ragazza e le cose peggiorano durate l’adolescenza.

Soprattutto alle medie la giovane comincia ad avere problemi di rendimento scolastico. Il padre, secondo quanto ricostruito, interviene più volte per convincere la figlia a comportarsi meglio e a perdere meno tempo con gli amici e sui social, dove peraltro compaiono dei video che il genitore ritiene inadeguati per una ragazza di quell’età. I rapporti sono sempre più tesi e un giorno, secondo la denuncia presentata dalla madre della giovane, il padre supera i limiti.
Gli schiaffi
Durante un incontro con la ragazza scoppia una discussione pesante e in questa occasione sarebbero volati gli schiaffi. L’adolescente torna a casa e la madre si accorge subito che qualcosa non va: la figlia è scossa e ha dei segni evidenti sul volto. Scatta la denuncia, che fa partire l’indagine.
La ragazza viene sentita con lo strumento dell’incidente probatorio (un modo per congelare un elemento di prova, come una testimonianza, in vista del processo): conferma l’episodio e le sfuriate continue del genitore, che le contesta soprattutto lo scarso rendimento a scuola.

Gli schiaffi appaiono come un episodio isolato. Ma questo non basta a convincere la pm Giuliana Rizza ad archiviare il procedimento, come aveva chiesto la difesa dell’uomo.

La magistrata chiede invece il rinvio a giudizio per le contestazioni di lesioni e maltrattamenti. L’altra mattina, davanti al giudice, la difesa dell’imputato, che confida nell’assoluzione, ha presentato richiesta di rito abbreviato. —




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