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Ноябрь
2024

I vinili tengono in vita lo storico Music Shop di Gorizia, baluardo musicale tra i pochi in Fvg

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Lo si può definire un baluardo. Non l’unico, ma certamente uno degli ultimi. Perché i negozi che vendono Cd, ormai, sono mosche bianche, risentendo di «un calo progressivo, che negli ultimi cinque anni prosegue stabilmente» racconta Alfredo Podgornik, titolare del “Music shop” di via Mazzini.

«Si vive sul filo del rasoio» aggiunge Alfredo che, nonostante periodi non certo prosperi e quindi non paragonabili a quelli degli Ottanta e dei Novanta, tiene duro: «Fortunatamente, parte delle vendite perse sul fronte del Cd sono state compensate dalla riscoperta del vinile, che ha finito per occupare una fetta importante del mercato: le case discografiche stanno ristampando di tutto e ciò ha fatto avvicinare e riavvicinare molti fruitori».

Resta il fatto, però, che i tempi d’oro non ci sono più e anche i concerti che l’anno scorso si sono tenuti in casa Rossa (degli Editors e di Patti Smith, la sacerdotessa del rock) «non hanno generato vendite differenti da quelle di sempre», dato indicativo.

Alfredo, intanto, tiene duro. Un domani si vedrà. È in via Mazzini dall’88, prima lavorava alla Discoteca di via De Gasperi. E comunque qualche soddisfazione, per lui, c’è ancora: «Ci sono giovani che scoprono la buona musica, staccandosi dalla banalità che, spesso, caratterizza quella di oggi. Anche se, ci mancherebbe, la buona musica continua a esistere, ma ormai è diventata sempre più di nicchia, al punto che quasi passa inosservata». E poi «Ho clienti non solo della provincia, ma anche di tutto il Friuli Venezia Giulia, di fuori regione e della Slovenia: ovvio, non vengono in città per acquistare un Cd o un vinile nel mio negozio, ma, quando sono a Gorizia, approfittano per venire da me».

Per quanto riguarda i generi, il rock e il pop sono quelli maggiormente richiesti: in fondo, hanno sempre prevalso. La musica classica, la lirica, e, tutto sommato, anche il jazz non da oggi fanno più fatica. E la crisi, peraltro, investe pure il mondo dei Dvd: Alfredo ne ha parecchi. Quanto ai motivi di tale crisi, essi sono facili da trovarsi a cominciare dalla possibilità di scaricare canzoni gratuitamente e dalla diffusione del video on demand. Le conseguenze sono molte: le case discografiche non investono più sui giovani talenti, non vogliono più sostenere i costi delle sale d’incisione, il rap, amato dai ragazzi, è anche il genere che spesso e volentieri viene “scaricato”. E così via. «Non avrei mai potuto immaginare che il mercato si sarebbe ridotto in questa maniera» ammette allora Podgornik, non facendo finta che tutto va bene. Senza trascurare un altro dato di fatto: il ricambio generazionale. «Per esempio, se limitiamo l’analisi alla canzone italiana, molte vecchie glorie non registrano più nuovi album e tante sono morte. Di sicuro, non sono state per così dire sostituite da altri artisti, anche se gli evergreen continuano a vendere sempre: Fabrizio De André, Lucio Battisti, Pino Daniele e tanti altri».

Alla stessa maniera, i collezionisti non sono più quelli di una volta e, in proposito, Alfredo ricorda Giuliano Almerigogna, scomparso in estate, mentre, tra quelli che continuano a portare avanti la propria passione, rinunciando all’avvento della musica “liquida”, fa il nome di Giuseppe “Peppino” Barbieri.




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