Agroindustria, convegno in Senato: gli operatori del settore promuovono il governo Meloni
Un’agroindustria matura, pronta a competere su scala globale e a difendere le proprie eccellenze: è questa l’immagine che emerge oggi dalla conferenza svoltasi nella Sala Caduti di Nassirya al Senato, dove sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta dall’Istituto Tecnè. Lo studio ha analizzato la percezione di imprese e lavoratori in Italia, Francia e Polonia, rivelando un consenso diffuso verso le scelte del governo italiano, che si distingue per un sostegno concreto al settore.
Le aziende italiane, infatti, si sentono maggiormente tutelate rispetto alle concorrenti europee, grazie a politiche che pongono l’accento su protezione e promozione del Made in Italy, reciprocità commerciale e valorizzazione delle tipicità regionali. Anche i lavoratori del comparto rinnovano la fiducia all’esecutivo e apprezzano le scelte strategiche intraprese.
“Un settore all’avanguardia e aperto al dialogo internazionale”
Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, ha illustrato i risultati della ricerca condotta, sottolineando come le imprese italiane, con i loro lavoratori, siano pionieri nella sostenibilità, nell’innovazione. Dalla gestione delle risorse all’economia circolare dei processi produttivi, l’agroindustria italiana si dimostra all’avanguardia. Tuttavia, permangono ostacoli rilevanti, a partire dal costo delle materie prime e dalla difficoltà di reperire manodopera professionalizzata, criticità che frenano la competitività e richiedono un intervento più deciso, anche sul fronte del credito. «La competitività si gioca oggi sulla qualità del prodotto e sul saper innovare. E le imprese vedono il governo come un partner strategico di fronte a questa sfida» ha dichiarato Buttaroni. «Lavoratori e industria hanno la percezione di una netta discontinuità rispetto al passato», ha concluso l’esperto.
Reciprocità e sfida europea
Patrick Pagani, vice segretario generale di Copa Cogeca, ha portato l’attenzione sul delicato tema della concorrenza internazionale. «Le imprese europee vogliono competere, ma chiedono reciprocità nelle regole», ha affermato, evidenziando come la concorrenza sleale e la mancanza di standard comuni rappresentino una minaccia per il settore. L’Italia, in questo contesto, assume una posizione di leadership nel chiedere alla Commissione europea una regolamentazione più equilibrata e una difesa della produzione locale contro il dumping dei paesi extra-Ue. «Le imprese francese, Polonia e Italia si dichiara preoccupato per le attuali politiche comunitarie», ha spiegato Pagani, sottolineando come le nuove istituzioni europee abbiano il compito di garantire parità di condizioni per tutti i produttori.
Il peso della regolamentazione e la resistenza del settore
Dirk Jacobs, direttore generale di Food and Drink Europe, ha poi ricordato come il settore abbia affrontato «tempi difficili» e stia cercando di resistere all’impatto economico delle misure del Green deal. «I costi delle materie prime non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid e le regolamentazioni europee pesano sulle nostre aziende» ha dichiarato Jacobs, chiedendo il supporto dell’Italia, che si conferma leader del settore. La spinta italiana alla sovranità alimentare e al rilancio delle produzioni nazionali risuona dunque a livello europeo.
La sovranità alimentare come nuova bandiera italiana
Marco Cerreto, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Agricoltura della Camera, ha accolto con soddisfazione i dati emersi, affermando che essi riflettono la maturità e l’apertura internazionale del settore agroalimentare. «Il governo ha messo al centro le politiche agroalimentari, con investimenti senza precedenti e un impegno anche a livello europeo», ha dichiarato Cerreto. L’Italia, insieme alla Francia e alla Polonia, si batte per una reciprocità che tuteli il Made in Italy e permetta ai nostri prodotti di competere ad armi pari. «Ritengo che questa indagine sintetizzi la cultura di governo», ha detto Cerreto, concludendo: «Siamo sulla strada giusta».
“Un cambio di passo”: l’Italia diventa modello di credibilità e innovazione
A chiusura della conferenza, Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria, Commercio e Agricoltura del Senato, ha citato lo studio che premia il riconoscimento del lavoro svolto dal governo italiano, e in particolare dal ministro Lollobrigida. «Quasi 7 imprese su 10 si dichiarano soddisfatte delle politiche agricole attuate dal Governo Meloni, a fronte di solo un 30% che invece si dichiara più soddisfatto delle politiche europee».
Il senatore di FdI ha ricordato che «mai come oggi un governo aveva dedicato così tante risorse al settore agroalimentare. Oggi l’Italia è un esempio di sovranità alimentare e di innovazione. Abbiamo puntato sui giovani imprenditori e sperimentato in campo le nuove tecnologie di evoluzione assistita, guadagnando il rispetto degli stakeholder internazionali». De Carlo ha citato l’esempio del nutri-score, contro cui l’Italia si è battuta per difendere la qualità dei prodotti italiani, dimostrando una visione chiara e determinata per il futuro del settore.
Una conferenza nella quale è prevalsa la consapevolezza che «questo è il punto di un percorso importante ma non di arrivo», come ha affermato De Carlo. In un contesto di sfide globali e di pressioni internazionali, l’Italia si propone come un modello di resilienza e di crescita per un’agroindustria che punta a produrre di più e meglio. Le imprese italiane non vogliono solo competere, vogliono essere protagoniste. E i dati stanno lì a dimostrarlo.
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