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Ноябрь
2024

Gli “Horti in refettorio” con Pistoletto: rassegna di arte e cultura al Borromeo

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PAVIA. Lo stemma in pietra di Papa Pio IV Medici, zio di Carlo Borromeo, sorveglia chi passa per l’antico portale cinquecentesco che porta al refettorio: uno spazio di convivialità – che per la prima volta apre al pubblico – in cui circolano ogni giorno persone, pensieri e idee. E’ proprio da qui, dal refettorio in cui si riuniscono i 150 alunni dell’Almo Collegio Borromeo, che prenderà il via mercoledì 6 novembre alle 18, la rassegna Horti in refettorio, dedicata all’arte, all’architettura, alla valorizzazione dei beni culturali, al design, alla scrittura e alla poesia. Protagonisti della serata inaugurale saranno Michelangelo Pistoletto, artista, pittore e scultore, e Serena Bertolucci, direttrice di M9- Museo del '900 di Venezia.

«Ascolteremo il dialogo tra Pistoletto e Bertolucci – spiega il rettore Alberto Lolli – e poi condivideremo una zuppa vegetariana tutti insieme. Il collegio riscopre la sua vocazione originaria e lo spazio del refettorio ribadisce la sua identità di luogo in cui nutrire non solo il corpo ma anche la mente e gli animi di alunne e alunni di ogni tempo con la cultura dell’incontro e del dialogo».

L’evento è andato esaurito in pochissimo tempo e fa i conti con una lunga lista di attesa. Complici il prestigio degli ospiti e l’apertura di uno spazio generalmente chiuso al pubblico.

Pistoletto, biellese, classe 1933, è uno degli interpreti del radicale rinnovamento del linguaggio artistico, operato in senso non solo estetico ma anche sociale a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso e uno tra i protagonisti dell’Arte Concettuale e dell’Arte Povera. Sarà in dialogo con Serena Bertolucci, direttrice del Museo del ‘900 di Mestre e protagonista di alcuni tra i più rilevanti casi di valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Il refettorio del Borromeo si colloca sul lato orientale del palazzo progettato da Pellegrino Tibaldi tra l’area della cucina e la Sala dei Camini (l’antico “scaldatoio” ora dedicato alla prima colazione), ed è probabilmente il “cuore” del Collegio, inteso come comunità: è infatti lo spazio della convivialità quotidiana, il luogo in cui ci si ritrova per pranzare e cenare insieme, senza distrazioni. Perché qui gli smartphone non posso entrare, restano fuori insieme a zaini, cappotti, libri o giornali. Un posto in cui si intrecciano racconti della giornata, vivaci chiacchiere e scambi di idee, in una confusione colorata e piacevolmente assordante.

Non è sempre stato così, in origine la situazione doveva essere sicuramente più simile a quella di un refettorio monastico. Sotto l’ampia volta regnava il silenzio generale dei commensali, rotto solo dal rumore di posate e stoviglie e dalla voce di un alunno, chiamato a turno a leggere brani edificanti per ispirare i compagni, forse dall’alto del piccolo pulpito. Rimane comunque un emblema della storia pluricentenaria del collegio, raccontata anche dai tanti oggetti e arredi rimasti intatti attraverso i secoli e ancora oggi in uso.

Il ciclo proseguirà giovedì 21 novembre alle 18 con l’architetto e designer Michele de Lucchi e la poetessa Mariangela Gualtieri.




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