Lo strazio dell’amico per la 27enne morta a Jesolo: «Veronica era come il sole»
«Veronica era come il sole, sempre splendente e serena: quando non c’era si sentiva la sua mancanza». Riccardo Ferrazzo è uno degli ultimi amici che ha salutato Veronica Colla prima che salisse in auto e trovasse la morte in via Martin Luther King andando a sbattere con la sua auto contro uno dei pini che delimita la carreggiata.
Erano assieme ad altri ragazzi di Jesolo alla birreria Boe di Piazza Mazzini. Una serata come tante altre, trascorsa a parlare e ricordare aneddoti del passato fermandosi qualche minuto dopo la chiusura.
La 27enne di Jesolo aveva studiato all’istituto turistico Algarotti di Venezia, poi si era iscritta all’università, ma aveva iniziato subito a lavorare, come commessa, poi barista.
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Si era dunque trasferita a Bolzano con l’allora fidanzato per gestire un hotel della città in Alto Adige, ma forte era stato il richiamo della sua città e così era ritornata a casa, al lido, trasferendosi in via Altinate, tra piazza Torino e Milano.
Uniti nel dolore
Era tanto legata alla sua famiglia, al padre Roberto Colla, che ha un’agenzia immobiliare in piazza Torino e nel settore è moto attivo e stimato, alla mamma Sandra, le due sorelle più giovani, le gemelle Gloria e Giorgia.
Una famiglia unita e conosciuta a Jesolo. «Veronica era speciale», aggiunge Martino Sacilotto, altro amico storico, «mi resterà sempre un dolce ricordo di lei e dell’ultimo abbraccio prima che partisse da piazza Mazzini». Martedì mattina in rete e nei social sono arrivati centinaia di messaggi di cordoglio, poi le condoglianze alla famiglia distrutta dal dolore.
Veronica aveva tanti amici e conoscenti a Jesolo e stretto rapporti di amicizia autentica grazie al suo bel carattere, l’energia e intraprendenza, la voglia di vivere, come si dice riassumendo con una locuzione semplice la gioventù di una persona.
Aveva appena aiutato gli organizzatori del Castagna Festival nella organizzazione dell’evento che si è chiuso in piazza Mazzini nel fine settimana scorso. Non si danno pace gli amici per una morte così improvvisa che si è portata via una persona speciale e amata da tutti.
Un’altra croce
L’ennesima morte sulla strada. Romina Laugeni, presidente dell’associazione “Alba, luci sulla buona strada”, che tutela i familiari delle vittime di incidenti stradali, ha subito espresso il suo cordoglio per la morte della 27enne.
«Il dato è che abbiamo davanti è un altro incidente in cui ha perso la vita una giovane», commenta sofferente Romina, mamma di Riccardo Laugeni, uno dei quattro giovani della strage dei ragazzi in via Pesarona al lido nel luglio 2019, «purtroppo gli incidenti stradali ci sono e continua questa infinita scia di sangue. La dinamica non la conosco se non per quello che ho sentito in queste ore, ma non ha importanza. Quello su cui dobbiamo riflettere è che tanti giovani, e non solo giovani, ogni anno perdono la vita sulle strade. Le amministrazioni comunali hanno approvato un ordine del giorno sulla sicurezza stradale, ma da allora non si è fatto più nulla. Allora dobbiamo parlarne, sederci attorno a un tavolo e capire cosa possiamo fare per impedire che accada ancora. La sicurezza sulle nostre strade deve avere la precedenza su tutto»