«Muviq: incontro entro novembre Dal Ceo vogliamo garanzie scritte»
Ivrea
I sindacati puntano ad anticipare a novembre l’incontro con il Ceo previsto per gennaio, e chiedono di poter disporre di un verbale che documenti per iscritto le rassicurazioni sul mantenimento dei posti di lavoro e i 12 milioni di investimenti in ricerca e sviluppo. Stringono i tempi e vogliono che Muviq metta nero su bianco le garanzie espresse il 17 ottobre scorso in Confidustria, le parti sociali, dalle quali, allo stesso modo, viene evidenziata la necessità di chiarire gli accordi commerciali tra l’ex casa madre Dayco e quella che fu Dayco Propulsion Solutions, leader globale nella ricerca, progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di trasmissione di motori (ora Muviq), in particolare riguardo il servizio di aftermarket, che rimane un settore cruciale per l'occupazione. Un’accelerazione che arriva all’indomani delle assemblee con i lavoratori della sede di San Bernardo (492 tra ricerca e sviluppo e produzione), specchio del clima di forte incertezza ingenerato dal nuovo corso aziendale, con l’acquisizione di Dayco Propulsion Solutions da parte del fondo tedesco Aurelius e il cambio di nome in Muviq a significare una nuova proprietà e un’attività non più incentrata sull’elettrico, bensì su mezzi pesanti e motore ibrido, e totalmente separata rispetto a Dayco, di cui è infatti spin off.
Ad oggi Muviq non ha manifestato l’intenzione di ricorrere ad ammortizzatori sociali, come al momento sembrano scongiurati scenari di possibili frazionamenti finalizzati a cessioni. Ma non esistono elementi concreti per poterlo escludere e il mondo dell’automotive, con lo sboom dell’elettrico e una contrazione del 30-40% sul fronte delle macchine industriali, commerciali e di movimentazione terra, si trova ad affrontare la sua quinta crisi globale dal 2008.
La situazione va monitorata, ripetono i sindacati, anche se al momento per Muviq sembra meno peggio che altrove (solo in Canavese lo stampaggio a caldo e la componentistica hanno aumentato del 130% le ore di cassa integrazione utilizzate da gennaio).
E però, interviene Deborah Bonacci di Uilm Canavese, «dalle assemblee emerge preoccupazione anche per la mancanza di comunicazione tra i livelli dirigenziali e i lavoratori, i quali desiderano avere conferme scritte sulle prospettive aziendali. Nonostante le difficoltà nel settore automotive, è pur vero che sono stati garantiti investimenti significativi e la continuità del lavoro, anche se con alcune modifiche operative. La situazione attuale è certamente influenzata dai fattori esterni, come le recenti notizie negative riguardanti il mercato automotive. Ne siamo consapevoli e infatti non chiediamo la luna, bensì che venga redatto un verbale sugli impegni che la nuova proprietà si era assunta a voce, incontrandoci». L’anno chiuderebbe su cifre stabili. E proprio in previsione della visione dei bilanci i sindacati inizialmente sembravano concordare su un ulteriore incontro da calendarizzare non prima di gennaio. Il sentiment è cambiato dopo le assemblee con i lavoratori.
«Se c'è qualcosa che si muove in profondità, che noi non sappiamo, lo vedremo – afferma Paola Eusebietti (Fim Cisl Torino Canavese) – Traspare una certa distinzione, ma parrebbe una strategia commerciale, tra il veicolo pesante e il veicolo leggero. Molto probabilmente dovranno comprendere quale dei due rami è più redditizio, immagino che la questione sia un po' questa. Ma questo è anche ciò che preoccupa i lavoratori. Insomma, il quadro è tutto da definire, siamo davanti a una situazione sulla quale vigilare». Marco Lombardi, Rsu Fiom Cgil: «Al momento la situazione è sotto controllo. Va detto che cambiando lo scenario globale sull’elettrico, tutte le società stanno facendo un passo indietro, hanno un ripensamento. E i grandi fondi, si sa, provano a sfruttare al meglio tutti i mercati e tutte le nuove opportunità. Ciò che conta è che Muviq si impegni soprattutto sui nuovi progetti e sviluppi, mantenendoli sul territorio. A questo puntiamo».