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Ноябрь
2024

I carabinieri camuffati da tecnici Enel piazzano una telecamera e riprendono i maltrattamenti

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Maltrattamenti sulla moglie a favore di telecamera. Quella che era stata installata da alcuni carabinieri che erano entrati in casa fingendosi tecnici di Enel.

Chiuse le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per un cittadino marocchino sulla trentina, che vive a Belluno con moglie e figlia di tre anni. L’uomo avrebbe maltrattato la donna sotto gli occhi della bimba, ma soprattutto quello elettronico, che gli era stato piazzato nell’abitazione in centro, naturalmente a sua insaputa. Ci sarebbe una schiacciante prova video, ma l’imputato sembra intenzionato ad andare al dibattimento in caso di rinvio a giudizio e sosterebbe di essere lui il vero maltrattato.

L’uomo è difeso di fiducia dagli avvocati Martino Fogliato e Giorgio Gasperin e l’udienza preliminare davanti al gup Elisabetta Scolozzi sarà celebrata alla fine dello sciopero degli avvocati penalisti. È in quel momento che la coniuge potrà costituirsi parte civile con Liuba D’Agostini.

Martedì 5 novembre i due si sono intravisti a palazzo di giustizia. Lei indossa il velo islamico, quindi difficilmente i contestati maltrattamenti possono essere avvenuti per motivi di carattere religioso. Lui è arrivato al terzo piano con un abbigliamento occidentale. Di sicuro ci sarà bisogno dell’interprete, perché ci sono dei problemi con la lingua italiana e il reato che viene contestato è molto delicato.

I motivi della querela

I due sono più o meno coetanei, arrivano dal Maghreb e la loro relazione è entrata in crisi dopo qualche anno di serenità. L’uomo avrebbe cominciato a comportarsi male e soprattutto a colpirla con calci, pugni e schiaffi. Accanto alle percosse, che hanno provocato delle lesioni, ci sarebbero state anche parolacce e termini svalutanti in arabo.

Spesso di fronte alla bambina, che non risulta parte offesa perché è piccolissima, ma costituisce l’aggravante. La coniuge ha cercato di far valere il suo diritto a condurre una vita normale, andando dall’avvocato D’Agostini e presentando una querela per maltrattamenti in famiglia al Comando dei carabinieri di viale Europa.

Le indagini preliminari

Il fascicolo è arrivato sul tavolo del pubblico ministero, che ha avviato gli accertamenti. Ci volevano dei riscontri al racconto della donna e l’idea vincente potrebbe essere stata quella di mandare nella casa dell’indagato una pattuglia di militari sotto copertura.

I due si sarebbero spacciati per operai dell’Enel e, con la scusa di fare un controllo sull’impianto elettrico, hanno piazzato una telecamera, nel luogo più strategico. È grazie a questo strumento e ai filmati girati per un certo periodo di tempo che il magistrato ha potuto chiudere le indagini e domandare il processo al giudice. Le intercettazioni ambientali avranno senz’altro il loro peso.

La parte civile

La donna si costituirà parte civile, per partecipare attivamente al processo ed, eventualmente, per chiedere un adeguato risarcimento danni, quando sarà il momento della discussione finale.

Si è senz’altro sentita maltrattata e questo c’è scritto nel verbale che ha firmato, mentre la difesa Fogliato-Gasperin punterebbe anche su un arabo tradotto in maniera approssimativa dall’interprete incaricato dalla Procura della Repubblica, per arrivare a chiedere una sentenza di assoluzione.




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