Добавить новость
ru24.net
World News
Ноябрь
2024

Ti ricordi… Mini Jakobsen, 1,68 centimetri di velocità nel leggendario Rosenborg dei marcantoni

0

“Eh sì, Mini, perché in una nazionale di marcantoni lui è alto solo 1 metro e 68”. Da leggere con la voce di Bruno Pizzul, che racconta di Jahn Ivar Jacobsen, meglio conosciuto come Mini perché appunto il suo metro e sessantotto e una buona dose di autoironia lo spingono a prendersi quel soprannome e farlo ufficialmente suo. È un tipo intelligente Mini, e pure abbastanza eccentrico: nascerebbe Jan, e non Jahn, ma che decise di aggiungere una “h” al suo cognome in omaggio a Jahn Teigen, un cantante norvegese scomparso nel 2020, che dalle foto ricorda un po’ Iggy Pop. Per la verità Mini era una vecchia conoscenza della nazionale azzurra: ci aveva giocato contro già tre volte prima di allora, in un caso facendole anche male: a Genova, esattamente 33 anni fa, segnando in una gara di qualificazione a Euro ’92 che finirà 1 a 1 (gol italiano di Rizzitelli), di fatto ponendo fine alle possibilità di qualificazione azzurre.

È bravo Mini, e si vede sin da quando è ragazzino: i compagni magari sono più alti e più forti fisicamente ma lui, un’ala brevilinea, veloce e fantasiosa, bravo nel dribbling e nel cambio di passo, riesce a farsi notare. Prima nel Junkeren, poi nel Grand Bodo e a 18 anni arriva la chiamata tra i professionisti del Bodo Glimt dove riesce a fare cambiare la concezione dell’attaccante nel calcio norvegese. Il Bodo all’epoca militava tra terza e seconda divisione, e Mini segna 64 gol: numeri da attaccante puro, pur senza essere un centravanti di ruolo. Numeri che gli valgono la chiamata del Rosenborg, il top del calcio norvegese. Nella squadra di Nils Eggen trova i vari Bragstad, Knut Eggen, Runar e Orian Berg e soprattutto Strand, Brattbakk e Sorloth. Gli ultimi due sono attaccanti strutturati, entrambi superiori al metro e ottanta, eppure quello che segna di più, aiutando il Rosenborg a vincere i titoli e le coppe nazionali nel 1988 e nel 1990 è proprio lui, Mini Jakobsen.

I gol gli valgono la nazionale e la chiamata degli svizzeri dello Young Boys nel 1990: resta in Svizzera tre anni, con un ottimo impatto segnando 32 gol in campionato, arrivando alle spalle di Alexandrov nella classifica cannonieri, e perdendo il campionato ai playoff con l’Aarau, pur essendo lo Young Boys arrivato primo in classifica generale (solo quinto l’Aarau). Meno positive sono le esperienze in Germania, con il Duisburg e il Belgio con Lierse, ma è il periodo che coincide con le qualificazioni ai mondiali di Usa ’94. La Norvegia non partecipava a un Mondiale dal 1938, e in un girone di ferro con Inghilterra e Olanda, Mini e compagni riescono a qualificarsi: fondamentale il contributo di Jakobsen con un gol importantissimo alla Turchia e diversi assist per i compagni. Dopo l’esperienza negli Stati Uniti con la Nazionale arriva la nuova chiamata del Rosenborg: una squadra più matura, che non solo vince in patria, ma diverte anche in Europa: in Champions i norvegesi si prendono il lusso, ad esempio, di battere il Milan, e Mini iscrive a curriculum anche un gol al Bernabeu contro il Real, dribblando il portiere Ilgner e dando ai suoi il momentaneo pareggio in una gara che finirà comunque 4 a 1 per gli spagnoli.

Gli hanno chiesto anche una sorta di tutorial, in patria, su come segnare al Real. Lui ha risposto “È semplice: fatevi fare un assist perfetto da un compagno, fate uscire il portiere del Real un po’ a caso sulla trequarti, dribblatelo e tirate in porta”. Tra gol e assist, Mini diventerà una leggenda per il Rosenborg: sette campionati vinti, oltre 90 gol segnati, trentacinque presenze in Champions League, quattro coppe di Norvegia. Ancora oggi viene citato come esempio, interpellato ogni volta che il Rosenborg è argomento di dibattito, anche perché dopo il ritiro è diventato egli stesso un opinionista tv, sebbene sia ampia la gamma di attività in cui si è cimentato: il golf, ad esempio, ma anche conferenze motivazionali in cui mette la sua esperienza, e in particolare il suo carattere forte e la sua verve a disposizione degli sportivi, per la serie: non serve essere giganti per essere dei grandi. Da quel gol all’Italia sono passati 33 anni, dalla nascita di Mini, invece 59: soffierà le candeline proprio oggi.

L'articolo Ti ricordi… Mini Jakobsen, 1,68 centimetri di velocità nel leggendario Rosenborg dei marcantoni proviene da Il Fatto Quotidiano.




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus
















Музыкальные новости




























Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса