Aveva investito un 83enne sulle strisce, medico accusato di omicidio stradale prosciolto
IVREA. Aveva urtato, seppure a bassa velocità, un pedone 83enne che attraversava sulle strisce all’altezza del civico 11 di via Circonvallazione.
L’uomo, già fragile, aveva riportato un grave trauma al bacino ed era stato ricoverato in ospedale dove, 8 giorni dopo, è morto per arresto cardiaco.
Così un medico neurologo dell’ospedale di Ivrea, di 65 anni, è finito imputato per omicidio stradale colposo, difeso dagli avvocati Alberto Avetta e Andrea Castelnuovo.
È stato però prosciolto dal giudice per l’udienza preliminare Andrea Cavoti nella giornata di ieri, giovedì 7 novembre.
È una sentenza quasi unica nel suo genere, quella pronunciata dal gup di Ivrea.
A spiegarlo è proprio l’avvocato Castelnuovo: «Nonostante tutti gli orientamenti della Cassazione fossero contrari alla nostra prospettiva siamo soddisfatti di aver convinto il tribunale - spiega il legale -, che il nesso di causa deve essere certo e preciso e non basta che la morte sia avvenuta cronologicamente dopo il sinistro».
L’83enne, infatti, è deceduto per arresto cardiaco, 8 giorni dopo l’incidente in ospedale.
La pm Valentina Bossi aveva ritenuto sulla scorta della consulenza della dottoressa Caterina Petetta, che l’infarto fosse conseguenza delle ferite riportate durante l’incidente stradale, in un anziano già afflitto da molte patologie.
Di avviso diverso l’avvocato Castelnuovo che, aveva chiesto di sentire la consulente, la quale, durante l’udienza, ha spiegato di non avere la certezza incrollabile che non potessero esserci altre cause per l’arresto cardiaco.
Così il giudice ha prosciolto il medico da ogni accusa. Tra trenta giorni è fissato il termine per le motivazioni, in cui si conoscerà in termini precisi l’orientamento sul nessuno causale e il dubbio ragionevole insinuato dalla difesa.
L’incidente era avvenuto il 6 maggio 2023, mentre il decesso era stato certificato il 14 dello stesso mese. L’auto che aveva travolto l’83enne lo aveva spinto in terra soltanto di pochi metri, ma sufficienti per causare un trauma grave all’uomo.
Al medico era contestata la violazione del codice della strada, con cui aveva mancato di dargli la precedenza, seppure fosse sulle strisce.