Ivrea, dopo i ricorsi al Tar comincia il recupero dell’asilo Olivetti
Ivrea
Insieme al recupero di Palazzo Giusiana, la ristrutturazione dell’asilo Olivetti è l’opera più grande finanziata con i fondi Pnrr con ben 3 milioni di euro, a cui si aggiungono 1,4 di risorse comunali arrivate con un mutuo appena acceso, più altri 200mila di fondi comunali. Nei giorni scorsi i lavori sono stati definitivamente affidati al raggruppamento temporaneo di imprese Dremar Costruzioni generali, Imprenet Consorzio stabile e Tecse Enginnering studio associato (progettista). Anche l’avvio di questo cantiere sconta ritardi non dovuti al Comune. Qui la gara di appalto è stata gestita da Inva ma la prima impresa esclusa nell’ottobre del 2023 aveva proposto ricorso al Tar ritardando di fatto l’assegnazione dei lavori.
Nei giorni scorsi è stato firmato il contratto con l’impresa e l’inizio dei lavori è questione di giorni. L’intervento consentirà di porre le basi per la restituzione dell’edificio al suo scopo originario: un asilo nido. Costruito in via Camillo Olivetti tra il 1939 e il 1941, su progetto di Figini e Pollini, l’edificio era stato chiuso nel 2017 per problemi strutturali che non garantivano più la sicurezza dei bambini (attualmente dislocati su tre sedi diverse).
La verifica della capacità sismica e strutturale svolta nel 2017 sull’asilo Olivetti aveva evidenziato, innanzitutto, la necessità di provvedere a sgravare la copertura dell’edificio principale dalla massa di carichi che si sono affastellati nel tempo. Gli interventi di impermeabilizzazione che si sono succeduti nei decenni, infatti, hanno avuto l’effetto di sommare nuovi spessori di massetto in aggiunta l’uno sull’altro, determinando un carico notevole per il quale il solaio non era stato concepito. La struttura, inoltre, dovrà essere sottoposta a opere che la rendano compatibile con le più recenti norme antisismiche. Con i 4,6 milioni di euro si darà quindi vita a una grande cantiere di architettura conservativa che si affiancherà a una ristrutturazione completa dell’edificio, partendo dal tetto per finire a tutti gli impianti dell’edificio, ormai vetusti.
Tra gli interventi da effettuare c’è quello sull’amianto. Tutto il piano terra del corpo principale dell’edificio, infatti, era stato compartimentato e reso inaccessibile nel corso degli anni 2011-2012 proprio per la presenza di eternit. Amianto era stato poi riscontrato negli intonaci, nei pavimenti e nelle tubature del riscaldamento.
Nel maggio dello scorso anno, un primo lotto di lavori per 700mila euro era stato concluso con i con i fondi europei destinati alla rifunzionalizzazione degli edifici all’interno delle città patrimonio Unesco. Questo primo intervento ha reso di nuovo fruibili l’ex guardiania, l’aula giardino, gli arredi (originali) interni di due aule che affacciano sul giardino. L’ex guardiania di fatto è diventata un luogo di accoglienza per i turisti, senza ovviamente sostituire il visitor center. Inoltre era stato messo in sicurezza il perimetro dell’edificio: i lastroni di pietra da tempo rischiavano di venire giù.