Addio al taser, per i vigili di Pavia arriva la “pistola” spara lacci
PAVIA. Il Comune vende i taser, ritenuti pericolosi per la scossa elettrica trasmessa e adotta il bolawrap, un dispositivo che spara un laccio che si arrotola intorno alle gambe del soggetto da immobilizzare. La decisione è stata presa ieri mattina in giunta, alla polizia locale dovrebbero andare almeno sei dispositivi.
Come è fatto
Il principio di funzionamento è simile a quello del taser, e infatti sono entrambi “strumenti di contenimento da remoto”. Tuttavia, il taser spara degli elettrodi che, conficcandosi sulla persona da immobilizzare, trasmettono una corrente elettrica molto forte che di fatto paralizza i muscoli per breve tempo.
Il bolawrap, invece, spara un laccio di kevlar lungo 2 metri e mezzo che ha alle estremità due ancorette con 4 uncini. Il laccio viene proiettato verso le gambe o il tronco del soggetto con l’effetto di arrotolarvisi e, di fatto, ottenere una legatura efficace, che ne impedisce qualsiasi ulteriore movimento. Un raggio laser verde guida la mira. Il laccio viene lanciato grazie alla carica di una cartuccia calibro .380 a salve, che garantisce la proiezione del “bola” alla velocità di circa 160 metri al secondo, a una distanza utile che varia fra i 3 e gli 8 metri. Il principio è quello che, nell’immaginario collettivo, viene utilizzato dai gauchos argentini e infatti lo strumento che usano si chiama bolas. L’obbiettivo è quello di bloccare persone che, in stato di agitazione, non rispondono ai comandi intimati dagli operatori di polizia e costituiscono una potenziale minaccia. «Rispetto alla pericolosità per chi viene colpito – spiega l’assessore alla Polizia locale – il bolawrap è all’opposto del taser. Lo strumento a impulsi elettrici rischia di determinare addirittura la morte della persona che viene colpita, mentre in questo caso si ha una costrizione temporanea senza rischi per la salute».
Una volta che il soggetto da bloccare ha le gambe o le braccia legate diventa meno rischioso passare al contatto diretto. «La mia volontà – prosegue l’assessore Faldini – era quella di dotare il corpo della polizia locale di uno strumento che potesse essere di aiuto nei frangenti più delicati, ma che non costituisse un potenziale pericolo per la salute di chi deve essere fermato dagli agenti».
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Effetto deterrente
Quando l’operatore lo mette in funzione, lo strumento proietta un raggio laser verde che serve a prendere la mira, esattamente come accade con i puntatori laser per le armi da fuoco, e che può servire da deterrente. Se la persona non risponde alle intimazioni dell’agente di polizia locale e se il raggio di luce non lo fa desistere, il bolawrap spara il laccio uncinato grazie a una cartuccia caricata a salve che produce una detonazione simile a quella di una pistola. Ovviamente il personale va adeguatamente addestrato all’utilizzo di questo strumento, ma non si ha la controindicazione del taser che su soggetti malati o portatori di pacemaker può avere conseguenze gravi. Il primo a utilizzarlo, in Italia, è stato il comando della polizia locale di Bolzano. Successivamente è entrato nella dotazione degli agenti di altri capoluoghi di provincia, come Genova e Parma.
Per quanto riguarda i due taser attualmente in dotazione al comando di viale Resistenza, verranno ceduti, insieme alle cartucce che ne consentono l’utilizzo ad amministrazioni comunali che si dimostrino interessate al loro utilizzo. L’intenzione dell’assessore Faldini è di acquistare sei dispositivi da affidare agli agenti di pattuglia, quelli che più di frequente si trovano a dover affrontare situazioni complesse da risolvere. Chiaramente prima bisognerà acquistare gli apparecchi con procedura a evidenza pubblica e addestrare gli agenti.