Firme false, ex dipendente Etra condannato
Un anno e 8 mesi di condanna (il pm aveva chiesto 1 anno e 6 mesi) per aver firmato al posto dell’allora presidente di Etra in una cinquantina di pratiche, 48 per l’esattezza.
È la pena alla quale il tribunale di Vicenza (giudice Alessia Russo) ha condannato Giampietro Serraglio, l’allora responsabile dell’Ufficio contenzioso crediti.
Il dipendente di Etra, 60enne di San Zenone degli Ezzelini (Vicenza), avrebbe apposto la firma di Andrea Levorato a decine di pratiche – si tratterebbe di affidamenti a sei diversi avvocati – nel corso del 2019: un reato previsto dagli articoli 81 comma 2 e 476 del Codice penale.
L’accusato è assistito dall’avvocato Umberto Pauro del Foro di Venezia. Il ruolo che svolgeva l’accusato era di particolare rilevanza: fino al 2021 era operativo nella sede di Bassano della multiutility di acqua e rifiuti dell’Alta padovana.
Ed ora deve rispondere di un comportamento delittuoso, quello di aver apposto firme apocrife proprio in nome dell’allora presidente Levorato. Quest’ultimo aveva scoperto quasi per caso l’avvio di una pratica a sua firma della quale non sapeva nulla.
Poco dopo, ecco una seconda pratica, tanto da spingerlo a commissionare una perizia grafologica per capire meglio chi potesse aver apposto quella firma. Le pratiche di affidamento del recupero crediti si trovavano materialmente nell’ufficio gestito e diretto da Serraglio.
Il conferimento ad un legale dell’incarico di recuperare il credito in via giudiziale costituiva sempre una decisione delicata e, ove possibile, da evitare. Gli utenti morosi avevano spesso condizioni disagiate, la richiesta di agire in giudizio e chiudere il contatore portava a un danno d’immagine all’azienda.
Per tali ragioni, il presidente (assistito dall’avvocato Lorena Puccetti) poneva molta attenzione alle pratiche di recupero crediti, richiedendo in primo luogo una relazione esplicativa che illustrasse le ragioni per le quali appariva necessario ricorrere al contenzioso. E la causa veniva affidata a legali conosciuti e non “nuovi” come nei casi venuti alla luce.
È stato Serraglio a stilare il nuovo elenco dei legali. Intercettato, parlando con la moglie al telefono (seccata dalle perquisizioni delle forze dell’ordine a casa) Serraglio dice di non preoccuparsi, che lui non aveva fatto quelle firme, ma resta vago. Per la difesa di Levorato, Serraglio affidava le cause più rilevanti economicamente ad una cerchia ristretta di legali, all’oscuro del presidente Levorato.