Scart, otto appuntamenti sulla poesia: si parte con Stefano Raimondi
Scart, dal friulano: scarto, scoria, rifiuto, ciò che viene scartato poiché non rispetta determinati requisiti. Accezione ampia. Anche nella letteratura ci sono gli scarti. Si tratti di testi abbandonati, di stesure che non raggiungono un dato livello di compiutezza o delle varianti che si approssimano alla volontà dell’autore.
Gérard Genette (1930-2018) direbbe che si tratta di avantesti, di stadi redazionali che uno via l’altro concorrono a dare forma a un testo – spesso quello che noi lettori fruiamo stampato e pubblicato. L’idea genettiana di avantesto o più prosaicamente di scarto, è utile a indagare le ragioni stilistiche e formali di un autore, a entrare nella sua officina per vederlo all’opera mentre lima, salda o taglia, forza al limite dell’incrinatura le parole o le frasi del suo lavoro. Se vale per la letteratura tutta, questo è lo specifico proprio della poesia.
Da questi assunti il gruppo “Scart” ha dato avvio a un ciclo d’incontri fondati sull’idea dello scarto in poesia. Scart ha anche una sorta di motto: “La poesia che si fa”, prelevato dal titolo di un saggio del poeta, traduttore e intellettuale Giovanni Raboni (1932-2004). È chiaro l’intento laboratoriale di Scart, la cui ambizione è di interagire con poeti e poete d’oggi per vedere come “si fa”, come si costruisce la poesia di quel dato autore. Spesso ci si accorge che dietro i versi – siano a prima vista semplici o enigmatici – c’è un lungo confronto, un dialogo, che l’autore intrattiene con la tradizione e il proprio canone di autori di riferimento.
In seconda istanza, una poesia è fatta di giorni, settimane e a volte mesi di lavoro e di continui aggiustamenti verbali o sintattici, quasi un corpo a corpo con la lingua, di letture, di raffronti con altre persone. È da qui che Scart prende le mosse ed entra nel vivo: chiede agli autori uno scarto, un avantesto, così da discorrere per differenza su ciò che è già stato da loro edito.
All’interno del ciclo di incontri di ambito poetico, Scart organizza due percorsi paralleli. Il primo è quello dei Laboratori, il cui intento è ragionare sugli scarti d’autore; prima di discuterne con l’autore, il gruppo si riunisce e si confronta sulle cifre stilistiche degli scarti, delle pubblicazioni e del percorso autoriale. Il secondo è quello delle Presentazioni, in cui un autore viene chiamato a presentare il proprio libro recente, perché ritenuto significativo nel panorama letterario odierno, accompagnato dalle sollecitazioni di alcuni dei partecipanti. Per il ciclo dell’anno 2024-2025, sono statati invitati a Udine Stefano Raimondi (l’incontro venerdì 8 novembre alle 17, a Palazzo di Toppo Wassermann di Udine), Ida Travi, Marco Vitale e Fabio Pusterla per i Laboratori; Antonio Francesco Perozzi, Riccardo Frolloni, Renata Morresi e Laura Pugno per le Presentazioni.
La volontà di Scart è di promuove attivamente la poesia italiana di questi anni sul territorio cittadino udinese. Scart è un collettivo intergenerazionale, orizzontale, indipendente, partecipativo, che collabora attivamente con alcune istituzioni e realtà cittadine. C’è la stretta cooperazione con l’associazione di scrittura creativa Albatros e con la Superiore Universitaria “di Toppo Wassermann”, presso la quale si svolgono i Laboratori e gli incontri preliminari per formarsi sul poeta ospite. Non di secondaria importanza sono le collaborazioni di Scart con le librerie Tarantola ed Einaudi, la Stamperia d’arte Albicocco, il Css,, Factory - music books vintage.
Scart è un insieme di persone inclusivo. Gli incontri, tanto quelli preparatori ai Laboratori quanto le Presentazioni, sono aperti a tutti: gli interessati sono invitati a partecipare alle iniziative di cui si darà pubblicità mensilmente e, partecipando, avranno l’occasione di incontrare e discutere in maniera aperta e attiva con i poeti. Per il calendario e gli aggiornamenti, si consiglia di consultare il sito scartpoesia.wordpress.com e i social al sito linktr.ee/scartpoesia