Tutto esaurito e un clima da gran gala: così il Teatro Verdi di Trieste apre con la Traviata
Come nelle favole. La serata di gala di venerdì sera al Teatro Verdi, con la prima di un’opera celeberrima come “La Traviata” di Giuseppe Verdi, è partita da un tutto esaurito che ha visto il teatro riempirsi in ogni ordine di posti.
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Pubblico elegantissimo. Due carabinieri in alta uniforme all’ingresso della sala hanno sottolineato la sontuosità dell’evento.
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Lo stesso foyer era adornato da imponenti composizioni floreali che sono state realizzate basandosi su quelle che erano le piante e i fiori presenti nella casa di Christian Dior negli anni Cinquanta. Un tocco di classe e un richiamo a quelli che sono i costumi dell’opera stessa, ispirati allo stesso stilista.
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Stavolta, rispetto agli anni passati l’impegno c’è stato per davvero anche da parte del pubblico. Hanno vinto le paillettes, che si sono viste declinate in ogni diametro e nouance, ma anche abiti sontuosi, con inserti in piume o coprispalle di pelliccia vera, animalier o anche rosa. Anche un soprabito arancione si è fatto notare in mezzo a tanto nero: un’opera d’arte. La marchesa Etta Carignani ha scelto un abito blu, raffinato, con degli orecchini di brillanti per questa prima, mentre la presidente degli Amici della lirica, Elisabetta D’Erme, ha scelto un approccio in total black con giacca di pelle molto rock.
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Elegantissimi gli uomini, dal sindaco Roberto Dipiazza, raggiante perché «serate come questa sono un orgoglio per la città, con molti ospiti che arrivano anche da fuori». C’era l’onorevole Graziano Pizzimenti, l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro e anche il vicegovernatore Mario Anzil. «Questa opera gode del sostegno della regione – ha affermato Anzil – e sono felice di assistere a questo debutto: qui si produce cultura”.
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Ancora una volta impeccabile il presidente del Rossetti Francesco Granbassi. Per molti invece l’eleganza ha qualche tocco che rimanda all’Austria, con dettagli che richiamano l’eleganza d’oltralpe, mentre non sono mancati giacche glitter o in velluto.
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La vicesindaca Serena Tonel, che ha scelto un abito blu e nero, ha parlato di «un inizio stagione con grandi cantanti e un’opera famosa in tutto il mondo. Se qualcuno passa da Trieste in questi giorni vede il meglio della cultura cittadina. Ogni euro dato al teatro è un investimento per la città».
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Per il sovrintendente Giuliano Polo si tratta di «un inizio di stagione davvero promettente, con una prima gremita come non si vedeva da tempo e un’ottima tendenza sulle repliche e sugli ultimi giorni d’abbonamento. Abbiamo tante nuove iniziative in cantiere e un teatro che inizia davvero ad affacciarsi sugli orizzonti della contemporaneità in termini di accoglienza e servizi. C’è ancora molto da fare ma la risposta del pubblico ci dà la carica».
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Per il direttore artistico Paolo Rodda, «questo nuovo allestimento, semplice ed elegante, pone l’attenzione sulla musica di Verdi, che, indubbiamente è un capolavoro. Non a caso questa è una delle tre opere più eseguite al mondo. Abbiamo un cast di alto livello, che garantirà un ottimo spettacolo. Tutta la stagione è stata pensata per offrire al pubblico, che si fa di anno in anno sempre più attento, appassionato ed esigente, dei grandi interpreti e dei direttori oltre ad alcuni titoli che non spesso vengono eseguiti».
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Due inni, quello italiano e quello europeo hanno dato avvia alla serata vera e propria. E l’opera ha fatto il resto. Con un titolo come “La Traviata”, è facile ottenere un ottimo riscontro di pubblico. È una di quelle opere che chiunque, almeno in parte, conosce. Una storia d’amore tra due giovani, che Verdi aveva pensato di portare in scena ambientandola proprio nell’anno in cui debuttava, ma che il pubblico ha preferito quando venne allestita (14 mesi dopo) con una distanza temporale che rendeva meno sottolineati alcuni usi e costumi diffusi al tempo, ma peccaminosi, come l’usanza di mantenere delle cortigiane.
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Violetta Valery, la protagonista, nasce da Marguerite Gautier, la protagonista del romanzo “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas figlio. In un viaggio a Parigi. lo stesso Verdi aveva assistito all’adattamento teatrale di questa storia così toccante e particolare che pensò poi di farne un’opera. Ne uscì un capolavoro che, nonostante una prima replica considerata un fiasco, è entrata nel cuore degli spettatori così profondamente da essere ormai tra le più famose al mondo.
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Come non lasciarsi conquistare dall’ardore di Alfredo che dichiara amore a una giovane cortigiana malata, che sceglie di concedersi il lusso di provare, una volta nella vita a ricambiare il sentimento? Come non struggersi di fronte al sacrificio della giovane imposto dal padre di Alfredo, seguendo istante per istante lo sviluppo di una storia dal finale annunciato che sa far battere il cuore?
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La risposta è stata chiara da parte del pubblico, che ha dimostrato affollando il teatro, che questo capolavoro è più amato che mai. —