Добавить новость
ru24.net
World News
Ноябрь
2024

Petrucco: «Pochi scossoni negli Usa con il ritorno di Trump, ma in Europa cambierà parecchio»

0

La Germania malata d’Europa. L’enigma dell’economia cinese, gigante dai piedi d’argilla. La difficoltosa transizione energetica. La soluzione, prima o poi, della guerra in Ucraina. I nuovi modelli di welfare tutti da inventare, in particolare per la protezione dei più svantaggiati. L’urgenza, per l’Unione europea, di cambiare, di diventare adulta. E su questo quadro, così complesso per il futuro dell’economia, si innesta l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti.

«Qui da noi avevamo una percezione eurocentrica del voto negli Usa - spiega Piero Petrucco, imprenditore a capo della Icop, tra i maggiori gruppi del Friuli Venezia Giulia nel campo delle costruzioni, che in qualità di vice presidente reggente di Confindustria Udine terrà le conclusioni dell’evento Top 500 di giovedì 14 alla Snaidero di Majano - , pensavamo che i due contendenti fossero testa a testa o che la candidata democratica potesse farcela. Invece la vittoria di Trump è stata netta, molto più di quanto ci aspettassimo noi europei».

Presidente Petrucco partiamo proprio da oltreoceano. Che riverberi avrà il successo di Trump per l’eonomia italiana, per il business?

«Innanzitutto c’è da dire che nessuno di noi ha una sfera di cristallo. Da quanto ho avuto modo di sentire io, da quello che ho percepito, negli Stati Uniti non cambierà l’indirizzo complessivo dal punto di vista finanziario, ci sarà continuità, nessuno scossone. In Europa invece cambierà parecchio».

Su cosa basa la sua convinzione?

«L’Unione europea si trova nella necessità di pensare in maniera molto più autonoma, a partire dalla difesa. L’Europa dovrà avere più coraggio di adesso. Le istituzioni che la governano e i cittadini sono preparati alla svolta? Non lo so».

Incombe anche la necessità di accelerare la transizione energetica, la decarbonizzazione. Ce la faremo?

«Se dovessimo perdere di nuovo la stampella americana per la transizione green, sarebbe un guaio. L’Europa deve raggiungere l’autonomia, altrimenti sarà un vaso di coccio che renderà vulnerabile il sistema economico e sociale. Come realizzare l’indipendenza energetica e combattere il climate change? L’Europa si è imposta ricette molto forti, ma si trova molto più isolata nel realizzarle. L’Europa è in grado di portare avanti tale politica con intensità e progressione? Come declina il green deal? La mia percezione è che andranno affrontati dei nodi, come l’energia nucleare di ultima generazione. Senza questi impianti non raggiungeremo gli obiettivi di rispettare la riduzione delle emissioni di CO2».

L’Ue non sta vivendo un momento facile nemmeno dal punto di vista politico, è d’accordo?

«Non possiamo continuare a dire che il nostro modello è quello giusto. Le classi dirigenti come stanno affrontando il problema degli ultimi, degli emarginati? Dal punto di vista economico dovremo avere molto equilibrio, altrimenti rischiamo di essere isolati e non competitivi. La parte manifatturiera ce l’abbiamo, ma dobbiamo darci da fare sullo sviluppo delle tecnologie. È vero che siamo un mercato grande, 400 milioni di persone, ma se non tocchiamo più palla...».

Cosa sta accadendo in Germania? La locomotiva d’Europa è così in difficoltà?

«La Germania è completamente bloccata, soprattutto nell’automotive, ma anche nelle costruzioni. In Germania imprenditori ed esperti non ritengono realistica un’inversione di tendenza prima della metà del 2025. I tassi d’interesse restano alti, la gente non investe, il sistema economico tedesco è rigido, fa fatica a gestire le emergenze, noi italiani invece abbiamo una capacità di adattamento superiore. La Germania preoccupa dal punto di vista sociale e politico, con l’estrema destra che ha sempre più consenso. È il modello tedesco come l’abbiamo conosciuto finora che è in crisi».

Anche la Cina sembra non attraversare un’epoca d’oro, ma è pur sempre un gigante economico con il quale dobbiamo fare i conti.

«La Cina è un grande enigma. Hanno una bolla immobiliare spaventosa, nel contempo stanno invadendo i mercati mondiali con i loro prodotti. Tengono in piedi l’economia interna con l’export spinto a prezzi bassi, facendo una concorrenza che è difficile da combattere. La Cina è una "tecnocrazia" autoritaria, ma non sappiamo se il modello reggerà a lungo».

La guerra in Ucraina si avvia verso i tre anni: Trump riuscirà a risolverla?

«L’elezione di Trump consentirà una stabilizzazione, l’Ucraina non potrà portare avanti la guerra senza sostegno americano. Con la Russia comunque non torneremo a una situazione pre guerra, con la Germania che otteneva gas a buon mercato da Mosca ed esportava tutti i suoi beni a Pechino». —




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus




Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса
Australian Open

Теннисистка Блинкова выиграла первый круг Открытого чемпионата Австралии






Свыше 400 коллективов задействуют в новом сезоне проекта «Музыка в метро»

Angsana Velavaru приглашает в гастрономическое путешествие

День образования Следственного комитета отмечают сегодня

Музей Победы запускает новые экскурсионные программы