Superbonus, uno spreco che peserà a lungo sui conti pubblici, pure Gentiloni lo ammette. Foti: un disastro di chi oggi vuole dare lezioni
Superbonus, una zavorra che continuerà a pesare sui nostri bilanci ancora a lungo: la sentenza che condanna i conti pubblici del Paese, un verdetto sotto gli occhi e sulle spalle di tutti, arriva – una volta di più – direttamente dalla Commissione Europea, che oggi pubblica le previsioni economiche d’autunno. E l’analisi lo sottolinea chiaramente: l’effetto del Superbonus continuerà a pesare nei prossimi anni sul debito pubblico italiano, che dovrebbe salire oltre il 139% del Pil nel 2026. Il debito pubblico dell’Italia è stimato dalla Dg Ecfin al 136,6% quest’anno. Al 138,2% l’anno prossimo. E al 139,3% nel 2026, nonostante saldi primari «positivi e in aumento».
Superbonus, un super spreco che continuerà a pesare sui nostri conti pubblici
Dunque, il deficit in rapporto al Pil è previsto in traiettoria discendente, dal 3,8% di quest’anno al 3,4% l’anno venturo. Fino al 2,9% nel 2026: un quadro significativamente migliore di quello pronosticato nel maggio scorso a politiche invariate (4,4% nel 2024 e 4,7% nel 2025). L’aumento previsto del debito pubblico è provocato da aggiustamenti nei flussi legati all’impatto ritardato sull’indebitamento di cassa dei crediti d’imposta per ristrutturazioni immobiliari, che influiscono sui disavanzi degli anni precedenti.
Per non parlare delle super-truffe che hanno lasciato il segno…
Nel contempo, il differenziale del tasso di crescita degli interessi diventa meno favorevole. La situazione, tuttavia, è meno negativa, anche per il debito, rispetto al quadro che emergeva nelle previsioni di primavera, sei mesi fa: per il 2024, il debito/Pil era visto al 138,6% e per il 2025 al 141,7%. Resta il fatto che il debito pubblico rimane comunque alto, con il provvedimento sbandierato dal governo Conte che, come noto e come documentato già molte volte, ha dato oltretutto la stura a truffe e sprechi che hanno lasciato il segno esplicitato nelle cifre e nelle proiezioni di cui sopra.
Ed è costretto ad ammetterlo anche lo stesso Gentiloni: «Superbonus uscito fuori controllo, impatto negativo»
Non solo, finanche confermato dallo stesso commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, che rispondendo, in conferenza stampa a Bruxelles, ad una domanda sulle ragioni per le quali il debito pubblico italiano è previsto in aumento nei prossimi anni, malgrado i consistenti avanzi primari previsti, non ha potuto fare a meno di asserire: «È abbastanza assodato che il cosiddetto Superbonus edilizio è uscito fuori controllo, e nel complesso ha avuto un impatto più negativo che positivo sull’economia italiana».
Foti conferma: «Un disastro sulla pelle degli italiani causato da chi oggi vuole dare lezioni»
Come del resto ha commentato ancora una volta poco fa il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, che ha parlato di un «disastro sulla pelle degli italiani causato da chi oggi vuole dare lezioni». Sottolineando contestualmente: «Che ogni governo precedente abbia lasciato un’eredità pesante, potrebbe apparire un disco rotto spesso utilizzato in politica, ma diventa drammatica e oggettiva realtà analizzando il Superbonus. Questo sussidio-bandiera sventolato dal governo Conte, subito dopo quello altrettanto disastroso del Reddito di cittadinanza, viene analizzato nel libro di Capone e Stagnaro che ne evidenziano il peso economico ingiustificabile per il bilancio dello Stato».
Altro che demagogia, lo dicono i numeri
Ossia, come spiega proseguendo Foti: «Lo dicono i numeri. A fronte di una manovra che per il 2025 è di circa 30 miliardi, nel solo 2025 il Superbonus voluto da M5S e Pd costerà alle casse dello Stato 38 miliardi. E questi sprechi sulla pelle degli italiani sono stati causati da chi oggi pensa di darci lezioni su come stanziare fondi per sanità, scuola, pensioni, e ha il coraggio di reclamare demagogicamente il salario minimo».
Superbonus, «ha aggravato le disuguaglianze sociali senza affrontare e risolvere i problemi edilizi»
«Un provvedimento – rimarca Foti – che ha concentrato ingenti risorse su un segmento ristretto della popolazione. E ha aggravato le disuguaglianze sociali senza affrontare il problema strutturale del patrimonio edilizio nazionale. Prima di proporre formule magiche dai banchi dell’opposizione – ha concluso pertanto l’esponente di FdI – le sinistre si domandino perché è in quella postazione dell’emiciclo che gli italiani le hanno relegate».
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