L'ex palazzo delle Poste di via Sant’Anastasio a Trieste rinasce con 95 nuovi appartamenti
È presto per trarre conclusioni, ma una cosa si può già dire con certezza: il recupero dell’ex palazzo delle Poste in via Sant’Anastasio sarà un banco di prova per tutto il circondario della stazione ferroviaria, oggi stretto tra promettenti investimenti privati e angoli immersi nel degrado. Non a caso Vincenzo Settimo, che con la sua Edilimpianti ha guidato la conversione dell’immobile da fatiscente qual era a un complesso da 95 appartamenti, ne parla come del «più bel progetto nel suo contesto urbanistico».
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Venduto il 70%
La “rinascita” è quasi ultimata, mancano solo gli ultimi due piani e alcuni box auto, tuttavia il dato più rilevante è un altro: in poco più di due anni, da quando cioè i nuovi appartamenti sono stati messi sul mercato, le vendite hanno raggiunto circa il 70 per cento del totale.
Se l’ex palazzo delle Poste possa fungere da volano per il rilancio di tutta l’area, lo dirà il tempo. Ma intanto quel numero rappresenta un inequivocabile segnale di interesse, nei confronti di un edificio fino a tre anni fa vittima di abbandono e sporcizia.
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La svolta nel 2021
La svolta era arrivata nelle ultime settimane del 2021. Pompeo Tria (Fintria), Claudio Berlingerio (Nilos) e appunto Vincenzo Settimo si erano aggiudicati l’ex Poste all’asta per 7,2 milioni di euro, fondando una società ad hoc partecipata al 50 per cento da Tria e al 25 per cento da Berlingerio e Settimo. I quali hanno così dato forma a un piano di recupero da circa 50 milioni, di cui ora si assiste alle fasi finali. La scorsa settimana sono stati rimossi i ponteggi, scoprendo il color grigio-arancione della facciata. Operai e macchinari sono ancora in azione per ultimare lo spazio box entro la fine del mese, oltreché gli attici degli ultimi due piani in tempo per marzo del prossimo anno.
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Il cantiere di via Udine
L’operazione porta idealmente a compimento il progetto che la stessa Edilimpianti aveva realizzato nel contiguo palazzo di via Udine (in quel caso assieme a City Capital), chiudendo il cantiere a dicembre del 2023 e consegnando 54 alloggi. La somma fa 149 appartamenti, molti dei quali già abitati e tutti dotati degli standard più alti in termini di efficienza energetica.
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Domanda trasversale
Altro aspetto rilevante è la eterogeneità della platea di riferimento. Tria, presentando il progetto, aveva spiegato di volersi rivolgere a «una fascia di ceto medio», con alloggi di varia prezzatura da 60 fino a 130 metri quadrati, compresi gli attici in via di completamento. Una formula che evidentemente ha dato i suoi frutti, intercettando una domanda trasversale di residenzialità non scoraggiata dalla nomea dei dintorni della stazione ferroviaria.
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Area complicata
Basta infatti voltarsi dall’altra parte della strada per notare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo dell’area. Il palazzo dell’Inps è oggi preda dell’immondizia ma anche se si percorre in salita o in discesa via Sant’Anastasio la situazione resta complicata. A dispetto di queste impressioni, i tanti cantieri aperti nei paraggi sembrano recapitare un messaggio opposto: per citarne alcuni, palazzo Kalister che dovrebbe trasformarsi in un albergo da 104 stanze, o ancora il Miller & Aschholz, all’angolo con via Cellini, sottoposto a un intervento da 1,5 milioni e destinato ad accogliere un foro commerciale da oltre 400 metri quadrati.
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Vincenzo Settimo si augura che l’intervento da lui patrocinato possa fornire una spinta decisiva. Edilimpianti ha del resto accumulato una ragguardevole esperienza “rigenerativa” negli ultimi anni, dando nuova vita all’edificio Tarabocchia-Slataper (che ospita l’ex macelleria Rocco), al fabbricato all’angolo tra Cavana e via Venezian e a una serie di stabili a San Giacomo. Nel 2025 consegnerà altri 26 appartamenti presso le ex case Mosco di via San Vito (quasi tutti venduti), tenendo in serbo novità anche per l’ex negozio Sme in via Settefontane e l’ex Obelisco a Opicina. Oltre a eventuali sorprese. —
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