Conegliano, travolto e ucciso dall’ambulanza: autista a processo
Non è stata ancora formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio, ma è certo che accadrà nelle prossime ore: l’autista dell’ambulanza che ha travolto a Conegliano Adriano Canzian, pensionato di 75 anni, dovrà affrontare il processo per omicidio stradale.
Il pubblico ministero, Michele Permunian, nelle scorse settimane ha chiuso le indagini sull’incidente costato la vita al 75enne investito da un mezzo del Suem la sera del 8 febbraio 2024. Nei confronti di F. T., un 63enne di Vittorio Veneto, che era al volante del mezzo di emergenza, il pubblico ministero chiederà, dunque, il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale.
L'incidente
Lo scontro mortale è avvenuto verso le 23 in viale XXIV Maggio, nel quartiere di Monticella, al confine tra Conegliano e San Vendemiano.
L’ambulanza si stava dirigendo verso l’ospedale di Conegliano a sirene spiegate, per il trasporto d’emergenza di un paziente in rianimazione, in quel momento Canzian stava attraversando la strada tenendo al guinzaglio i suoi due cani.
L’impatto è stato tremendo, il pedone è stato sbalzato per alcuni metri dall’altra parte della strada, all’altezza del distributore Q8. Il personale del 118, rimasto illeso, ha prestato i soccorsi al 75enne, ma l’uomo è deceduto sul colpo, come uno dei due cagnolini.
Dalle indagini dirette da Permunian è emerso che quel tratto di via XXIV Maggio fosse in rettilineo, oltre ad essere ben illuminato, ed è risultato anche che, poco prima dell’impatto, la vittima avesse già cominciato l’attraversamento della carreggiata.
D’altro canto, l’ambulanza aveva non solo la sirena accesa, ma anche gli indicatori luminosi in funzione, proprio perché stava eseguendo un intervento d’emergenza.
Per questo motivo l’autista, seppur in un’ottica di prudenza, non era tenuto a osservare gli obblighi, comprensivi di divieti e limitazioni, che normalmente ricadono sugli altri utenti della strada.
Il processo
A Canzian sarebbe stato attribuito un parziale concorso di colpa: il codice della strada, infatti, impone a chiunque si trovi sulla strada percorsa dai mezzi di emergenza di tenere la via libera o di fermarsi.
Secondo la perizia disposta dal pm, il 75enne avrebbe però già iniziato l’attraversamento il che avrebbe dovuto indurre F. T. a prestare attenzione o addirittura a frenare per evitare l’ostacolo.
Come ogni sera il 75enne era uscito a portare fuori due dei tre bastardini sulla Calpena, l’area collinare davanti a casa tra Conegliano e San Vendemiano.
Nella sera di giovedì 8 febbraio stava per attraversare le strisce pedonali in via XXIV Maggio per ritornare a casa, quando è stato falciato dall’ambulanza, che a sirene spiegate stava trasportando un paziente in rianimazione all’ospedale di Conegliano.
La cagnolina Spritz è morta con lui, Trovi si è salvato. Il bastardino ha vegliato per ore accanto al corpo suo padrone dopo il terribile incidente, anche dopo l’arrivo della sorella della vittima.
L’autista dell’ambulanza, 63enne, dopo l’impatto è rimasto sotto choc.
Il processo a suo carico servirà per definire le responsabilità dell’accaduto