Coppa Davis, Hewitt: “Accetteremo la sfida contro l’Italia, l’Argentina non ha un giocatore tanto schiacciasassi quanto Sinner”
Nonostante potesse disporre di una rosa di qualità estrema, con due top 15 in singolare e due ex numeri 1 al mondo in doppio, gli Stati Uniti si sono fatti sconfiggere da una prode Australia. A guadagnare i punti necessari ad accedere alla semifinale sono stati Thanasi Kokkinakis nel primo singolare, da cui è uscito sconfitto Ben Shelton in tre set, e il doppio, dove la coppia Ebden/Thompson ha sbaragliato il duo americano composto (a sorpresa) da Paul e Shelton. C’è tanta soddisfazione per il team australiano, che, nonostante la sconfitta della sua punta di diamante, ha estromesso uno dei favoriti a portare a casa il titolo.
D. Bob ha parlato del fatto che parte della decisione era un elemento di sorpresa per destabilizzarvi. Quanto velocemente siete riusciti a concentrarvi sulla partita senza preoccuparvi troppo degli avversari?
Lleyton Hewitt: “Non siamo rimasti più di tanto sorpresi, onestamente. Li avevo già visti allenarsi insieme durante la settimana. Alla fine dei conti, sapevamo chi avremmo schierato e a questo punto dovevamo solo scendere in campo. Questi due (Ebden e Thompson, ndr) hanno appena finito di giocare alle Finals la scorsa settimana, ed erano lì per una ragione: perché sono ottimi giocatori di doppio. Abbiamo dedicato alcuni giorni a farli giocare insieme, per farli amalgamare: eravamo molto fiduciosi nei nostri ragazzi.”
D. Lleyton, vorrei mostrarti una foto di voi due alle olimpiadi, e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi di questo ragazzo che si è ritirato questa settimana, e cosa ricorderai di questa generazione che hai condiviso con lui.
Lleyton Hewitt: “Sì, non vorrei proprio ricordarlo, onestamente (sorridendo), lui mi ha massacrato, e io, non ho molte scuse, ma stavo giocando su una gamba sola quella notte a Pechino alle Olimpiadi. Lui era probabilmente l’avversario peggiore che poteva capitarmi, e io circa due giorni dopo ero in sala operatoria. Rafa è uno dei più grandi atleti che abbiamo mai visto in qualsiasi sport. È stato un privilegio far parte della sua carriera, anche se in piccola parte, giocare contro di lui, giocare in doppio con lui, allenare qualcuno contro di lui. Come dicevo l’altro giorno, lui è un ambasciatore incredibile di questo sport. Si merita assolutamente tutto ciò che ha ottenuto.”
D. Ovviamente non sappiamo chi giocherà prossimamente, ma quanto resta ancora in mente quello che è successo lo scorso anno contro l’Italia? Vi piacerebbe avere un’altra possibilità con quei ragazzi?
Lleyton Hewitt: “Quella italiana è ovviamente una squadra di qualità e una delle più difficili qui. Se ci troveremo contro di loro, accetteremo la sfida, ma non sarà certo più facile rispetto allo scorso anno. Al momento dobbiamo goderci la vittoria di oggi e da domani in poi concentrarci su chi affronteremo sabato.”
D. Alex, guardando alla tua partita, come la confronti con quella di settimana scorsa a Torino? Sentivi di avere un po’ di slancio dopo quella partita per oggi? Sentivi di dover fare un ulteriore sforzo perché l’Australia era già avanti 1-0? E a Lleyton, se sarà l’Argentina, quali sono i tuoi pensieri?
Alex de Minaur: “Guardate, avrei voluto giocare una partita migliore oggi. Si è sempre destinati a giocare una partita difficile quando si è contro un avversario in piena fiducia e con un grande momentum. Oggi si è trattato di attimi. Non ho giocato bene nei momenti cruciali, e il mio servizio mi ha tradito nei game in cui sono stato breakkato. Ho fatto del mio meglio per darmi una chance, ma per batterlo oggi avrei dovuto esprimere un livello migliore, che purtroppo non c’era.”
Lleyton Hewitt: “L’Argentina è una squadra molto equilibrata, abbastanza omogenea nel complesso, con ottimi singolaristi e un doppio che gioca insieme anche durante l’anno. Nessuna partita sarebbe facile se dovessimo affrontarli, perché, anche se non hanno quel giocatore “macchina da guerra” come l’Italia, sono una squadra molto bilanciata.”
D. Una domanda per i giocatori di doppio, soprattutto per Matthew. Tutti i meriti a voi, ma Matthew, hai giocato in modo incredibile oggi. Voglio sapere in quale fase della tua carriera hai capito di essere un giocatore naturale di doppio, non di singolare?
Matthew Ebden: “Penso semplicemente di essere stato discreto nei singolari e di aver trovato però più successo nei doppi. Sono felice che Jordan fosse al mio fianco oggi, ha giocato in modo incredibile, secondo me. Entrambi abbiamo giocato bene quando serviva, ed è stato un lavoro di squadra. Quando sono diventato un giocatore di doppio? Probabilmente tre, quattro anni fa ho iniziato a concentrarmi di più sui doppi, e ho giocato un match di doppio con Lleyton in Coppa Davis tempo fa. Ho sempre giocato molto doppio. Speravo di avere una carriera di doppio, forse, dopo la mia carriera di singolare, e devo dire che sta andando piuttosto bene, da alcuni anni. Sono felice di essere in questa squadra e di poter fare la mia parte ed essere affidabile e giocare bene quando conta. Sapere di avere tutti questi ragazzi dietro e accanto a me e che mi spingono, sì, mi ha aiutato a raggiungere nuovi livelli, di sicuro.”
Il primo singolarista della serata, un po’ a sorpresa, è stato Thanasi Kokkinakis, preferito rispetto a Thompson e Popyrin nonostante loro due avessero fornito risultati decisamente positivi nel corso dell’anno. La scelta ha ripagato pienamente Lleyton Hewitt e gli ha permesso di portare il match quantomeno ai doppi in caso di sconfitta (che poi è avvenuta) di De Minaur. Dietro alla scelta del capitano si celava sia un’analisi tattica sia un’immensa fiducia nei confronti dell’attuale numero 77 ATP.
D: Credo tu abbia vinto tutti i singoli che hai giocato in Coppa Davis quest’anno, questo dovrebbe essere il tuo terzo. Ti senti diverso quando giochi per la squadra? Perché pensi che Lleyton abbia scelto te oggi?
“Il mio gioco si basa su quanta intensità e quanti sforzi posso permettermi e su quanta voglia ho. Se ho tutte e tre queste cose, sento di avere la possibilità di vincere un sacco di partite. Vedere i ragazzi in panchina e Lleyton, che era il mio idolo quando ero giovane, tifare per me sino a urlarmi nelle orecchie per motivarmi, penso che sia un’emozione incredibile. Lleyton è il migliore allenatore del mondo, secondo me. Cerca sempre di ottenere il massimo da me, mi fa sperimentare una sorta di livello, di intensità e di sforzo che trovo difficile replicare altrove. Quando qualcuno come lui ti dice qualcosa, non puoi rispondergli tanto spesso, perché lui ha un’esperienza fuori dal comune. È stata una sorpresa quella di vedermi schierato, lo ammetto, ma sono stati giorni in cui mi sono allenato bene. Dovresti chiedere a Lleyton, ma mi sentivo come se stessi colpendo la palla davvero bene in allenamento. Poi avevo giocato bene a Valencia, quindi forse aveva fiducia in me, penso che lui creda che io valga più di quanto dica la mia classifica, magari è per questo. Abbiamo una squadra molto forte, in cui tutti sono sicuramente capaci. Chiunque sarebbe potuto andare lì con delle chances di farci partire in vantaggio.
D: Quando ti è stato detto che dovevi giocare, ieri sera, sei rimasto sorpreso, considerato che Popyrin ha ottenuto degli ottimi risultati quest’anno, e anche Thompson? È questa la partita più emozionante che hai mai giocato? Te ne ricordi qualche altra?
“Ho giocato un sacco di partite uniche, alcune nel bene, altre nel male, ma vincere una partita come questa, per l’Australia, è inappagabile. C’erano diverse ragioni per fare giocare me, altre per far scendere in campo Thompson e altre ancora per schierare Popyrin: Popyrin ha avuto un grande anno, mentre Thompson è al momento al suo best ranking. Basandosi puramente sulla classifica e su alcune delle vittorie di quest’anno, si potrebbe aprire una parentesi sul perché uno tra di loro avrebbe dovuto giocare al posto mio. Per quanto mi riguarda, so cosa posso fare quando sono concentrato e gioco bene. Penso che Valencia abbia fatto crescere la loro fiducia verso di me, giocando bene nelle qualifiche e vincendo due belle partite. Forse hanno creduto in me lì, molte volte credono in me più di quanto io stesso lo faccia. In generale, ti direi che non sarei stato troppo scoraggiato se non fossi stato scelto.”