Richiedente asilo trovato morto vicino al molo Audace di Trieste: ecco come proseguono le indagini
Continuano le indagini per chiarire la dinamica della morte del 31enne di origine pakistana, trovato senza vita lo scorso venerdì mattina a Trieste, nelle acque vicino al molo Audace.
Tre le ipotesi: che il ragazzo sia caduto accidentalmente in mare, magari a seguito di un malore; che abbia deciso di togliersi la vita o che qualcuno lo abbia gettato in acqua.
Per escludere l’azione di terzi e capire cosa sia successo, la Squadra mobile sta acquisendo le immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza della zona. Se sono riuscite a catturare il giovane mentre si avvicina al molo Audace, si saprà se è arrivato lì da solo o se invece era in compagnia.
Un aspetto da tenere presente, è che sul molo Audace, ogni mattina – chi ci passeggia verso le 7 lo testimonia – dei gruppetti di migrati scendendo dalle scalette, e hanno l’abitudine di lavarsi con l’acqua del mare. Alcuni lavano anche i vestiti. Venerdì mattina pioveva. Il molo e quegli scalini erano quindi bagnati, scivolosi. Il ragazzo potrebbe anche essere incidentalmente scivolato in mare senza riuscire poi a risalire, affogando. Ovviamente è solo una delle ipotesi.
L’informativa dell’intervento e delle prime indagini della Squadra mobile è stata inviata alla Procura. Per capire la precisa causa della morte ed escludere ci sia stata l’azione di terzi, è molto probabile lunedì venga disposta l’autopsia. Da una prima ispezione cadaverica, non sembrano esserci segni di violenza sul corpo, ma solo l’esame autoptico potrà chiarire se abbia avuto un malore, se sia morto per annegamento o se abbia subito qualche colpo.
Il 31enne, stando alle prime informazioni, non si trovava da molto a Trieste. Aveva avviato le pratiche per la richiesta di asilo, frequentava la zona di piazza della Libertà e il centro diurno di via Udine. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA