La mia via crucis per la registrazione di un b&b: voglio rimanere analfabeta digitale
Si parte dallo Spid per arrivare al Cin. Sembra facile invece è una via crucis. Richiedere il Codice Identificativo Nazionale, dare una nuova verginità digitale ai B&B è uno “stupro”, una violenza da subire inermi. Un percorso a ostacoli in lungo e in largo per l’Italia, ad ogni clic un inciampo. E quella che doveva essere la via maestra per la lotta alla regolarizzazione delle case vacanze diventa mission impossible. Quella che hanno chiamato Semplificazione Digitale di fatto è un rompicapo da sbatterci la testa. A Napoli, dove il Far west della locazione breve è più selvaggio che altrove, dove i quartieri spagnoli sono diventati tutti ’nu cuoppo fritto, dove una branda con spritz costa 30 euro. Il Centro storico di Napoli, patrimonio dell’Umanità, il più grande d’Europa: immaginatevi quanti B&B ci hanno ricavato. Hanno messo il nonno in naftalina pur di affittargli il letto. Dove la quantità, ahimè, non è diventata qualità.
Intanto costi, oneri e incombenze per la “Transizione Informatica” ci piovono in testa come mattoni. Siamo tutti tramortiti. Mia figlia, generazione Millennium, quindi abituata allo smanettamento facile, si arrende e si rivolge a Roberto Mazzaferri e Bianca Lorena Fizite, property manager di affitti brevi, tra i più competenti sulla piazza di Milano, che le danno una mano per amicizia, per sfinimento. Cominciano i collegamenti loro da Milano, io da Napoli, sembra la DAD nei tempi bui del lockdown. Ma questi della Transizione digitale sono ancora più tenebrosi. Non si capisce una mazza di quello che chiedono, come lo chiedono e soprattutto come ottenerlo.
L’unica cosa ben chiara è che la registrazione di ogni singola struttura costa al proprietario qualche centinaia di euro, prezzo variabile da Milano a Caltanissetta. A Napoli, ça va sans dire, ci sono sempre i furbetti del quartierino che ti chiedono il doppio. Immaginiamoci adesso il ricco e grasso salvadanaio statale che fa Cin Cin.
Dicevamo, si parte dallo Spid per arrivare al Cin passando per il Cri (codice identificativo regionale). La lista dei compiti non finisce qua. Dal Servizio Alloggiati della Questura di Milano si passa allo Suap (sportello unico attività produttive), passaggio obbligato per www.impresainungiorno.gov.it, che si blocca sempre per sovraffollamento di richieste. Mentre scarichiamo l’App Aruba per la firma digitale. Ops, manca ancora la Pec. Poi il versamento di 70 euro al Comune di Milano. Nel frattempo TimId invia a raffica codici e codicilli OTP per la verifica chi siamo. Ne basterà uno? Macché. Ne inviano sette. Si procede con la ricerca dei dati catastali. Non bastano: ci vuole anche il tipo di abitazione che va da AO1 (classifica signorile), che scartiamo subito, a A05 (ultrapopolare). L’ansia sale. La scadenza è alle porte. Non risulta dall’atto di vendita. Sfinisco di whatsapp il notaio Massimo Napolitano, vinse il concorso come il più giovane d’Italia, ma è sabato ed è in piena tartufata. Mi tocca sfinire prima l’amministratore e l’architetto Tammaro Chiacchio: urrà, lui li ha a portata di clic: sorpresa, categoria ultrapopolare. Ironizza: “Poco più di una stalla”. Ma ristrutturata.
Su Napoli invece tira un’altra aria: chi si iscrive, come ha fatto l’avvocata Fiorella Di Lauro, al gruppo su Fb “Host Airbnb di Napoli”, per tirarsi fuori dai tentacoli della burocrazia digitale, chi si rivolge a Pasquale De Luca, tre lauree, tra cui una in marketing aziendale, che si è trovato la fila davanti alla porta di quelli stremati dalle “strozzate” digitali. La z potete anche sostituirla direttamente con la n. Imma, disarmata gentilissima signora del Caf, confessa a denti stretti: “Tanto rumore per nulla…Metà non si registreranno. Perché non lo sanno fare”.
E la chiamano Semplificazione e Innovazione digitale (che è diventata legge) per una più semplice (ribadiscono i cervelloni) affidabilità delle infrastrutture pubbliche e per la valorizzazione del Patrimonio Informativo Pubblico. Leggo testuale. Sorride amara l’avvocata napoletana Antonella Danneo, esperta di diritto amministrativo: “La Commissione Europea ha sempre invitato a prevedere idonee e coraggiose azioni di semplificazione amministrativa quando irrealizzabili due diligenze bloccano procedure autorizzative e di sviluppo del territorio”.
Io voglio rimanere analfabeta digitale, non so voi. Intanto tanto l’anno prossimo lo Spid sarà sostituito dall’IT Wallet, che consentirà di avere in un solo luogo digitale tutti i propri documenti a portata di clic. E si ricomincia da capo.
Ps. Januaria Piromallo è autrice di “Napoli, Ti Odio!” Sveglia, ci prendono per il culo (Guida editori)
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