Svolta alla Segafredo, gli Zanetti finiscono in minoranza
«Matteo Zanetti non ricopre più alcun ruolo operativo, gestionale o rappresentativo all’interno del Gruppo».
La comunicazione interna è secca, diretta, e porta la firma dell’amministratore delegato di Massimo Zanetti Beverage Group, Pierluigi Tosato. Matteo Zanetti è il fondatore (nel 2003) e presidente di Segafredo Zanetti Coffee System, il brand dedicato al sistema di capsule del colosso trevigiano Segafredo Zanetti che fa capo proprio alla holding Massimo Zanetti Beverage Group, fatturato superiore a 1,1 miliardi di euro nel 2023.
Lo stesso Massimo Zanetti, fondatore dell’impero, padre di Matteo, dallo scorso mese di aprile non ha più ruoli operativi, mantenendo la carica di presidente di rappresentanza dopo l’ingresso del fondo QuattroR con il 50% delle quote (e la maggioranza dei diritti di voto) e con l’accentramento di tutto il potere decisionale nella figura dell’ad nominato dal fondo. Ora anche il figlio Matteo non ha più ruoli operativi, in quella che qualche settimana fa era stata preannunciata come «una riorganizzazione strategica volta a ottimizzare le operazioni in Italia e a liberare risorse».
Da Segafredo Zanetti a Segafredo senza Zanetti: la comunicazione interna è arrivata nei giorni scorsi dall’amministratore delegato ai quadri: «Desideriamo informarvi che, nell’ambito del processo di trasformazione e crescita del Gruppo, è stata ridefinita la struttura organizzativa e la governance aziendale. In questo contesto, Matteo Zanetti non ricopre più alcun ruolo operativo, gestionale o rappresentativo. Questa decisione rientra nell’obiettivo di garantire una leadership coerente con la visione strategica e i valori che rappresentano il futuro».
Segue una lunga lista, di quei valori: integrità, meritocrazia, rispetto, umiltà. Pare un messaggio molto diretto: non sono piaciute, ai vertici del nuovo corso in Mzbg targato QuattroR, le recenti uscite pubbliche di Matteo, nella sostanza ma soprattutto nella forma: pur sapendo già dallo scorso 1 ottobre di essere stato sollevato dal proprio incarico, solo pochi giorni fa ha partecipato a un convegno pubblico presentandosi ancora come presidente di Segafredo Zanetti Coffee System e parlando delle strategie future, concentrate sui mercati esteri: «Il business in qualsiasi settore tu operi lo fai all’estero, oggi, non lo fai in Italia».
Il colosso del caffè insomma volta pagina, e non parla più trevigiano. QuattroR sarebbe anche salito fino al 60% delle quote in Mzbg, ma su questo arriva un no comment.
I motivi della destituzione di Matteo Zanetti, invece, sono oggetto di una nota che l’azienda ha intenzione di diramare nei prossimi giorni, comunque riferibili a un «progetto di riorganizzazione e di rilancio» dopo mesi complessi, con una situazione debitoria stimata in 350 milioni di euro, puntellata anche con operazioni straordinarie (la cessione della San Marco, azienda icona del made in Italy per le macchine da caffè).