Tavares esce di scena: è la prima vittima eccellente della transizione elettrica
Crollo delle azioni Stellantis in Piazza Affari dopo le dimissioni improvvise dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Il titolo perde l’8,5% a 11,47 euro, toccando i minimi da luglio 2022 e trascinando con sé anche Renault, che scende dell’1,5% % a 39,8 euro. L’uscita ha colto di sorpresa i mercati, rivelando anche profondi dissidi strategici all'interno del consiglio di amministrazione sull’opportunità di insistere sulla svolta elettrica facendo appello a forti sussidi pubblici. Una scelta che non è stata condivisa dalla proprietà italo-francese che, a quanto pare insiste sull’azione di lobby per spostare in avanti la scadenza del 2035 coma data di morte dei motori a benzina e diesel.
Il momento è delicato per Stellantis, che da mesi sta attraversando una grave crisi, con vendite in calo soprattutto in Europa. In Italia, nel mese di ottobre, il gruppo ha registrato una discesa del 27,8% nelle immatricolazioni, con una quota di mercato scesa al 25,2%, rispetto al 31,7% dello stesso mese dell’anno precedente. La situazione complessiva del gruppo non è migliore: nei primi dieci mesi del 2024, le immatricolazioni sono diminuite dell'8%, e la quota di mercato è scesa al 29,9% rispetto al 32,8% dell’anno precedente.
I sindacati, in particolare la Uilm di Termoli, hanno sollevato forti preoccupazioni dopo l’addio di Tavares. La segreteria locale della Uilm ha sottolineato che, nonostante l'entusiasmo iniziale per il progetto della gigafactory, il sito di Termoli è ormai in stand-by, avvolto da dubbi e promesse non mantenute. "La nostra comunità, fatta di lavoratori competenti e famiglie che hanno contribuito per decenni al successo di questo stabilimento, si ritrova oggi priva di una visione chiara del futuro", ha dichiarato la Uilm, aggiungendo che è necessario "invertire la rotta" e garantire un futuro stabile ai lavoratori.
Il futuro di Stellantis è ora appeso alla ricerca di un nuovo amministratore delegato, un processo che si prevede possa concludersi entro la metà del 2025. Per il momento, la guida operativa è stata affidata a un comitato esecutivo presieduto da John Elkann, presidente del gruppo. Tra i nomi che circolano per la successione di Tavares, spiccano quelli di Luca De Meo, attuale CEO di Renault, e di Olivier Francois, CEO di Fiat. In particolare i riflettori sono accesi sul manager italiano che, a suo tempo era stato uno dei più stretti collaboratori di Sergio Marchionne. Poi il divorzio e il passaggio di De Meo prima al gruppo Volkswagen. Successivamente alla testa di Renault di cui è riuscito a frenare il declino a differenza di quanto accaduto ai due grandi concorrenti europei. Il suo arrivo alla testa di Stellantis rilancerebbe le ipotesi di un grande matrimonio con Renault che, tuttavia, al momento sembra poco probabile considerando le sinergie che provocherebbero un terremoto occupazionale nell’automotive francese. In lizza ci sono anche figure interne al gruppo come Carlos Zerlenga, Chief Operating Officer per il Nord America, e Maxime Picat, responsabile della filiera e degli acquisti globali di Stellantis.
La situazione critica del gruppo non si riflette solo nei bilanci, ma anche nell'atteggiamento della politica e dei sindacati. Le dichiarazioni di Tavares e il suo stile di gestione, giudicato da molti come troppo autoritario, hanno sollevato forti critiche. La Lega, in particolare, ha sollevato dubbi anche sulla sostanziosa liquidazione che l’amministratore delegato potrebbe ricevere, stimata da fonti vicine al gruppo intorno ai 100 milioni di euro. Un importo che, se confermato, susciterebbe ulteriori polemiche, considerando il momento di difficoltà che il gruppo sta attraversando. Nel frattempo, la crisi nel settore automobilistico, che ha visto Stellantis accusare un forte calo delle vendite negli Stati Uniti e una performance debole in Europa, non sembra avere fine. Le sfide legate alla transizione verso l’elettrico, alle difficoltà economiche globali e a una crescente concorrenza rendono sempre più difficile il cammino del gigante italo-francese. La nomina di un nuovo CEO rappresenta una tappa cruciale per il futuro di Stellantis, ma la strada verso una ripresa sembra ancora lunga e incerta. Il test per il gruppo sarà soprattutto nel 2025, anno in cui il nuovo CEO dovrà dare prova di avere una visione chiara e concreta per rilanciare Stellantis, riavvicinare i sindacati e riconquistare la fiducia dei mercati.