Giunta della nuova Camera di commercio: salta il patto, l’ira dei pavesi
PAVIA. «Cominciamo malissimo. I patti non sono stati rispettati: è un affronto a Pavia e a questo punto vedremo come comportarci già a partire dalla prossima giunta. Faremo di tutto per difendere il nostro territorio». È furioso Giovanni Merlino dopo il voto di ieri (3 dicembre) a Cremona per eleggere la giunta della nuova Camera di commercio a tre con Mantova e Cremona. E proprio il temuto asse tra le altre due province ha mandato a monte - nel segreto dell’urna - l’accordo raggiunto a luglio, in base al quale a Pavia sarebbero spettati 4 membri su 8 della giunta (compreso il presidente Gian Domenico Auricchio).
Gli eletti
Solo tre, invece, i componenti pavesi eletti nell’organo esecutivo della Camera: oltre allo stesso Merlino, ex commissario straordinario della Camera di commercio di Pavia e vicepresidente Ascom, sono entrati Alberto Cazzani, ex presidente di Confindustria Pavia e consigliere delegato di Stav, e Davide Bisi, vicepresidente nazionale di Fimaa (agenti immobiliari). La quarta avrebbe dovuto essere Silvia Garavaglia, presidente provinciale di Coldiretti, ma i voti per il componente in rappresentanza dell’agricoltura sono andati al suo omologo mantovano, Fabio Mantovani (assieme a lui eletti gli altri mantovani Laura Guglia, vicepresidente della locale Confcommercio, e Lorenzo Capelli, presidente di Confartigianato Mantova). Per Cremona è entrato come da previsione Marcello Parma, presidente provinciale di Cna, oltre al presidente Auricchio, votato all’unanimità due settimane fa.
«Auricchio in apertura della seduta del Consiglio camerale chiamato a votare la giunta si è richiamato all’unità e agli accordi raggiunti a luglio – aggiunge Merlino – e lo stesso impegno è stato ribadito da chi è intervenuto, ma evidentemente qualcuno non è stato sincero. Siamo profondamente delusi a arrabbiati tutti noi pavesi, non si è avuto nemmeno il coraggio di dire apertamente che non si sarebbero rispettati gli accordi. La fiducia è stata tradita e a questo punto noi stessi non ci fidiamo più di nessuno. L’affronto, tra l’altro, è stato fatto anche al presidente».
Solo una donna in giunta
L’ultimo sfregio è stato quello alla rappresentanza di genere nella giunta camerale. Su dodici consiglieri designati dalle associazioni pavesi cinque erano donne (le presidenti di Coldiretti e Confagricoltura, Silvia Garavaglia e Marta Sempio, Iolanda Alfonsi di Confartigianato Lomellina, Lorella Soldati di Ascom, Maria Vittoria Brustia di Assolombarda), al contrario sia Cremona che Mantova avevano indicato solo una donna a testa.
L’elezione della Garavaglia avrebbe contribuito ad elevare almeno al 25% la presenza femminile nell’organo esecutivo della Camera, mentre l’unica donna in giunta è ora la mantovana Laura Guglia.
L’esordio della nuova Camera a tre - una fusione che è stata a lungo osteggiata da Pavia - è dunque accompagnato da un clima pesante. I quattro membri che Pavia avrebbe dovuto avere, contro i due ciascuno a Mantova e Cremona, era giustificato dal maggior numero di imprese presenti sul territorio e al fatto che Mantova ha la sede legale e il segretario generale del nuovo ente, e Cremona il presidente pur essendo la più piccola tra le tre. Con 3 soli membri di giunta su 8 Pavia teme di trovarsi sistematicamente in minoranza. Anche se il voto del presidente, che se espresso vale doppio, può ribaltare tutto.