La figlia denuncia i genitori: «Mio padre mi ha detto di impiccarmi»

Papà e mamma sono in tribunale. Ce li ha portati lei, che adesso ha 16 anni, è seguita da un assistente sociale ed è legalmente rappresentata da un curatore speciale nominato dal Tribunale dei Minori di Venezia.

La ragazza bellunese ha denunciato maltrattamenti che sarebbero cominciati quando di anni ne aveva sei e andati avanti fino al 2022: era il padre a usare un metodo educativo basato sulla violenza morale, psicologica e fisica, ma la madre è accusata di non aver fatto nulla per rendere la sua vita meno penosa, pertanto è a processo in concorso per condotte diverse ma convergenti. Inviti a uccidersi o a prostituirsi e parole molto pesanti.

I due genitori non erano presenti, altrimenti l’avrebbero sentita confermare al pubblico ministero Alberto Primavera gran parte delle accuse formulate durante le indagini preliminari. Hanno chiesto di poter accedere alla giustizia riparativa con l’avvocato difensore Massimo Montino e, in caso di condanna, potranno avere uno sconto di pena. A tutela della parte offesa, invece, c’è Luciano Perco.

Nell’udienza di ieri mattina, al terzo piano del palazzo di giustizia, sono stati sentiti tutti i testimoni citati dalla Procura della Repubblica, compreso il carabiniere del Nucleo investigativo che ha fatto gli accertamenti, intervenendo nel contesto di una famiglia problematica.

Il padre l’avrebbe apostrofa più volte con parolacce come «deficiente» e «ritardata mentale» o invitata a «impiccarsi a un albero» a «cominciare a prostituirsi». La formula utilizzata è diversa e decisamente volgare, ma la sostanza è la stessa. Due anni fa, poi, l’avrebbe spintonata e presa con forza per il collo, perché era intervenuta per placare una litigata tra lui e il figlio maschio. In un secondo frangente, le avrebbe detto che poteva anche «andare a crepare».

Il ragazzo non deve aver subito lo stesso trattamento di una sorella che è arrivata anche ad atti autolesionistici, ma ha assistito senz’altro a una parte dei maltrattamenti contestati. Tutto questo in un quadro drammatico, che non poteva sfuggire ai Servizi sociali del Comune di Belluno, a seguire al Tribunale dei Minori.

Il collegio composto dai giudici Federico Montalto, Paolo Velo e Cristina Cittolin ha rinviato al 10 settembre del prossimo anno, per ascoltare i testimoni della difesa e quelli della parte offesa. Seguiranno discussione finale e sentenza di primo grado.